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mercoledì 24 luglio 2013

Parigi dall'alto della Torre Eiffel attraverso Google.


di  A. Lalomia


Una spettacolare  vista a 360 ° di Parigi  attraverso un programma di Google Street View 

interattivo che ha utilizzato la Torre Eiffel come base di osservazione.
Sotto, il video in cui si dà notizia della procedura di cattura delle immagini.






Di seguito, altri filmati, dove si ricordano le diverse fasi della costruzione e il successo clamoroso che ha avuto sin dal primo anno  (con quasi due milioni di visitatori) :










Sotto, un video sullo sciopero dei dipendenti addetti alla manutenzione e nei servizi relativi alla Torre, nel giugno di quest'anno:




Qui, invece una serie di immagini sulla storia della Torre, costruita tra il 26 gennaio 1887 e il 31 marzo 1889, e inaugurata il 15 maggio dello stesso anno, in tempo per l'apertura dell'Esposizione Universale  (e in anticipo per il centesimo anniversario della Rivoluzione Francese).   A parte l'ascensore, la vetta si raggiunge con una scala di di 1.700 scalini circa.
Per l'Esposizione Universale, Parigi ospitò milioni di visitatori e almeno 1.950.000 di loro salirono sulla Torre  (circa 12.000 al giorno).  L'altezza iniziale era di poco più di 300 m; adesso è superiore per la presenza di antenne, di ripetitori e di altri dispositivi.
La Torre rappresentò per decenni un vero capolavoro: un modello di creatività, di precisione, di professionalità.  Un autentico successo dell'ingegneria, dell'architettura e del genio artistico francese.                      
Dal 1889 al 1930  (quando a New York venne costruito il Crysler Buylding, di 320 m, quindi più alto)  mantenne il primato di torre più alta del mondo.
Qui il sito ufficiale della Torre  (esiste anche una versione in italiano, ma si limita a fornire informazioni relative al prezzo del biglietto e agli orari in cui è possibile visitare il monumento).

Aperitivo quotidiano ai fanatici dei libri elettronici.



di  A. Lalomia

Vorrei dedicare questo video  (in basso la versione con sottotitoli in inglese, un po' più lunga)  a quanti sono convinti che nelle scuole il manuale cartaceo abbia fatto il suo tempo e debba essere sostituito da quello in formato elettronico. 1
Al di là di ogni altra considerazione che potrebbe essere avanzata al riguardo  2 , ciò che irrita maggiormente, in questa scelta che non sembra azzardato definire demenziale, è il fatto di non precisare che per essere fruibili gli e-book hanno bisogno di un supporto che non tutti i ragazzi possono permettersi, visto il loro prezzo. D'altronde, è ridicolo aspettarsi che le scuole mettano a disposizione degli allievi questi strumenti, tenuto conto che molte di loro non hanno i soldi neanche per riparare i termosifoni che si guastano immancabilmente durante l'inverno o per sostituire le porte distrutte dagli studenti. 
La demagogia cialtrona di qualche politico che vuol dettar legge in un settore  -quello della scuola-  di cui ignora tutto, unita ai deliri di onnipotenza dei profeti dell'innovazione tecnologica ad ogni costo, hanno ridotto il mondo dell'istruzione in uno stato da cui sembra sempre più difficile risollevarsi.
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Note

1   Il libro di testo digitale dovrebbe diventare la norma già dall'a.s. 2014-5, ma quasi sicuramente l'obbligo slitterà ad altra data, proprio per le croniche carenze dei nostri istituti scolastici.  D'altronde, neanche per il manuale misto i tempi sono stati rispettati, per i motivi che ho esposto sopra.  Il manuale cartaceo continua tranquillamente ad essere utilizzato dalla maggioranza di studenti e allievi.  Mi sembra inutile ricordare che questa tendenza dipende anche dal fatto che i dispositivi per la lettura degli e-book sono ancora decisamente più vulnerabili rispetto al libro tradizionale.  Se viene sbattuto contro una superficie rigida o esposto a temperature troppo elevate, il tablet rischia di rovinarsi completamente e comunque perde alcune prestazioni.  D'altra parte, una volta che si guasta, risulta difficile  (se non impossibile)  ripararlo.
Gli e-book e gli altri sussidi elettronici già usati nelle scuole possono arricchire la didattica, ma va precisato che neanche queste nuove forme di approccio disciplinare riescono a far accostare allo studio quegli studenti che si presentano in classe solo perché costretti dai genitori.



 2   In passato mi sono occupato più volte della demagogia nel mondo dell'istruzione.  Cfr. ad esempio:  Giorgio Israel: critiche pienamente condivisibili.  e  Una firma per la rinascita della scuola. . 

lunedì 22 luglio 2013

Giovani italiani che fuggono dal loro Paese.



di  A. Lalomia

Vorrei proporre ai lettori la testimonianza di un giovane genio italiano dell'informatica di diciannove anni, Andrea Stroppa.  Collaboratore dell' "Huffington Post" , malgrado la valanga di riconoscimenti che gli sono giunti dai centri di ricerca e di applicazione più qualificati di mezzo mondo  -così come dai media-  il ragazzo non riesce a tradurre in pratica la sua invenzione, a causa del muro di gomma rappresentato dai nostri apparati amministrativi. L'unica alternativa che gli rimane, quindi, è quella di andarsene all'estero.
L'attuale premier si è impegnato a combattere seriamente la fuga dei cervelli e ha assicurato un piano che dovrebbe favorire il rientro di almeno una parte di quelle centinaia di migliaia di giovani italiani che negli ultimi anni sono stati costretti a trovare lavoro fuori dall'Italia.  Una situazione incredibile, indegna di un paese civile: lo scorso anno gli espatriati tra i venti e i quarant'anni sono stati più di 35.000  Ma si tratta di una cifra al ribasso, perché dà conto soltanto di quelli che si sono registrati all'Anagrafe Residenti Italiani all'Estero  (AIRE).  Molti degli espatriati scelgono il Regno Unito, la Germania e gli Stati Uniti, perché offrono maggiori opportunità.
L'unica nota confortante è che parecchi di loro riescono, sia pure dopo qualche tempo, ad inserirsi perfettamente nel mercato del lavoro e a raggiungere incarichi di prestigio e ben retribuiti.  Numerosi, tra l'altro, i giovani scienziati italiani che fanno registrare all'estero i loro brevetti, privando così il nostro Paese di una risorsa di inestimabile valore.  D'altra parte, i giovani talenti che sono stati costretti a emigrare non hanno alcuna intenzione di tornare nella loro terra definitivamente.  
Una storia vecchia, si direbbe, se si pensa soltanto a Guglielmo Marconi, costretto anche lui a brevettare nel Regno Unito la sua invenzione.
Qui  il manifesto per combattere il fenomeno dell'espatrio giovanile, che priva l'Italia delle sue migliori energie, nell'indifferenza di quanti dovrebbero affrontare seriamente il problema, al di là dei discorsi di circostanza e delle promesse.
Di seguito, una serie di video sull'argomento.






















lunedì 15 luglio 2013

Bravo, Israel.


di  A. Lalomia

Ha fatto bene Giorgio Israel a condannare in modo deciso le amenità di Calderoli riguardanti il ministro dell'integrazione.

Qualche tempo fa io ho pubblicato, su questo stesso blog, un post piuttosto critico sulla Kyenge  1  e ritengo di avere ancora qualcosa da rimproverarle.  Ma da qui ad usare i toni di Calderoli, ce ne passa.
D'altronde, come fa notare  "La Stampa"  di oggi,  l'esponente leghista è finito sulla prima pagina di "Bild", con un commento davvero poco lusinghiero.  Di Calderoli, definito "senza cervello" e "perdente", si ricorda l'altra 'gaffe'  razzista del 2006, quando definì la nazionale di calcio francese piena di "negri, musulmani e comunisti". 
Per la verità, il vice-presidente del Senato è passato alla cronaca anche per altre provocazioni: per esempio, quella della maglietta antislamica indossata nel febbraio 2006, che provocò una durissima reazione libica e le sue dimissioni da ministro per le Riforme Istituzionali.  
Malgrado i numerosi inviti a dimettersi dalla carica di vicepresidente del Senato, il politico leghista ha già fatto sapere che non ha alcuna intenzione di fare un passo del genere, forte anche del regolamento di Palazzo Madama 2, aggiungendo comunque di essersi scusato personalmente con il ministro.  A quanto pare, però, anche altri, oltre a lui, mostrano nei confronti della Kyenge un atteggiamento pregiudizialmente ostile, senza rendersi conto, forse, dei risvolti di carattere legale che certi atti e discorsi potrebbero avere.  
Di seguito, una serie di video sulla vicenda.














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Note  

1  Il pensiero del ministro Kyenge sullo Ius soli e sul reato di immigrazione clandestina.

2  In base a questo regolamento, infatti, né il presidente, né i componenti dell'ufficio di presidenza, sono sfiduciabili.  Un caso analogo si era già presentato nella scorsa legislatura, quando la leghista Rosy Mauro rimase in carica come vice-presidente del Senato nonostante i reiterati inviti  (anche da parte del suo movimento) a dimettersi.

giovedì 11 luglio 2013

Stati Uniti: ha solo quattro anni, è già sindaco (dal 2012) e punta ad un secondo mandato.


di  A. Lalomia

Dorset  (Minnesota), una piccola località di una ventina di residenti, meta però di un discreto flusso turistico grazie anche alla presenza di numerosi negozi e ristoranti  di buon livello, ha il primato di avere il più giovane sindaco del mondo: Robert (Bobby) Tufts, un bambino di quattro anni, Mayor da quando ne aveva tre. Un'intervista da parte della  WCCO TV  (gruppo CBS), postata successivamente su Youtube (v. il primo filmato sotto), ha fatto diventare il baby sindaco, la sua famiglia e Dorset, delle celebrità, di cui parlano i media di tutto il mondo.
Una favola, certo  2 .  Eppure, vorrei esprimere al primo cittadino di questa lontana località, impegnato in questi giorni nella 'campagna elettorale' per la sua rielezione, gli auguri per la riconferma, con l'auspicio che riesca ad insegnare qualcosa anche a qualche nostro sindaco.






  








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Note



1   Naturalmente non poteva mancare un Dorset General Store and LaPasta Italian Eatery

2   Il ruolo è puramente simbolico, anche perché il paese non ha un municipio.  Le  'votazioni', inoltre, avvengono in modo davvero poco convenzionale, visto che ognuno può esprimere la propria preferenza più di una volta, dopo aver versato un dollaro. Piccoli 'dettagli' che contribuiscono comunque a rafforzare la notorietà del luogo, ad accrescere il suo potenziale di richiamo turistico, soprattutto adesso che è rappresentato da un bambino di quattro anni, con una grande passione per la pesca e, ovviamente, per i gelati.