Recensione di Tim Sunic.
Nella coscienza popolare europea, il denaro viene tradizionalmente associato a qualcosa di sporco, di criminale, qualcosa di non degno dell’uomo europeo, qualcosa che, si dice, solo gli stranieri e gli alieni lontani possono assaporare e concretizzare ai massimi livelli. Dall’antichità alla post-modernità sono stati scritti innumerevoli libri sullo sporco denaro e l’oro maledetto. Si pensi all’antico re greco Creso, all’oro maledetto di Mida, o alla strage di massa nella saga medievale dei Nibelunghi, la cui storia ruota attorno all’oro nascosto nel Reno e alla sofferenza da esso causata.
Come Stephen Goodson ci ricorda nel suo libro, né l’ossessione per il denaro astratto, né la pratica dell’usura o l’idea dell’oro hanno perso molta della loro connotazione letale. Anzi, tante delle moderne transazioni commerciali e delle pratiche finanziarie illecite, mosse proprio dall’avidità per l’oro, sono diventate ancora più letali, minacciando questa volta non solo la sopravvivenza della civiltà occidentale, ma l’intera umanità.
Anzitutto bisogna chiarire che Goodson non è un adepto di teorie cospiratorie e neanche un autore contro gli ebrei la cui prosa fa spesso più male che bene a un lettore che voglia far luce sul tema del denaro fittizio e sui suoi artefici, che invece tanto fittizi non sono. A tal proposito, Goodson vanta ottime referenze sull’argomento da lui analizzato nel libro; è stato membro del Consiglio di Amministrazione della SARB (South African Reserve Bank) e vanta una lunga esperienza nel settore bancario o, per dirla meno moralisticamente, era un diretto osservatore del business dell’insider trading. Com’è possibile che nel nostro cosiddetto migliore dei mondi democratici, un mondo che vanta trasparenza e un sistema giudiziario indipendente, la maggioranza dei cittadini non abbia la benché minima idea di chi sono gli azionisti delle principali banche centrali, come la Federal Reserve negli Stati Uniti e molte altre banche sparse per il mondo? Goodson dimostra come in realtà la celebre Federal Reserve non abbia niente a che fare con i beni dello stato o con il significato di democrazia negli Stati Uniti, ma rappresenti invece una società anonima, un’associazione a delinquere di potenti motori e agitatori finanziari. Non è certo un caso se dallo scoppio della cosiddetta bolla immobiliare degli Stati Uniti, nel 2008, nessuno dei principali banchieri, che sia della Goldman Sachs o della JP Morgan, è stato chiamato in causa per aver stampato denaro falso o concesso prestiti surreali. Come per dire, una mano lava l’altra.
Nel libro di Goodson traspare una profonda conoscenza della situazione socio-politica dell’antica Roma, dell’Inghilterra di Cromwell e della Germania di Weimar. Pertanto, quest’opera non può essere considerata l’ennesimo noioso tassello nel mosaico della ridicola letteratura cospiratoria e antisemita, come invece succede spesso con i testi di molti estremisti di destra. È proprio la narrazione imparziale di Goodson, ben inserita nei diversi contesti storici, a rendere il libro non solo un saggio informativo e colto, ma anche una lettura piacevole per un principiante desideroso si saperne di più sul mistero che ruota attorno al denaro.