Cerca nel blog

lunedì 20 maggio 2013

Felice Cipriani e il suo nuovo libro.


 Felice Cipriani  (a destra)
con Francesco Forno.

di  Felice Cipriani  1

Ho iniziato a scrivere quello che mi auguro diverrà un libro. 
L'obiettivo è quello di raccontare il comportamento, le aspirazioni e le lotte degli studenti e insegnanti prima del 25 luglio 1943, per poi arrivare ai giovani che presero le armi e si batterono contro l'occupazione nazifascista.  Su questo tema non esiste un'opera che narri quanto avvenne nelle scuole e Università dal 1937 al 1944.  È un lavoro impegnativo. 

Mi aiuteranno i rapporti, i promemoria, le circolari delle Forze di Polizia e delle Università.  Poi vi è un bel libro di Mario Avagliano,  "Muoio innocente", che purtroppo è difficile trovare nelle librerie  (ma si può ordinare on line, per esempio attraverso i portali della San Paolo o della Feltrinelli).
Inoltre esistono molti appunti sui ragazzi di Montesacro che fondarono l'Arsi  (Associazione Rivoluzionaria Studentesca Romana), alcuni dei quali furono trucidati dai nazisti.                                                                                                     Chi fosse in possesso di testimonianze o libri appropriati che raccontano le gesta degli studenti e insegnanti, lo può segnalare al prof. Lalomia 2  .
  
-----------------------

Note  (di  A. Lalomia)

1  Su Felice Cipriani  cfr. la pagina "Interviste" di questo blog e gli articoli su Ugo Forno, sempre su questo blog.

 2  E-mail:  casella.tin.it@virgilio.it .

sabato 18 maggio 2013

Negro, nero o di colore ? La risposta della Crusca, tra invettive razziste e melasse politicamente corrette.

La sede dell'Accademia della Crusca.

di  A.  Lalomia

Ho sempre considerato l'espressione  "di colore"  o  "coloured"  una delle manifestazioni più deplorevoli del più melenso politicamente corretto.  Anzi, un autentico inno razzista, perché un nero  (o negro)  non si sente affatto di colore, ma, appunto, nero.





 Il primo vocabolario dell'Accademia della Crusca  (1612).

Chiamarlo  "di colore"  equivale ad offenderlo, a distruggere la sua identità, a privarlo della sua storia.
D'altronde, il concetto di "negritudine" è stato elaborato da intellettuali di pelle nera  (Léopold Sédar SenghorAimé Césaire e altri)  come forma di riscatto dal dominio dei bianchi, di rivendicazione della propria dignità.  
Per fare un po' d'ordine, sarà quindi utile leggere la riflessione dell'Accademia della Crusca di 
qualche mese fa e ancora oggi molto attuale. 

mercoledì 15 maggio 2013

Il pensiero del ministro Kyenge sullo Ius soli e sul reato di immigrazione clandestina.


 Quirinale 28-04-13: giuramento del ministro Kyenge.

di  A. Lalomia

Le affermazioni del ministro dell’Integrazione circa la necessità di introdurre in Italia lo Ius soli e di abolire il reato di immigrazione clandestina, hanno sollevato, accanto a qualche consenso, un’ondata di polemiche, e non soltanto da parte dei soliti circoli xenofobi.  Al di là del modo perentorio  e impositivo con cui la Kyenge espone le sue idee  (“È così e non si discute”), la sua proposta relativa allo Ius soli non è stata apprezzata neanche da molti immigrati.  1  Il ministro infatti dimentica che in alcuni paesi di provenienza dei nostri immigrati, l' ottenimento della residenza in Italia provoca automaticamente la perdita di validità dei documenti di riconoscimento con cui erano arrivati, documenti che in alcuni casi devono essere consegnati alle rappresentanze diplomatiche di riferimento.  Per riottenere questi documenti gli immigrati, una volta tornati nei loro paesi di origine, devono affrontare una trafila burocratica ben più micidiale di quella che sono abituati a superare in Italia.                                                                                                                                                                                                                                                  (Per inciso, il ministro parla come se tutti gli immigrati fossero davvero ansiosi di rimanere qui per sempre.  Non è  così: la maggioranza di loro, dopo aver fatto un po’ di soldi in Italia, non vede l’ora di tornarsene a casa.  Molti degli allievi stranieri che frequentano le nostre scuole non conoscono neppure la differenza che esiste tra nazionalità e cittadinanza e comunque non si preoccupano minimamente di diventare cittadini italiani, anche perché già ora usufruiscono, spesso gratis, di un'infinità di servizi.)                                                                                                                   Tranne che nelle Americhe  (ma negli Stati Uniti con alcuni distinguo),  lo Ius soli è assente nel resto del pianeta.  Persino la Francia, che lo aveva adottato, alla fine è stata costretta a rivederlo e a modificarne quei punti che più si prestavano ad un uso strumentale da parte degli immigrati.                                                                                                                                                                                        Si è mai chiesta il ministro per quale motivo nella stragrande maggioranza dei paesi lo Ius soli è considerato una norma fuori da ogni logica e in contrasto con gli interessi nazionali ?   E visto che il ministro ormai ha acquisito la cittadinanza italiana, non le sembra che sia doveroso, da parte sua, pensare prima agli Italiani e poi agli immigrati ?   La Kyenge  (come d’altronde                                   ha dichiarato pubblicamente)  può anche sentirsi metà congolese e metà italiana;  però, 
tenuto conto che ha giurato sulla Costituzione italiana di svolgere la sua attività negli interessi esclusivi della Nazione, dovrebbe essere più cauta nelle sue affermazioni e, forse, verificare se il suo modo di pensare coincide con quello degli altri componenti del governo, a partire dal Presidente del Consiglio, e con i suoi compagni di partito.  Non sarebbe male, inoltre, se acquisisse dati più completi e recenti sull’immigrazione in Italia.  
Certamente gli immigrati onesti vanno protetti;  ma vanno protetti soprattutto dallo sfruttamento da parte dei loro stessi connazionali  2  .                                                                                 Quanto alla proposta di cancellare il reato di immigrazione clandestina, non vale neppure la pena parlarne, visto che  -per la sua stessa enormità-  non sarà neppure valutata in sede di Consiglio dei Ministri.

----------------------------------

Note


 Per la verità, alcuni commentatori non hanno apprezzato neanche la sua nomina, visto che in Italia la stragrande maggioranza degli immigrati arriva dall’Est europeo  (si pensi soltanto al mezzo milione circa di rumeni)  e dall'America Latina.  Gli immigrati provenienti dall’Africa nera forse sono in numero inferiore rispetto a quelli indiani, pakistani e del Bangladesh.  Su questo tema, cfr. Lorenzo Vignali, La nomina della Kyenge non fa bene all’integrazione. .  


2  Chissà se il ministro conosce le reti di sfruttamento  -con episodi non lontani dallo schiavismo-, che esistono dietro i movimenti di centinaia di migliaia di persone dai paesi poveri a quelli considerati ricchi.  Lo sfruttamento è gestito anche dagli Italiani, ma credo che  la responsabilità di questi ultimi sia inferiore rispetto a quella praticata dai connazionali di quelle centinaia di migliaia di immigrati che hanno scelto il nostro Paese come ancora di salvezza contro la povertà e l'emarginazione.

giovedì 9 maggio 2013

Disciplina a scuola. Modesto promemoria per il nuovo Ministro.


Pistola Taser X26.
 Vandalismo a scuola.
di  A. Lalomia

In un post pubblicato il 16-02-13   ricordavo che  "Personalmente sono convinto da anni che il rispetto delle norme disciplinari da parte degli studenti costituisca la premessa indispensabile per l'intero processo didattico-formativo." .  Nella nota n. 3 dello stesso testo, facevo notare che  "Prove di questa mia convinzione sono reperibili su questo stesso blog.  Cfr. ad esempio  Devianza disciplinare studentesca e pistole Taser: un appello ai parlamentari. , testo che figura in seconda posizione nell'elenco dei post più popolari, con più di 600 visualizzazioni  (e questo credo che voglia dire qualcosa).".
Ebbene, a distanza di meno di tre mesi, il post  Devianza disciplinare studentesca e pistole Taser: un appello ai parlamentari.  è balzato al primo posto nel suddetto elenco, con più di 880 visualizzazioni.
Ma anche l'altro testo che figura nella lista dei post più popolari Studenti, condotta e sanzioni disciplinari. Una notizia sorprendente.ha aumentato il numero di visualizzazioni, sfiorando quota 340.
E d'altronde, è abbastanza singolare che nella graduatoria citata, che comprende soltanto cinque post, ben due si riferiscano al problema della condotta degli allievi.  Segno fin troppo evidente che tale problema viene vissuto da gran parte dei docenti come prioritario rispetto ad ogni altra questione.  2
Mi auguro che la nuova Responsabile del MIUR tenga conto di questa realtà e riservi al tema del ripristino delle regole del vivere civile nelle scuole l'attenzione che merita, prima che anche in Italia vengano prese iniziative analoghe a quelle proposte di recente negli Stati Uniti dalla National Rifle Association (NRA) . 

--------------------------------------

Note  


2   Ma anche dal resto del personale scolastico, a partire dai bidelli, troppe volte vittime degli atti di bullismo e di autentica delinquenza perpetrati da soggetti che ci si ostina a chiamare studenti.  Sul tema della disciplina a scuola, cfr. la cartella "Bullismo e altre forme di devianza disciplinare studentesca.", presente su questo blog.

mercoledì 8 maggio 2013

Presentazione del "Partigiano Montezemolo" a Roma.


di  A. Lalomia

Il 12 maggio, nell'ambito della Slowfesta di primavera 2013 1, sarà presentato "Il partigiano Montezemolo", di Mario Avagliano, un testo che è stato accolto con grande favore dalla critica e che ha avuto un ottimo successo di pubblico  2 .
Un'occasione da non perdere: l'A. leggerà brani del libro e saranno proiettati dei video che consentiranno di conoscere meglio uno degli eroi più illustri della nostra Resistenza. 

---------------------------------

Note

1  Via Antonio Coppi 12-D, Roma.

2  Cfr. la mia intervista all' A. .

lunedì 6 maggio 2013

Ugo Forno: dopo quasi settant’anni, il piccolo patriota romano riceve il riconoscimento ufficiale del suo sacrificio. Intervista a Felice Cipriani.

 Da sinistra: Felice Cipriani,
Francesco Forno e il Prefetto di Roma

di  A. Lalomia


Martedì 23 aprile 2013, con la consegna al fratello Francesco, della medaglia d’oro alla memoria di Ugo Forno, si è conclusa una storia che parte dal 5 giugno 1944, data della tragica, ma nello stesso tempo gloriosa, scomparsa del giovane eroe romano  1 .
Per parlare dell’evento, ho approfittato ancora una volta della disponibilità di Felice Cipriani, che mi ha già concesso un’intervista qualche giorno fa  2  .

-------------------------------

Note
 Il brevetto del Ministro dell'Interno e la medaglia
d'oro conferita alla memoria di Ugo Forno.

1  Stupisce che la SMS “Settembrini”, frequentata da Ugo negli aa.ss. 1942-43 e  1943-44, non abbia ancora provveduto a segnalare, attraverso il suo sito  (che continua a ignorare completamente la figura del piccolo eroe), la notizia del conferimento della medaglia d’oro.  
Altrettanto sorprendente è che questo stesso sito non fornisca alcun cenno al concorso “Il coraggio di scegliere” , promosso per onorare l’ultima vittima della Resistenza romana.
Si parla tanto della necessità di fornire ai giovani validi esempi di virtù, di impegno, di solidarietà, di abnegazione e poi, quando si può presentare loro qualcuno che ha tutte le carte in regola per essere mostrato come esempio, si fanno spallucce. 
Ribadisco quanto ho già espresso nell’intervista: e cioè che il libro di Cipriani dovrebbe essere adottato quantomeno dalle seconde e dalle terze della “Settembrini”  (e di altri istituti). 
Sulla vicenda di Ugo, si veda l'ottimo sito www.ugoforno.it, che offre altre immagini della cerimonia, tra cui un video.
Cfr. anche gli altri miei post presenti in questo blog.

------------------------------------


1.  Può ricostruire le tappe della lunga storia dell’assegnazione della medaglia  ?

 Il Prefetto di Roma legge
a Francesco Forno la motivazione del riconoscimento.
Giovedì 23 aprile si è conclusa una storia, quella della medaglia d’oro ad Ugo Forno, iniziata l’11 maggio 1945, quando il Ministero della Guerra, Sezione Personale Recuperato….scrive:  “Patriota caduto Ugo Forno, equiparato al grado di soldato. La VI^ Commissione laziale, per il riconoscimento della qualifica di partigiano all’unanimità propone che ad Ugo Forno sia riconosciuta la qualifica di partigiano combattente per la lotta di Liberazione. “.
Quest’ultima documentazione resterà affissa all’albo pretorio comunale per un mese, per eventuali osservazioni, che però non ci saranno. 
Il 16 aprile 1947 una sottocommissione composta da personalità (ci sono solo i cognomi) della Resistenza e delle Istituzioni presieduta da Alfredo Monaco (che collaborò per l’evasione di Pertini)  e con Adriano Ossicini  (che partecipò attivamente alla Resistenza), approva all’unanimità la proposta di concessione della medaglia d’Oro al Valor Militare alla memoria ad Ugo Forno.
Poi un’altra commissione non conferma questa decisione e riprende il “balletto” delle carte,  dalla commissione della Presidenza del Consiglio dei Ministri al Comando Regione Territoriale Carabinieri Lazio. L’ultima nota è del 23 aprile del 1949, data in cui il segretario di una  commissione  (è scritto su carta non intestata) richiede  un’ulteriore istruttoria.


2.  Ma non c’erano state le dichiarazioni dei testimoni dell’evento  (e di quanti
si erano comunque resi conto dello spirito patriottico del ragazzo), che avrebbero dovuto supportare senza ombra di dubbio l’importanza del gesto di Ugo ?

Sì, ma evidentemente queste dichiarazioni non bastarono.  Non bastò né la dichiarazione del sottotenente paracadutista Giovanni Allegra  -che assistette allo scontro a fuoco e soccorse Ughetto-,  né quella dei coloni che furono coinvolti sempre dal giovane eroe e combatterono a fianco a lui e nemmeno la dichiarazione del colonnello dei bersaglieri Cesare Tron, che testimoniò il valore del ragazzo.


3.  Se non sbaglio questo colonnello attestò che Ugo avrebbe voluto arruolarsi in una formazione armata e che egli era stato costretto a rifiutare la sua offerta,  in ragione della giovane età del ragazzo  (V. la sua dichiarazione alle pp. 117-8).

 Particolare della medaglia  d'oro
conferita alla memoria di Ugo Forno.
Esatto, la dichiarazione di Tron è molto più importante di quanto sembri a prima vista, perché dà l’idea di quanto il ragazzo fosse ansioso di offrire il suo contributo per la liberazione di Roma e dell’Italia.


4.  Dopo il 1949 a che anno bisogna spostarsi ?

Al 2010.


5.  Al 2010 ?

Proprio così.  Sembra incredibile ma è la verità. Proprio in data 22-11-2010, verrà fuori, attraverso la mia richiesta di concessione della medaglia d’oro fatta al Presidente della Repubblica, che  “dalla documentazione in possesso del Dicastero risulta una scheda relativa alla proposta di concessione della medaglia d’oro al Valor Militare “alla Memoria” in favore del partigiano Ugo Forno per fatti inerenti alla guerra di Liberazione che, però, non ha dato seguito a nessuna concessione onorifica a causa del parere contrario espresso dagli organi preposti”.
Avevo giurato a Ughetto due anni prima che avrei fatto il possibile per fargli avere il giusto riconoscimento e quindi non mi arresi.
Mi diedi da fare ancor di più nelle ricerche e arrivai a scoprire, attraverso la risposta del Ministero della Difesa ad una signora, Anna Luigia Salis    (che aveva presentato la stessa istanza),  che “la competente commissione di 2° grado rigettò senza alternative tipologiche (..) perché non aveva mai militato in alcuna formazione partigiana armata”.  Ho già spiegato nella precedente intervista che ritengo tale decisione ingiusta, se non ridicola.


6.  Si tratta della stessa Anna Luigia Salis, paleografa, a cui, nel 2003, il Capo dello Stato Ciampi ha conferito la medaglia di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana ?   

Sì, è proprio lei.  Il padre, dopo aver letto la storia di la storia di Ughetto sul “Corriere della Sera”, aveva detto alla figlia che sarebbe stato doveroso concedere la medaglia d’oro al ragazzo.  Così, Anna Luigia Salis, il 19 settembre del 2001  prese carta e penna e scrisse poche parole al Presidente della Repubblica: "Perchè non onorare con la medaglia al Valor Militare e con cerimonie in tutte le scuole della Repubblica la memoria di Ugo Forno, che sacrificò la vita per Roma e la libertà?  Le porgo i miei affettuosi saluti".  Forse allegò l'articolo del  "Corriere".


7.  E dopo ?

A quel punto tornai a scrivere, il 2 agosto del 2011, di nuovo al Presidente Giorgio Napolitano, fornendo l’ulteriore documentazione che avevo ritrovato negli archivi e seguii passo passo l’iter burocratico, che consisteva nell’invio della richiesta dalla Presidenza della Repubblica al Ministero degli Interni, da qui alla Prefettura e quindi al sindaco di Roma. Una volta che la Giunta comunale, nel maggio del 2012, approvò la delibera, si rifece il percorso a ritroso.
 Il Prefetto di Roma consegna
a Francesco Forno la medaglia d'oro.
Finalmente arriviamo al 23 dicembre 2012, quando la Ministro Rosanna Cancellieri appose la firma al decreto di concessione della medaglia d’Oro, che inviò per la ratifica al Presidente della Repubblica. Il Presidente Giorgio Napolitano firmò il 16 gennaio 2013 e quindi, a partire da allora, Ughetto entrò nell’Olimpo degli eroi della Patria. Venni avvertito dagli Uffici della Presidenza che probabilmente la medaglia sarebbe stata consegnata dallo stesso Presidente a Francesco Forno, in occasione delle celebrazioni del 25 Aprile. Purtroppo la situazione politica non ha reso possibile la cerimonia con il Capo dello Stato. Questo è l’unico cruccio che mi porto, senza voler mancare di rispetto al Prefetto dr. Giuseppe Pecoraro che il 23 aprile 2013 ha posto, alla mia presenza, nelle mani emozionate di Francesco Forno, la Medaglia d’Oro al Merito Civile alla Memoria. Caro Ughetto, missione compiuta.  


 Un'altra immagine relativa alla consegna
della medaglia d'oro a Francesco Forno.
8.  Dalle immagini che Lorenzo Grassi ha pubblicato sul sito dedicato a Ugo, mi sembra che sia stata una bella cerimonia, vissuta in uno spirito di sobria ufficialità e di cordiale partecipazione.  Non capita tutti i giorni che un Prefetto dedichi una parte significativa del suo tempo alla consegna di una medaglia,  sia pure di alto valore etico.  Si tratta di un’attenzione che dimostra, come ho già scritto, la sua sensibilità e, aggiungo, la sua gentilezza.

Sì, è stata una bella cerimonia, semplice e intensa nello stesso tempo.  Il Prefetto è stato molto cortese:  ci ha intrattenuto più di mezz'ora e ha voluto sapere ulteriori ragguagli su Ugo.  Si è dimostrato veramente interessato alla vicenda del piccolo eroe.  La squisita gentilezza del Prefetto e la sua disponibilità ci hanno ripagato dell’estenuante procedura burocratica che è stato necessario seguire per raggiungere l'obiettivo del riconoscimento.

domenica 5 maggio 2013

Aria nuova a Viale Trastevere ?

Giorgio Israel
Quirinale, 28-04-13: giuramento
del Ministro M.C. Carrozza.

di  A. Lalomia

Anch'io, come tanti altri, avrei voluto formulare i miei auguri al nuovo Ministro dell'Istruzione, accompagnandoli con un breve elenco delle priorità che dovrebbe affrontare. 
Poi però, di fronte alla lettera aperta di Giorgio Israel pubblicata sul  "Sussidiario"  del 2 maggio  (e riprodotta sul suo blog), non ho potuto fare a meno di rinunciare al proposito.
Non per nulla, il Ministro, con un tweet dello stesso 2 maggio, ha definito la lettera di Israel  "bellissima", ringraziandolo per il suo intervento.
Sul nuovo Ministro, vale le pena leggere anche l'intervista all'Inkiesta prima di essere nominata responsabile del MIUR.