Cerca nel blog

sabato 19 settembre 2015

Quanto vale la monarchia inglese ?

La risposta alla domanda del titolo arriva da un gruppo di esperti britannici, secondo i quali, se la corona inglese fosse quotata in Borsa, il suo valore sfiorerebbe gli ottanta miliardi di €. 
Niente male per un'istituzione con centinaia d'anni sulle spalle, a cui Antonio Caprarica (vedi i filmati a partire dal secondo)  ha dedicato un libro a metà tra il saggio e il romanzo.













domenica 6 settembre 2015

Edilizia scolastica. Davvero tutto a posto ?


Ancora un esempio che dimostra quanto grande sia, purtroppo, la distanza tra la realtà scolastica e certe dichiarazioni ufficiali.
-----------------------------------------

 Gildo Marcelli
«Farò l'elemosina al semaforo per poter aprire la scuola del mio paese». Gildo Marcelli ha preparato la fascia tricolore e domattina sarà all'incrocio di Albiano d'Ivrea per raccogliere i 30mila euro che servono per aggiustare il tetto dell'elementare del paese eporediese di quasi 2mila abitanti.

Un tetto da rifare, la scorsa settimana parte della lamiera di copertura è caduta a terra e dopo il sopralluogo dell'ufficio tecnico hanno scoperto che i listelli sono marci e da sostituire. O si interviene o il 14 settembre gli 80 bambini della scuola non potranno iniziare le lezioni è stato l'aut aut dei tecnici. Autorizzare i lavori però vuol dire sforare il patto di stabilità e ricevere meno finanziamenti statali: «Ma io la scuola non la chiudo. Di questo potete star sicuri – chiarisce il primo cittadino – Ho fatto un'ordinanza d'urgenza e affidato l'intervento a un'impresa solo che ora non so come pagarla. Se lo faccio mi puniscono». Nei giorni scorsi ha scritto una lettera al presidente del Consiglio, Matteo Renzi, e al ministro dell'Istruzione Stefania Giannini, e tutte le istituzioni, ma non è arrivata nessuna risposta: «Questa è la disperata richiesta d'aiuto di un sindaco di un piccolo paese che avrebbe anche le risorse, ma non può spenderle – aggiunge Marcelli – le Regioni e le grandi città, Roma o Torino, sforano dal patto, ma a noi non lo permettono». Il suo comune ha un credito di 150 mila euro con il Piemonte e della metà con l'ex provincia, ma i trasferimenti non sono mai arrivati: «Io ho anticipato quei soldi e se mi arrivassero avremmo ossigeno per fare i lavori, mentre quest'anno abbiamo incassato 9mila euro che sono stati tutti usati per le piccole manutenzioni».

Il sindaco ha scelto di far fare comunque i lavori, ma ora non sa bene come pagare la società: «Ci ho messo la faccia e rischio di rimetterci. Loro devono dare lo stipendio ai dipendenti, ma io avevo messo la faccia anche con i miei concittadini e la scuola non potevo chiuderla. Spero che qualcuno mi aiuti. Noi sindaci dei piccoli paesi facciamo di tutto per mantenere il livello dei servizi, ma non so davvero più cosa inventarmi. Sono sempre stato di centro sinistra, ma ora sono così deluso che non so se li voterò più. L'unica che mi ha detto qualcosa è l'assessore Pentenero, ma dice che girerà la mia lettera al ministro. Peccato che l'abbia già fatto e nessuno risponda, intanto però l'inizio della scuola si avvicina». E così il sindaco ha autorizzato i lavori e ora farà l'elemosina per pagarli: «I bambini entreranno in un edificio sicuro e faranno lezione e se nessuno ci aiuterà pagheremo le conseguenze, ma voglio che tutti sappiamo cosa ci sta facendo lo Stato».

Jacopo Ricca, "Chiederò l'elemosina per riparare il tetto della scuola del mio paese", "la Repubblica" (Torino), 6-09-15.

sabato 5 settembre 2015

Una scuola pubblica bilingue.

Impareranno a tradurre Seneca e Aristotele come gli altri liceali. Dovranno conoscere i versi di Dante e di Montale, la storia del Ventennio e la pittura di Leonardo. Con una differenza: gli studenti faranno lezione in inglese.


È la rivoluzione scolastica del Tito Livio di Milano, Il primo liceo classico statale che diventa bilingue, dove tutte le materie  -  dal latino alla matematica  -  vengono spiegate in lingua inglese. Il modello di riferimento è quello del Politecnico: nell'ateneo milanese dove studiano più di 40mila universitari fra aspiranti architetti, designer e ingegneri, da quest'anno quasi tutti i corsi di laurea specialistica hanno abbandonato l'italiano. "Abbiamo capito che il futuro è lì  -  spiega la preside del liceo Amanda Ferrario  -  per questo abbiamo deciso di fare una scommessa: importare il loro esempio in una scuola superiore, per la prima volta pubblica e non privata".

I passaggi per trasformare il più tradizionale dei licei in una scuola bilingue non sono pochi e comportano più di un ostacolo. Uno su tutti: reperire insegnanti che siano in grado di padroneggiare l'inglese a tal punto da sostenere lezioni, preparare e correggere compiti in classe, interrogare gli alunni. Il centralissimo liceo meneghino, a due passi dall'università Cattolica, la soluzione l'ha trovata senza andare troppo lontano: a cominciare dai prossimi giorni, per due anni di fila, più della metà dei professori che già lavorano nella scuola frequenterà ogni settimana corsi intensivi di perfezionamento, di conversazione e scrittura.

La risposta degli insegnanti è stata inaspettata, assicura la dirigente: hanno bussato alla porta della presidenza in trenta per autocandidarsi, su cinquanta nomi che compaiono all'interno dell'organico. Docenti di greco e di storia dell'arte, di filosofia e di scienze. Dovranno raggiungere come minimo una certificazione di livello "b1" per poter far parte del nuovo programma di lezioni.

La loro formazione è affidata allo Shenker, lo stesso istituto che ha seguito i docenti del Politecnico nella sua (controversa) mutazione di lingua. Una convenzione firmata dal liceo permette alla scuola di poter usufruire per i primi due anni di insegnanti madrelingua a titolo gratuito. Sono quelli necessari per mettere in moto gli ingranaggi e partire. Tra i banchi ci saranno gli studenti che oggi sono iscritti in prima. "Non c'è nulla di obbligatorio", assicura la scuola: verranno garantite classi con i tradizionali corsi in italiano per gli alunni che lo vorranno. Dai primi sondaggi fatti con le famiglie, però, il timore è che il numero di richieste sia tale da non riuscire ad avere posto per tutti, almeno all'inizio.

Tra due anni si parte quindi con i liceali di terza e l'obiettivo è portarli a sostenere anche l'esame di Stato in inglese. Ed è questo un altro passaggio necessario per trasformare il Tito Livio in una vera scuola bilingue: riuscire a ottenere che il diploma conseguito in Italia valga anche in Gran Bretagna. Il corrispettivo dell'Esabac francese. "Deve esserci un accordo bilaterale fra i due Paesi  -  precisa Ferrario  -  è un iter abbastanza lungo ma abbiamo avviato le procedure con il Ministero e contiamo di avere tutte le carte in regola".
T. De Giorgio, "Qui il futuro è bilingue."  A Milano il primo liceo pubblico dove si studia in inglese", "la Repubblica", 1-09-15.