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sabato 31 dicembre 2016

Aung San Suu Kyi e la comunità rohingya.

Un gruppo di 23 attivisti, formato da premi Nobel ed ex ministri di vari paesi del mondo, ha scritto una lettera aperta al Consiglio di Sicurezza dell’ONU affinché intervenga per porre fine alla crisi umanitaria dei rohingya, una minoranza religiosa di fede musulmana che vive in Birmania. Tra i firmatari della lettera ci sono anche l’ex presidente del Consiglio italiano Romano Prodi e l’ex ministra degli Esteri Emma Bonino. Nella lettera viene criticata soprattutto la ministra degli Esteri birmana Aung San Suu Kyi, nota attivista per i diritti umani e a sua volta premio Nobel per la pace, per non essere ancora intervenuta per fermare la sanguinosa repressione. Quello che sta succedendo, scrivono i firmatari, «equivale a un’azione di pulizia etnica, nella quale si stanno compiendo crimini contro l’umanità».

giovedì 29 dicembre 2016

Insegnate la Storia a questi studenti di Taiwan.

Ecco che cosa accade quando gli studenti ignorano la Storia.
Sull'argomento, cfr. anche :  Studenti di Taiwan inscenano una parata nazista, "Cina Oggi", 24-12-16.

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mercoledì 28 dicembre 2016

La Russia di oggi e i fantasmi del regime staliniano.

Nelle ultime settimane, l’opinione pubblica russa è stata scossa dal ritorno dell’annoso problema della memoria dei crimini staliniani. La questione, sempre e comunque attuale, è stata riportata in auge dalla pubblicazione di alcune liste contenenti i nomi dei membri della polizia segreta (NKVD) durante gli anni 1935-1939. Una lista con più di 40 mila nomi è stata pubblicata da Memorial ed è disponibile online, un’altra è stata redatta da Denis Korogodin, pronipote di una delle vittime. Il periodo del grande Terrore – che culminò nel biennio 1936-1938, in cui avvennero le Grandi purghe – è ricordato dai russi anche come Ežovščina, dal nome del capo dell’NKVD di quegli anni, Nikolaj Ežov. E’ giusto che, oltre a quello di Ežov, siano resi noti i nomi degli altri partecipanti ad avvenimenti così tragici? Le persone nominate nella lista sono presumibilmente tutte morte, dunque che senso ha rivangare crimini su cui non può più essere fatta giustizia? Attorno a questa domanda ruota una più ampia discussione sulla memoria dei crimini del regime e sul suo posto nella Russia post-sovietica, un problema che tutte le società post-totalitarie hanno dovuto affrontare. Nel caso russo, il neonazionalismo e la continuità di alcuni elementi con il regime precedente rendono la questione ancora più complicata.

sabato 24 dicembre 2016

Bullismo. Dalla Russia un modo efficace per combatterlo.

Con l'auspicio che i responsabili della nostra politica scolastica vedano questo filmato e decidano   (una buona volta)   di introdurre anche in Italia quelle forme di contrasto al bullismo e ad altre forme di devianza disciplinare studentesca che si sono rivelate efficaci in Russia e in altri paesi.

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