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lunedì 28 aprile 2014

La campionessa italiana di neuroscienze ? È di origini cinesi.


di  A. Lalomia

A conferma di quanto gli allievi cinesi e comunque di origini cinesi si applichino nello studio con uno spirito e un impegno ben diversi da quelli della maggioranza dei loro coetanei italiani, si propone un video su Anna Pan. Nata in Italia da venditori ambulanti cinesi, studentessa del Liceo Scientifico Statale  "Alessandro Antonelli"  (3^ H)  di Novara, è risultata la vincitrice della gara di selezione nazionale per le Olimpiadi delle Neuroscienze 2014 e rappresenterà il nostro Paese nelle prove mondiali che si svolgeranno a Washington nel mese di agosto, in occasione dell'International Brain Bee (IBB).

Di seguito, dunque, il video su questa brillante allieva, che in precedenza aveva già ottenuto un importante riconoscimento della Regione Piemonte:


 


Sul tema, cfr. anche :

domenica 27 aprile 2014

Droghe 'leggere' . La Lettonia dà il buon esempio.

Dopo la legge entrata in vigore pochi giorni fa sul divieto della vendita di quelle che venivano finora considerate “droghe legali” in Lettonia, adesso il ministro Rihards Kozlovskis prevede anche pene amministrative per chi affitta edifici in cui vengono vendute “sostanze psicoattive”.
In questi ultimi mesi c’è stata in Lettonia una forte campagna per portare alla luce il fenomeno delle droghe leggere vendute fino a poco tempo fa in modo legale, ma che spesso causano a chi ne fa uso forti malesseri e gravi conseguenze alla salute.
Per questo la campagna contro la vendita e l’uso di queste sostanze ha avuto un forte impatto nell’opinione pubblica lettone, tanto da aver portato a modificare la legge penale che dal 9 aprile prevede sanzioni penali contro chiunque venda “sostanze psicoattive” la cui manipolazione è vietata o limitata.
Ma oltre alle conseguenze penali per chi vende queste sostanze, adesso il governo lettone spinge per colpire almeno a livello amministrativo e pecuniario anche gli affittuari dei luoghi dove si verifica lo spaccio di tali sostanze.
Per questo il ministro dell’interno Kozlovskis avrebbe previsto sanzioni da 280 a 700 euro per le persone fisiche, e da 1400 a 7000 euro per le persone giuridiche, che siano coinvolte nel traffico di queste sostanze, sia affittando stanze o negozi adibiti a questo commercio, sia per chi collabori allo stoccaggio e al trasporto di queste sostanze.

lunedì 21 aprile 2014

Uno studente con un grande futuro.

Il liceale modello in America? E' un ragazzo afroamericano di 17 anni, che è riuscito a sbalordire un intero Paese superando i durissimi esami per entrare in tutti i migliori college del Paese, quelli della celebre Ivy League.
Ora Kwasi Erin, di Long Island, New York - forte del 99% di risposte esatte e di uno ‘score' record di 2.250 punti su 2.400 - ha solo l'imbarazzo della scelta: dovrà decidere per i suoi studi universitari se frequentare la Columbia o Harward, Yale piuttosto che Princeton. Molto dipenderà dalle borse di studio che gli verranno offerte.
Ma la storia di Kwasi è destinata per ora a rimanere un'eccezione. Uno studio appena pubblicato conferma infatti una realtà molto più amara per i neri d'America: gli afroamericani restano al palo per quel che riguarda le possibilità di avere successo nella vita. Quel successo che negli Stati Uniti ha invece sempre di più gli occhi a mandorla.
I bambini asiatici sono infatti ad oggi quelli che negli Usa hanno maggiori possibilità di affermarsi, seguiti dai bianchi e dagli ispanici. Indiani-americani e afroamericani giacciono invece in fondo alla classifica. I dati parlano chiaro. Su una scala da uno a mille, lo studio ha tenuto conto di parametri come il livello raggiunto nella lettura e nella matematica, il tasso di conseguimento di un diploma, le prospettive d'impiego e di reddito.
Alla fine è risultato che i bambini asiatici hanno un punteggio pari a 776, i bianchi 704, gli ispanici 404, gli indiani 387. Fanalino di coda gli afroamericani con 345. I dati del rapporto ‘Race for Results' - realizzato dalla Annie E. Casey Foundation, un'organizzazione che da anni promuove il benessere dei bambini americani - sono un campanello d'allarme per quello che accade a livello sociale in America e - spiegano gli esperti - confermano come le barriere razziali non siano state affatto superate.
"I numeri - ha detto Patrick McCarthy, presidente della fondazione - sono una chiamata ad agire per tutti i settori della società, affinché si livellino le differenze e si creino uguali opportunità per i bambini di colore".
Del resto, lo svantaggio inizia già dalla nascita, con solo l'80% dei neonati di colore che ha un peso nella norma, contro il 92% degli altri. Il divario poi cresce a scuola, con solo il 66% degli afroamericani che riesce a prendersi un diploma nei tempi stabiliti.
Un recente studio dell'amministrazione Obama, poi, mette in evidenza come gli studenti di colore sono solitamente i più discriminati a scuola, sia attraverso norme disciplinari più severe, sia con minori possibilità di avere insegnanti più preparati.
"In questo Paese - conclude la Annie E. Casey Foundation - i ragazzi di colore sono fondamentali per il successo degli Stati Uniti, saranno la maggioranza della nostra forza lavoro e non possiamo permetterci di perdere il loro talento. Dobbiamo far sì che abbiano successo".

Kwasi studente prodigio, ammesso in tutti i migliori college d'America, "America oggi"  del  2-04-14. 

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lunedì 14 aprile 2014

Storica sentenza della Cassazione.

                                                                                                     
Spesso i genitori delle ultime generazioni non usano mezzi termini: un voto negativo o una punizione inflitta ai loro figli viene interpretata come un’offesa. Non pensano che quasi sempre sono la normale conseguenza di una preparazione inadeguata o un mezzo di correzione di comportamenti sbagliati. A volte, rari casi, fortunatamente, passano anche alle vie di fatto. Spesso si presentano davanti ai prof dei figli con aria di sfida. E arrivano a minacciare o insultare gli insegnanti, rei di aver osato a giudicare in modo negativo i figli.
Ora, però, faranno bene a stare attenti. Per la Cassazione (sentenza 15367 della V sezione penale) quando si lasciano andare parole offensiva nei confronti dei docenti, dei pubblici ufficiali in servizio, rischiano di andare sotto processo per ingiuria - con eventualità di pena detentiva - anziché cavarsela con una multa del giudice di pace.
La Suprema Corte ha infatti annullato senza rinvio la sentenza di non luogo a procedere, per il reato di ingiuria, emessa dal giudice di pace di Cecina (Grosseto) in favore di Maria Bruna C., madre di un'allieva della scuola media 'Fattori' di Rosignano-Solvay che aveva usato parole pesanti nei confronti di una insegnante della figlia durante un incontro, a scuola, sul rendimento negli studi della ragazzina.
I supremi giudici, pur non rendendo note le parole offensive rivolte all'insegnante e per le quali il giudice di pace aveva ritenuto di non procedere hanno trasmesso tutti gli atti alla Procura di Livorno accogliendo il ricorso del pg di Firenze contro il proscioglimento della mamma. Secondo la Procura, in casi del genere, si configura non la semplice ingiuria ma il più grave reato di offesa a pubblico ufficiale.
"Erroneamente", per la Suprema Corte, il giudice di pace aveva chiuso un occhio sull'ingiuria e aveva archiviato la vicenda: il delitto di oltraggio a pubblico ufficiale, dopo l'abrogazione, è stato infatti "reintrodotto" nel 2009 con alcune modifiche. Con una serie di precisazioni. Primo: "l'offesa all'onore e al prestigio del pubblico ufficiale deve avvenire alla presenza di più persone", poi "deve essere realizzata in luogo pubblico o aperto al pubblico". Infine, "deve avvenire in un momento nel quale il pubblico ufficiale compie un atto di ufficio nell'esercizio, o causa dell'esercizio, delle sue funzioni".
E queste condizioni furono attuate nella scuola ‘Fattori’: tanto è vero che le parole offensive pronunciate dalla mamma contro la prof. 'volarono' "nei locali scolastici, in modo tale da essere percepite da più persone".
Gli 'ermellini' hanno tenuto a precisare che la discussione tra mamma e prof. riguardava "questioni scolastiche" e non vicende di tipo "personali". E siccome "l'insegnante di scuola media è un pubblico ufficiale, e l'esercizio delle sue funzioni non è circoscritto alla tenuta delle lezioni ma si estende alle connesse attività preparatorie, contestuali e successive, ivi compresi gli incontri con i genitori degli allievi", offenderlo durante l’orario di ricevimento diventa a tutti gli effetti un reato.

  
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Come spesso accade, è dovuta intervenire la Cassazione per dare lo stop a un fenomeno che si stava pericolosamente allargando: quello degli insulti agli insegnanti da parte dei genitori degli allievi. Una mamma di Rosignano Solvay, in provincia di Livorno, dovrà subire un processo e rispondere dell’accusa di oltraggio a pubblico ufficiale dopo aver insultato l’insegnante della figlia della scuola media “Fattori”. 
La mamma era stata “graziata” dal giudice di Pace di Cecina che, nell’aprile del 2012, aveva sentenziato di “non doversi procedere” per il reato di ingiuria. Sembrava che la cosa fosse finita lì, ma la Procura generale di Firenze ha impugnato la decisione del giudice di Pace e ha presentato ricorso in Cassazione sostenendo che era stata male interpretata la legge. 
Dal 2009, infatti, è stato reintrodotto il reato di oltraggio a pubblico ufficiale, per un certo tempo depenalizzato. È questo reato che dovrà rispondere la mamma. La Cassazione, nella sentenza 15367, ha infatti sostenuto che le “ingiurie vennero pronunciate nei locali scolastici, in modo tale da essere percepite da più persone”. Inoltre l’insegnante di scuola media - sostiene la Suprema Corte - è pubblico ufficiale e l’esercizio delle sue funzioni non è circoscritto alla tenuta delle lezioni, ma si estende “alle connesse attività preparatorie contestuali e successive, compresi gli incontri con i genitori degli allievi”. 

mercoledì 9 aprile 2014

Le grandi battaglie della prima guerra mondiale: la Somme (1916).


Uno dei più catastrofici errori del comando supremo britannico, convinto di poter sconfiggere i tedeschi con una serie di manovre che si rivelarono fallimentari.  Tra l'altro, almeno un terzo dei proiettili di artiglieria lanciati dagli inglesi rimase inesploso  (a causa di difetti di fabbricazione).  In alcuni casi i soldati vennero mandati all'attacco camminando, non correndo, e furono falciati dal fuoco nemico. Questo perché i comandanti inglesi erano convinti che il bombardamento avesse distrutto le trincee nemiche, che invece erano rimaste praticamente intatte.
Al termine del primo giorno di combattimenti, gli inglesi persero quasi 60.000 uomini, tra morti e feriti.
Le perdite totali di entrambi gli schieramenti, dopo mesi di feroci scontri  (in cui vennero impiegati per la prima volta i carri armati),  ammontarono ad oltre un milione e duecentomila soldati.