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sabato 14 novembre 2015

Case editrici italiane. Di chi sono ?


In Italia esistono più di 4mila case editrici. L’Istat suddivide gli editori in piccoli, medi e grandi a seconda del numero di titoli che pubblicano. Per essere considerati grandi editori bisogna pubblicare almeno 50 titoli ogni anno. Se si esclude l’editoria scolastica che costituisce un mercato diverso, il settore italiano dei libri è in crisi da molti anni, ma ha registrato un sensibile peggioramento a partire dal 2011. Anche il primo trimestre del 2015 – secondo un rapporto Nielsen commissionato dall’Associazione Editori Italiani – ha avuto un calo del 2,6 per cento, un dato comunque migliore rispetto al meno 4 per cento del 2014 e al meno 7 per cento del 2013: e qualche attenuazione del calo è stata annunciata nei dati provvisori dei mesi più recenti. L’unico settore a registrare una crescita è l’editoria per ragazzi. I maggiori gruppi editoriali italiani controllano oltre il 60 per cento del mercato editoriale.
Il Gruppo Mondadori è il più importante nel mercato italiano. Secondo le stime di Nielsen controlla il 26,5 per cento dell’intero mercato editoriale italiano. Nel 2014 il gruppo ha pubblicato complessivamente 2.291 titoli nuovi, contando tutti i suoi marchi. Gli editori più importanti del gruppo sono Edizioni Mondadori, Giulio Einaudi editore con Edizioni EL per i libri per ragazzi, Sperling & Kupfer(e il suo sotto-marchio Frassinelli) ed Edizioni Piemme. Il fatturato di Mondadori nel 2014 è stato di 1,177 miliardi di euro complessivi, di cui il 27 per cento (317 milioni) provienente dai libri; il resto dai periodici e dai circa 600 negozi sparsi in Italia. Il gruppo è controllato principalmente da Fininvest – di cui Marina Berlusconi è presidente dal 2003 – con una quota del 50,39 per cento. Le altre quote rilevanti appartengono a due fondi d’investimento inglesi, Silchester International che controlla l’11,49 per cento e River and Mercantile Asset Management Llp con il 5,07 per cento. All’inizio del 2015 la Mondadori ha presentato un’offerta ufficiale per l’acquisizione di RCS libri – che comprende Rizzoli e altri editori – per una cifra compresa tra i 120 e i 150 milioni. Il consiglio d’amministrazione di RCS sta ancora valutando la proposta – che ha generato un acceso dibattito tanto che alcuni scrittori di Bompiani hanno pubblicato una lettera di protesta sul Corriere della Sera –, ma sembra che l’affare si possa concludere. Se l’offerta venisse accettata il nuovo gruppo controllerebbe quasi la metà del mercato editoriale italiano.
Il Gruppo editoriale RCS MediaGroup – che tra le altre cose è anche l’editore del Corriere della Sera, dellaGazzetta dello Sport e di alcune riviste – vale il 12,1 per cento del mercato. Il gruppo controlla otto case editrici: la più grande è Rizzoli, le altre sono BompianiMarsilio,AdelphiFabbri, Archinto e Sonzogno. L’8 luglio scorso, dopo la notizia della possibile fusione del settore dei libri – non del gruppo RCS – con Mondadori, Rosellina Archinto, fondatrice dell’omonima casa editrice, ha annunciato di essersi ricomprata il marchio e l’uscita da RCS. In caso di fusione con Mondadori, altri editori di RCS potrebbero fare la stessa cosa: le formule societarie glielo consentono, se hanno le risorse economiche. L’azionista di maggioranza del gruppo è Giovanni Agnelli & C. s.a.p.a. che controlla 16,7 per cento: poi Mediobanca SpA ha poco meno del 10 per cento e Diego della Valle il 7 per cento. Urbano Cairo – proprietario de La7, dell’omonima casa editrice e del Torino F.C. – ha il 3,66 delle azioni.
Il Gruppo editoriale Mauri Spagnol – noto anche con l’acronimo GeMS – è il terzo per dimensioni, con il 10,2 delle quote del mercato italiano. La holding è stata fondata nel 2005 a Milano e ha il nome delle due famiglie fondatrici, Mauri e Spagnol. GeMS controlla 10 case editrici e 18 marchi editoriali, tra cui Garzanti (che a sua volta controlla Corbaccio), Adriano Salanieditore, Longanesi, Bollati Boringhieri editore, Tea, Antonio Vallardi Editore, il 90% di Guanda, il 56% de La coccinella, il 50% di Chiarelettere – che tra le altre cose possiede una quota del giornale Il Fatto Quotidiano. Il gruppo è anche editore della rivista specializzata in libri ed editoria Il Libraio.
Stefano Mauri è presidente e amministratore delegato, insieme a Luigi Spagnol, anch’egli amministratore delegato. GeMS è controllata per il 70,08 per cento da Messaggerie Italiane che è il più grande distributore di libri italiano – si stima che un libro su tre in Italia venga gestito da Messaggerie. Il resto delle quote appartiene per il 21,85 per cento alla famiglia Spagnol, per il 5 per cento a Elena Campominosi – direttore generale di Garzanti – e per il 3,07 per cento ad Andrea Micheli, fotografo e figlio del finanziere Francesco.

Giunti editore è una delle più antiche case editrici italiane, essendo stata fondata dalla stessa famiglia nel 1841. Il gruppo, che ha sede a Firenze, oggi ha il 6,1 per cento del mercato, ed è specializzato in editoria per ragazzi e scolastica. La casa editrice è ancora interamente controllata dalla famiglia Giunti, il gruppo possiede anche il 50 per cento delle Edizioni del Borgo e altre quote di case editrici minori e specializzate (Editoriale Scienza, Giorgio Nada editore, Fatatrac). Nel 2014 il fatturato è stato di circa 200 milioni. La catena di librerie del gruppo – Giunti al punto – è la più grande in Italia per numero, con 173 punti vendita, contro i circa 130 di Feltrinelli.
Il gruppo Feltrinelli, con il 4,6 per cento del mercato, è il quinto gruppo editoriale italiano. Le case editrici controllate da Giangiacomo Feltrinelli Editore s.r.l. sono ApogeoKowalski, Eskimosa, Edizioni Gribaudo, Vita e Urra. Nel 2005 la holding EFFE 2005 Gruppo Feltrinelli S.p.A. – controllata dalla famiglia Feltrinelli – ha unificato le proprietà della casa editrice e della sezione librerie, che prima erano divise. La catena di librerie è la seconda più grande in Italia, dopo Giunti. Dal 2013 la casa editrice è anche diventata azionista della Scuola Holden – la scuola di scrittura e storytelling fondata da Alessandro Baricco a Torino – assieme al gruppo Eataly di Oscar Farinetti e al manager Andrea Guerra.
La casa editrice De Agostini detiene il 2,3 per cento del mercato librario. Tra le altre cose, è specializzata nella divulgazione scientifica. I principali editori controllati da De Agostini sono UTET e Edizioni Whitestars. La casa editrice è coordinata e diretta da De Agostini S.p.A. che è controllata dalla finanziaria B&D Holding di Marco Drago & C. S.a.p.A. di proprietà della famiglia del manager e imprenditore Marco Drago e dalla famiglie Boroli, imprenditori di Novara dove la casa editrice ha sede.
Rimangono poi molte case editrici indipendenti che si dividono il 38,2 per cento delle restanti quote di mercato. Le più importanti e più note sono Sellerio, Editori Laterza, Minimum Fax, Cairo, Baldini e Castoldi, Fanucci, Hoepli, Castelvecchi, Ancora, Neri Pozza, Fazi editore, Newton Compton, Marcos y Marcos, Donzelli, Il Saggiatore, il Mulino, Raffaello Cortina Editore, Iperborea, Nottetempo, Quodlibet.
Di chi sono le case editrici italiane ? ,  "Il Post", 22-09-15.

giovedì 5 novembre 2015

Gli editori americani e i libri stranieri.

All’ultima fiera del libro di Francoforte, Sarah Jane Gunter, la direttrice generale di AmazonCrossing – la casa editrice di Amazon che pubblica libri stranieri – ha detto che nel 2015 la casa editrice investirà 10 milioni dollari (circa 9 milioni di euro) per pubblicare 77 nuovi titoli, scritti in 12 lingue e provenienti da 15 paesi diversi. Sorpasserà così la casa editrice Dalkey Archive, che fino all’anno scorso era il primo editore di libri in lingua straniera degli Stati Uniti, e diventerà il maggior editore americano di libri tradotti in inglese. Nei quattro anni precedenti – tra il 2010 e il 2014 – AmazonCrossing aveva tradotto in tutto 121 libri.
Questi numeri – piuttosto esigui – inquadrano chiaramente l’approccio degli editori americani verso i libri stranieri, che rappresenterebbero circa il 3 per cento del totale (in Italia secondo l’Associazione Italiana Editori sono il 17,9 per cento). Negli Stati Uniti non esistono dati ufficiali: la percentuale del tre per cento è stata calcolata da Bowker, una società del New Jersey che raccoglie e fornisce informazioni bibliografiche sui libri pubblicati, messi in commercio e conservati nelle biblioteche, e che tra le altre cose assegna in esclusiva il codice ISBN ai libri usciti negli Stati Uniti. Dal 2008 il blog dell’Università di Rochester Three Percent – che si occupa di traduzioni da lingue straniere e si chiama così proprio per la statistica di Bowker – tiene traccia dei libri in lingua straniera tradotti ogni anno nel paese.
Nel 2014 secondo Chad Post, che cura Three Percent e prima era direttore associato della Dalkey Archive Press, negli Stati Uniti sono stati tradotti 587 libri nuovi, escludendo classici e ristampe: sono certamente aumentati rispetto ai 340 usciti nel 2010, ma è improbabile che rappresentino davvero il 3 per cento del totale, dal momento che negli Stati Uniti ogni anno si pubblicano circa 300 mila nuovi titoli. Secondo i calcoli di Three Percent la percentuale scende allo 0,7 per cento se si tiene conto solo dei romanzi e dei libri di poesia. Tra il 2012 e il 2014 sono stati pubblicati 2.394 libri tradotti da 58 lingue diverse di 103 diversi paesi: 539 dal francese, 385 dal tedesco, 253 dallo spagnolo e 174 dall’italiano. Negli Stati Uniti il mercato dei libri stranieri nonostante tutto è in crescita, forse proprio a causa delle sue piccole dimensioni. La scarsità di libri stranieri è dovuta per prima cosa a ragioni economiche – le traduzioni sono costose – e poi culturali – i libri stranieri vengono considerati più difficili da vendere al pubblico americano.
Pubblicare libri stranieri è un’attività editoriale di nicchia, portata avanti solo da case editrici di piccole e medie dimensioni. Dopo AmazonCrossing, le prime tre sono Dalkey Archive, Europa Editions, filiale americana dell’italiana E/O, e Seagull Books. Secondo il New York Times questi editori hanno puntato su autori di nicchia e qualità, che non vendono molto ma un numero di copie abbastanza prevedibile e sicuro. Ci sono ovviamente eccezioni, come per esempio Elena Ferrante: i suoi libri, diventati ormai bestseller, vengono pubblicati da Europa Editions.
AmazonCrossing, che è stata aperta nel 2010, è riuscita a crescere velocemente perché ha deciso invece di puntare sul grande pubblico, pubblicando in prevalenza “narrativa di genere”: romanzi thriller, rosa, gialli e horror. Altri vantaggi di AmazonCrossing sono la sua rete di distribuzione, che per i piccoli editori costituisce invece un grosso problema, e la possibilità di farsi guidare nella scelta delle traduzioni dai dati sui gusti del pubblico raccolti attraverso Amazon. Il più grande successo editoriale di AmazonCrossing è per esempio The werewolf of Bamberg (A Hagman’s Daughter Tale), dello scrittore tedesco Oliver Pötzsch (tradotto in italiano da Beat con il titolo La figlia del boia), ed è stato scelto basandosi sui commenti e le recensioni entusiaste apparse sul sito tedesco di Amazon, nonostante i risultati incerti delle vendite nelle librerie tedesche. Pubblicato nel 2010 in traduzione inglese, ha venduto più di un milione di copie, la maggior parte delle quali in formato elettronico.
Altri libri di successo pubblicati da AmazonCrossing sono il romanzo Nowhere to Be Found dello scrittore coreano Bae Suah, e Last Train to Istanbul del turco Ayse Kulin (L’ultimo treno per Istanbulpubblicato in Italia da Newton Compton). L’investimento di dieci milioni di dollari di AmazonCrossing servirà a aumentare il numero dei titoli e a gestire una nuova piattaforma dove si potranno proporre opere da tradurre. Tra i libri che usciranno nel 2016 ci sono Pierced by the Sun dell’autrice di bestseller messicana Laura Esquivel, e Rage, il nuovo romanzo dell’autore polacco Zygmunt Miloszewski.