Alla fine dello scorso anno, i media di tutto il mondo hanno riportato la notizia che ad Hong Kong uno studioso italiano, Angelo Paratico, era arrivato ad una conclusione clamorosa: la madre di Leonardo da Vinci era una schiava cinese, giunta a Firenze dopo un viaggio periglioso attraverso la Crimea. In Italia l’annuncio è stato accolto per lo più con un misto di sorpresa e di garbato scetticismo: i nostri giornali, dopo aver pagato quello che evidentemente consideravano il tributo per un semplice dovere di cronaca, nel giro di pochi giorni hanno messo da parte il caso.
L’opera -Leonardo da Vinci. A Chinese Scholar Lost in Renaissance Italy- apparsa a marzo per i tipi della Lascar Publishing, di Hong Kong- ha incontrato subito un successo di critica e di pubblico, a conferma di quanto fossero realistiche le anticipazioni dell’ A.
Per cercare di comprendere meglio la genesi
di questo lavoro e, più
in generale, per tentare di fare il punto sulla sua attività di storico e su altre questioni
che riguardano i rapporti tra l’Italia e Hong Kong, ho
ottenuto dall’A. -che ringrazio
pubblicamente- l’intervista che segue.
Prima parte
1. Quando è nata l’idea di indagare sulla
vera identità della madre di Leonardo
e che cosa l’ha spinta a compiere queste ricerche ?
Leonardo da Vinci, Autoritratto |
2. Quali sono le prove che lei ritiene
decisive non solo a sostegno dell’origine cinese della madre di Leonardo, ma
anche del fatto che
“La Gioconda” non sia nient’altro che la madre (e quindi una schiava cinese) ?
Scrivendo di Leonardo mi
sono accorto che di decisivo c’è poco o nulla, si lavora solo su ipotesi e sul
consenso fra dotti e accademici. Nei suoi codici Leonardo parla di rado di se
stesso, della sua famiglia, delle sue origini. S’avverte una reticenza, un eccesso
di timidezza, che la sua nascita illegittima non bastano a spiegare. Un
fatto poco conosciuto in Italia, anche fra gli storici, è
la diffusione del
fenomeno della schiavitù
domestica, che fu incredibilmente diffuso. V’è
stata una sorta di rimozione dovuta al fatto che il nostro è
un Paese cattolico, eppure i documenti notarili conservati negli archivi delle
nostre città parlano chiaro. La
peste arrivata in Italia nel 1347 ridusse del sessanta per cento la popolazione
europea nel giro di pochi anni. Fu allora che l’importazione di schiave dalla
Crimea, occupata dai mongoli, coinvolse migliaia di bambine. Genovesi
e veneziani le compravano ad Azov in Crimea e poi le trasportavano in Italia,
dove venivano rivendute a caro prezzo. Una ragazza di
bell’aspetto – le circasse erano le più
ricercate – arrivavano a costare 80 fiorini d’oro. Cosimo de’
Medici ebbe un figlio da una di loro, che poi divenne cardinale, Carlo de’
Medici. Facile immaginare le violenze e gli abusi che ebbero a
subire e, quando si ribellavano, le pene erano feroci: amputazioni e il rogo. L’ipotesi
che la Gioconda nulla abbia a che vedere con Monna Lisa Gherardini del Giocondo
non è nuova e credo che la parola definitiva sulla sua identità sia stata detta da Carlo Pedretti prima e
da Roberto Zapperi poi, con il suo ‘Monna Lisa Addio’ del 2012. Si tratterebbe di Pacifica
Brandani da Urbino, che diede un figlio a Giuliano De’ Medici, Duca di Nemours
e fratello di papa Leone X, morendo di parto. Giuliano, patrono
di Leonardo, commissionò il ritratto di Pacifica a Leonardo mentre
stava a Roma come memento per il giovane figlio, nel 1513, ma egli morì prima di riceverlo e per questo motivo
Leonardo lo portò con sè in Francia. Leonardo forse neppure
conosceva Pacifica Brandani, né il di lei nome, la credeva una donna
fiorentina. Per questo motivo fu libero di dipingere chi volle. L’ipotesi,
già avanzata da Sigmund Freud nel 1910, fu che
egli dipinse un’immagine onirica di sua madre, l’unica donna che Leonardo amò.
3. Come mai ha deciso di pubblicare il
testo direttamente in inglese ? Ha contattato -o è stato contattato (da)- case editrici italiane ? In ogni caso: è prevista la traduzione in
italiano della sua opera ? Quando ?
Scrivendo in inglese si accede a un mercato potenziale di 1.5 miliardi di lettori, scrivendo in italiano si accede a un mercato potenziale di 55 milioni di lettori – ma chi compra almeno un libro all’anno in Italia? Forse 3 milioni soltanto. In passato avevo pubblicato da Mursia, ma le vendite sono state deludenti e ho deciso di passare all’inglese. Ci sono contatti con case editrici italiane e una traduzione in italiano sarà presto completata.
4.
Chi ha scelto il titolo del libro ?
Lei o la Casa Editrice ? E il
prezzo ?
Nel novembre 2014 fui
intervistato dal principale quotidiano di Hong Kong in lingua inglese, il South
China Morning Post. Parlai del mio libro e pochi giorni dopo la
pubblicazione tutta la stampa mondiale aveva ripreso la mia storia: Daily Mail,
Telegraph, Huffington Post, Figaro, Die Welt ecc. Fui chiamato dalla BBC, dalla
CNN, fui intervistato dalla televisione russa e da quella spagnola. Una società
di Parigi che sta completando un documentario
sulla Gioconda venne a intervistarmi. Una vera tempesta mediatica che s’attenuò solo verso la fine di dicembre del 2014. La
pubblicazione del mio libro, per quanto detto sopra, divenne urgente e invece
che affidarmi a una grande casa editrice americana accettai l’offerta d’un
piccolo editore di Hong Kong: la Lascar Publishing Ltd., che mi diede carta bianca. Il titolo e la
copertina vennero decisi insieme e il prezzo lo
decisero loro.
5. Non si può che deplorare, nell’elenco dei media che ha
citato sopra, l’assenza di testate italiane che le abbiano riservato la stessa
attenzione, a parte,
se non erro, RAI News. Ma passiamo ad altro. Che tipo di fonti ha usato e quali difficoltà ha
dovuto superare per trovare le notizie che cercava ? Nello specifico: ha svolto ricerche solo in
Cina o anche in altri paesi, a partire dall’Italia ? Ha
contattato qualcuno degli studiosi italiani più importanti di Leonardo ?
Ho letto tutto quanto è disponibile, tenendo presente che con
Leonardo quanto è più vecchio di trent’anni va preso con le
pinze. Pare che ogni autore, soprattutto inglese e americano, quando scrive di
Leonardo si senta autorizzato a trasformare le proprie opinioni in certezze.
Spero di
non essere caduto nella stessa trappola. Sono sempre stato appassionato d’arte orientale e questo mi ha agevolato
nel cogliere somiglianze e influenze comuni. I libri pubblicati da ricercatori
italiani sono senza dubbio i migliori: Carlo Pedretti, Alessandro Vezzosi,
Roberto Zapperi, Pietro Marani, Edmondo Solmi, Gustavo Uzielli e molti altri.
6. È possibile tracciare un quadro (sia pure schematico) della fortuna di Leonardo in Cina e
soprattutto a Hong Kong ? Gli artisti e gli
storici cinesi si interessano a questa figura ?
E inoltre: che spazio è riservato a Leonardo nei manuali scolastici delle
superiori ? A Hong Kong esistono musei o altre sedi in cui sono esposte
ricostruzioni delle sue invenzioni ?
Esiste un libro in
francese intitolato A Quoi Pensent Les
Chinois en
Regardant Mona Lisa? Un dialogo fra una storica dell’arte francese e un pittore cinese, centrato sulla
Gioconda. Il risultato è abbastanza deludente, gli artisti cinesi non
soccombono al fascino del genio toscano...
In Cina Leonardo non è mai stato famoso ed anche in Europa,
Leonardo e la
Gioconda, divennero famosi solo a partire dalla fine dell’Ottocento grazie a
scrittori francesi. Il furto della Gioconda nel 1911 da parte di Vincenzo Peruggia
trasformò Leonardo in un’icona a livello mondiale. Una scrittrice
americana che visse in Cina e a Hong Kong, Emily Hahn scrisse una biografia su
di lui negli anni ’50, oggi inutilizzabile. La sua vera fortuna in Cina è cominciata con il Codice Da Vinci di Dan
Brown...
Vincenzo Peruggia |
7. A conferma della tesi che
la fantasia (anche se di talento) ha spesso la meglio sulle ricerche
erudite e metodologicamente corrette. Ritorniamo a noi. Ponendo
a confronto gli ambienti di ricerca (archivi, biblioteche, musei) cinesi da una
parte e quelli italiani dall’altra, in quali ha lavorato meglio (locali
attrezzati e confortevoli; personale competente e gentile; orari di apertura particolarmente favorevoli per le
ricerche) ?
Non ho utilizzato archivi cinesi. Ho
tentato di utilizzare quelli fiorentini, ma gli
ostacoli burocratici posti a non-accademici sono quasi insuperabili. Anche Leonardo,
cinque secoli fa, non essendo un accademico, incontrò simili problemi, non è cambiato molto. Mi
sono allora basato su documenti pubblicati da storici in qualche modo locali e
poco conosciuti a livello internazionale. Le loro ricerche archivistiche mi
hanno guidato. Cianchi, e
in particolare, Elisabetta Ulivi.
8. Spero che i responsabili del MIBAC e del MIUR
riflettano sulle sue parole, introducendo nelle biblioteche e negli archivi un
minimo di buonsenso, spazzando via il
groviglio normativo che rende problematica anche la più semplice delle ricerche
e selezionando con maggiore attenzione il personale.
Che accoglienza ha avuto in Cina il suo
libro ? Può citare qualche recensione
particolarmente significativa ? L’opera è stata presentata nelle università, nelle scuole,
in TV ?
Il 3 dicembre 2014 il mio nome è stato il più cliccato in tutta la Cina, con 5
milioni di hits e con 120.000 commenti. Tutta la stampa cinese ha riportato quanto
scritto dal South China Morning Post, condendolo con varie salse...
9. Anche in Italia il suo nome è apparso su diverse
testate, ma forse i nostri media avrebbero potuto prestarle maggiore
attenzione, visto il valore delle sue scoperte.
Come si inserisce il suo volume su Leonardo
all’interno della sua vasta e variegata attività di storico ?
È giusto affermare che lei sembra particolarmente attento a ricostruire
la vita di alcuni grandi personaggi del passato, inquadrandoli
peraltro in una prospettiva diversa da quella tradizionale ?
A. Paratico presenta a HK la sua opera Nero. An Exemplary life. Una traduzione in inglese del Neronis Encomium, di Girolamo Cardano. |
10. Le sue ricerche sull’origine cinese di
Leonardo vanno oltre la vera identità della madre. Vuole ricordare che cosa ha scoperto sul “David” del Verrocchio ?
Quella della somiglianza con il David di
Verrocchio è una storia nota da tempo e riportata
anche da altri autori che mi hanno preceduto, ma come dicevo all’inizio con Leonardo le
certezze sono pochissime.
11. Più di un periodo della vita di Leonardo è
tuttora avvolto nel mistero. Lei si è
fatto qualche idea al riguardo ?
Tutta la vita di Leonardo è misteriosa, viveva appartato, studiava,
scriveva, lavorava. Negli archivi italiani esistono lettere e note scritte dai
maggiori artisti, ma per Leonardo non abbiamo nulla. Solo un paio di lettere
formali scritte sotto dettatura da un’altra mano, non la sua.
12.
In alcuni ambienti italiani le anticipazioni delle sue scoperte sono
state accolte con una certa perplessità, anche se diversi studiosi hanno
detto di essere
pronti a riconoscerne il valore, una volta pubblicate. Dopo la
pubblicazione del libro i giudizi dall’Italia sono mutati ?
La mia ipotesi è
estrema e non ho trovato una smoking gun,
ho solo sospetti. Con Leonardo ogni anno emergono fatti nuovi, frammenti,
ipotesi, teorie: è
come un cantiere sempre aperto. Basti pensare ai suoi codici Madrid I e II,
ritrovati solo nel 1966. Fanno bene gli storici italiani a essere scettici ma il mio libro è stato letto da Carlo Pedretti, uno
studioso aperto e
generoso, che lo ha trovato molto interessante.
13. Nella presentazione che ha fatto al
Politecnico di Hong Kong era presente
anche il Console Generale d’Italia in quella sede. Non capita tutti i giorni
che un alto rappresentante diplomatico partecipi alla presentazione
di un libro. Può dire qualcosa al riguardo ?
E inoltre: quanti erano presenti -a partire
da quelli che le hanno poste delle domande- hanno cercato di approfondire con lei punti del suo libro su Leonardo ?
Il nostro Console generale
Antonello de Riu e Matteo Fazzi, Direttore dell’Istituto italiano di cultura,
sono due uomini molto dinamici e sempre disponibili a impegnarsi per la diffusione
della cultura italiana.
Sì, vi sono state molte domande
prima e dopo la presentazione da parte di docenti e anche studenti della HKU.
Ho altre presentazioni in programma, una
il 24 Luglio a un gruppo di industriali e finanzieri cinesi di Hong Kong e il 30
luglio a un gruppo di studenti d’italiano presso la locale scuola Dante
Alighieri.
14. Lei ha
osservato più volte che un modo per verificare l’attendibilità delle sue tesi sarebbe quello
di procedere ad un confronto di DNA. Tra
chi bisognerebbe eseguire questo confronto ? L’esame del DNA è stato già
avviato prelevandolo dai resti di Lisa Gherardini del Giocondo.
La ricerca del DNA della presunta Gioconda lascia il
tempo che trova dato che secondo me,
e secondo molti altri studiosi (Carlo Pedretti, Roberto Zapperi) il quadro della Gioconda che sta
al Louvre nulla ha a che fare con Monna Lisa del Giocondo.
15.
Secondo lei, la sua scoperta potrebbe modificare l’idea che abbiamo di Leonardo ?
Bisognerebbe individuare un osso appartenente a
Leonardo oppure essere così fortunati da trovare un suo capello in uno dei suoi
codici (impresa quasi impossibile). L’analisi del suo DNA potrebbe sciogliere
il mistero della origine di sua madre.
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Seconda parte
1. Che cosa l’ha spinta a trasferirsi a Hong Kong ?
Nel 1983 la Cina si stava aprendo al mondo
e mi venne offerto di dirigere un ufficio
commerciale a Hong Kong. Non mi lasciai sfuggire l’occasione.
2. Quanto è grande la comunità italiana di Hong Kong ? Può dire qualcosa sulla sua composizione
?
I residenti registrati presso l’A.I.R.E.
sono circa 3.800. Lavoriamo nel settore
bancario, moda, legale e nella produzione di merci che vengono poi esportate in
Italia e nel mondo.
3.
Torna spesso in Italia ?
Due volte all’anno.
4.
Che cosa recepisce il cinese con un livello culturale medio della realtà
italiana ? E che cosa sa dei rapporti storici
tra Italia e Cina ? Ad esempio: è nota
la partecipazione dell’Italia alla spedizione internazionale di inizio
Novecento per combattere la rivolta dei Boxer ?
La realtà italiana è poco conosciuta ma del nostro Paese hanno
un’idea molto alta, aulica, dorata, per via della moda, dei nostri gioielli, il
cibo, della Dolce Vita e della Ferrari. La
nostra partecipazione alla spedizione dei Boxer nel 1900 non è molto nota anche agli italiani,
figuriamoci ai cinesi! Forse solo a Tianjin, dove l’Italia ebbe un quartiere,
la cosa è nota.
5.
Lei è Vice-presidente della Dante Alighieri locale. Può dire qualcosa dell’attività di questa
Agenzia ? Quali sono i suoi punti di
forza e quali, invece, le eventuali vulnerabilità ? I corsi di lingua e cultura italiana promossi
dalla Dante sono frequentati da molti cinesi ?
Si organizzano scambi tra scuole e università italiane e cinesi ?
La Dante Alighieri organizza eventi
culturali, ma soprattutto si dedica all’insegnamento della lingua italiana.
Abbiamo circa 150 studenti. L’istituto italiano di Cultura diretto di Matteo
Fazzi è molto attivo nell’organizzare eventi
culturali e concerti.
6. Il mese scorso (30 giugno 2015),
Hong Kong ha celebrato il
18° anniversario del ritorno alla madrepatria. Alla luce delle manifestazioni studentesche dei mesi scorsi, potrei
chiederle un giudizio sullo stato dei rapporti tra Hong Kong e Pechino ? In altri termini: quanto dichiara
l’opposizione circa la volontà del governo centrale cinese di rivedere il livello di libertà che era stato garantito dagli Inglesi, corrisponde
al vero, oppure si tratta di esagerazioni strumentali (pilotate magari da potenze straniere) e di
intemperanze giovanili ? Lei si è stanziato qui nel 1983: ha trovato qualche
differenza significativa tra ‘il prima’ (sotto l’Amministrazione britannica) e ‘il
dopo’ ?
Credo che le richieste degli studenti e di
coloro che sono a favore di Occupy Central
siano di natura politica, poco hanno a che vedere con la
democrazia e i fatti. Quanto la Cina ha offerto mi sembra ragionevole e in
linea con quanto garantito alla Gran Bretagna nella Basic Law firmata prima del
handover del 1997. Gli hongkonghesi sono
molto viziati e non si
rendono conto di essere stati molto fortunati fin qui, non
immaginano che le cose possano volgere al peggio se insisteranno a tirare la corda. Non
possono far crollare il regime cinese, né diventare indipendenti come Singapore. Dovrebbero
accontentarsi del fatto che sino al 2043 saranno schermati e protetti dal resto
della Cina. A che serve combattere oggi una guerra che
non può essere vinta, quando forse nel 2043 la
Cina che conosciamo oggi non esisterà più? Come diceva Blaise Pascal, la gran parte
dei guai che affliggono l’uomo derivano dal fatto che non sa adattarsi a vivere
tranquillamente fra quattro mura.
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Bibliografia
Angelo Paratico, Leonardo
Da sinistra: Ciriaco Offeddu, Angelo Paratico, Betty Way e Juan Morales a Sheung Wan (parte vecchia di Hong Kong). |
Qui, il sito
della Lascar Publishing, che ha pubblicato il libro di Paratico su Leonardo.
Qui, invece,
l’area che la Casa Editrice ha riservato all’opera di Paratico, con le recensioni
dei maggiori media mondiali.
Oltre che
attraverso il sito della Lascar Publishing, il volume si può acquistare attraverso i
maggiori portali di vendita on line, a partire da Amazon e da
AbeBooks.com .
V. oltre.
V. oltre.
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Altre
opere in volume di Angelo Paratico
Tutte le opere in volume di Paratico si
trovano nel suo sito www.angeloparatico.com,
dove sono presenti anche alcuni dei suoi articoli (sia in
italiano che in inglese). Per gli
ultimi, vorrei segnalare almeno :
Gli altri libri
di Paratico sono facilmente reperibili attraverso Amazon, Ibs, La Feltrinelli e altri portali del
settore.
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Angelo Paratico, collaborazioni giornalistiche
Angelo Paratico, Leonardo Da Vinci. Un genio (di madre cinese?) nel Rinascimento italiano (1-12-14) .
Qui il sito
del South China Morning Post (il maggior
quotidiano di Hong Kong), su cui scrive Paratico.
Vorrei
segnalare almeno un articolo, dedicato ad un altro grande mistero italiano, la
scomparsa di Ettore Majorana: Italy closes caseon physician's mysterious disappearance.
Qui
l’articolo del SCMP del 30-11-14 che ha scatenato ‘la tempesta’ mediatica a
seguito delle rivelazioni di Paratico.
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Video
su Angelo Paratico
Video :
Angelo Paratico presenta al Politecnico di
Hong Kong la sua opera su Leonardo (3-06-15):
Cara Francesca…Angelo Paratico-Hong Kong (RAI
Italia, 20-05-15) .
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Selezione di articoli su Angelo Paratico, con particolare
riguardo alle sue conclusioni circa
le origini cinesi di Leonardo.
Salvatore Giannella, Ho incontrato a Hong Kong lo studioso italiano che indica Leonardo figlio di una madre cinese .
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Miscellanea di articoli sul Leonardo di Paratico
http://www.abc.net.au/news/2014-12-03/mona-lisa-might-be-da-vincis-chinese-mother-historian/5938924 ;
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Testi cartacei e filmati su Leonardo e sulla Gioconda
Miscellanea
Scheda relativa a Leonardo sull’
Enciclopedia Treccani .
Scheda sulla Gioconda e sul furto (Louvre,
lunedì 21 agosto 1911- Firenze 11
dicembre 1913) presente su Wikipedia.
Scheda su Vincenzo Peruggia presente su
Wikipedia.
Scheda su L’uomo che rubò la Gioconda (sceneggiato Mediaset, 2006) presente
su Wikipedia.
Costantino D’Orazio, Leonardo segreto. Gli enigmi nascosti nei suoi capolavori, Sperling
& Kupfer, 2014.
Di questo libro è possibile scaricare
liberamente alcune pagine con un quadro, sia pure sintetico, della vita di
Leonardo e dei personaggi principali con cui è venuto a contatto (famiglia; colleghi; mecenati; allievi di
Leonardo; principali biografie antiche) .
Esclusiva intervista a Carlo Pedretti
(3-06-14) .
La madre di Leonardo una schiava orientale ? (23-02-14) .
Il ratto di Monna Lisa.Scheda sul film (Germania, 1931) .
Il furto della Gioconda (Sceneggiato
RAI, 1978, in tre puntate) .
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A seguire, invece, un articolo sulle differenze tra Hong Kong e la Cina, spiegate dagli artisti.
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Hong Kong
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