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mercoledì 31 gennaio 2018

I "Big Five" dell'editoria mondiale.


Qualche giorno fa il sito britannico di notizie sull’editoria The Bookseller ha pubblicato alcuni dati sul mercato dei libri nel Regno Unito secondo cui nel 2017 la quota di mercato complessiva dei quattro più grandi gruppi editoriali attivi nel paese – i cosiddetti “Big Four” – era diminuita. È passata dal 47,8 per cento del 2016 al 46,8 per cento del 2017, arrivando a valere circa 744,8 milioni di sterline (cioè più di 851 milioni di euro).
Anche se questi dati riguardano solo il Regno Unito, sono importanti per il mondo dei libri in generale, sia perché il mercato dell’editoria in lingua inglese è il più grande di tutti, sia perché non si può escludere che in futuro grandi gruppi editoriali stranieri investano di più in Italia, dove l’intera editoria (escludendo scolastica e testi tecnici) nel 2017 ha fatturato 1,485 miliardi di euro. Per questo abbiamo messo insieme una guida per saperne un po’ di più sul loro conto.

I tracker per lo sport mettono a rischio la segretezza delle basi militari ?


L'aeroporto militare statunitense nei pressi della città di Bagram,
a sudest di Charikar nel Parvan, in Afghanistan (Strava.com)
 
Un sito molto popolare utilizzato per condividere online i dati sulla propria attività fisica rivela, con un alto livello di dettaglio, la posizione e gli spostamenti di migliaia di soldati impegnati in alcune delle più pericolose zone di guerra del mondo, e potrebbe mettere a rischio la loro sicurezza. Strava.com dà la possibilità ai suoi iscritti di condividere i dati sulle corse (a piedi o in bicicletta) raccolti dai loro dispositivi per lo sport: tracker che di solito comprendono un rilevatore GPS per ricostruire il percorso seguito durante ogni sessione. I dati raccolti dal sito vengono poi inseriti in forma anonima su una mappa, dove sono “illuminati” e resi evidenti i percorsi più seguiti. Nelle grandi città la mappa è un groviglio di strade in evidenza, mentre in zone desertiche come quelle del Medio Oriente è quasi completamente scura, fatta eccezione per le aree intorno alle basi militari dove sono attivi dei soldati, per lo più statunitensi.
                                     La “Global Heat Map” di Strava

lunedì 29 gennaio 2018

Omaggio a Ingvar Kamprad, fondatore di IKEA.


“Se pratico il lusso, non posso predicare il risparmio. È una questione di buona leadership”. Un imperativo categorico che aveva la consistenza di un biglietto da visita. Su di esso c’era il nome di un uomo battezzato Ingvar Kamprad, cresciuto nella fattoria Elmtaryd, all’interno del villaggio di Agunard, in Svezia. Mettete insieme le iniziali dei quattro nomi ed ecco venir fuori la sua creatura: IKEA.

Per il magazine Veckans Affarer era l’uomo più ricco del mondo. Forbes lo aveva piazzato al quarto posto. Tuttavia la primavera del 2005, con la perdita di valuta del dollaro americano, consegnò a Kamprad la testa indiscussa della classifica dei plurimiliardari planetari stimando la sua fortuna intorno ai ventotto miliardi di dollari americani (anche se per il provider tedesco T-Online i miliardi erano cinquantatré).
In ogni caso il suo vero record fu quello di miliardario più frugale. Era lui, infatti, l’uomo che meglio impersonava il concetto di low cost style con un rigore e una coerenza da far spavento. Negli spostamenti: volava in economy (“perché buttare i soldi in business, per un bicchiere di champagne?”),  disdegnava grandi hotel e le automobili di lusso (aveva una Volvo vecchia di quindici anni ma andava in ufficio in metropolitana); nel mangiare (faceva la spesa quando il mercato sotto casa era in chiusura, evitava i ristoranti noti e pranzava spesso al self service del suo magazzino) o nei consumi: nel 2008 si lamentò per aver pagato ventidue euro un taglio di capelli nei Paesi Bassi, da quel momento ci pensò la moglie o se li faceva tagliare quando si trovava in paesi in via di sviluppo, come il Vietnam. E poi niente sprechi (ai dipendenti raccomandava di scrivere su entrambi i lati di ciascun foglio di carta, prima di buttarlo via); niente negozi (non indossava nulla che non fosse stato acquistato nei mercatini); niente extra (quando dal frigo bar di una camera d’albergo prendeva una bevanda, la rimpiazzava immediatamente con una comprata al supermercato).
Qualcuno diceva fosse tirchio, altri insinuavano che questo atteggiamento fosse parte integrante di una strategia di comunicazione. Lui diceva semplicemente: “Voglio dare il buon esempio”. In ogni caso la sua parsimonia entrò presto nella leggenda.

sabato 27 gennaio 2018

Come faremo a comunicare con i futuri abitanti della Terra ?




Negli anni, il problema di gestire le scorie nucleari, tenendole isolate in luoghi dove non possono nuocere alle persone, ha obbligato gli scienziati a interrogarsi su un’altra questione, collegata alla prima: visto che i materiali radioattivi continuano a essere pericolosi per migliaia di anni, dovremmo avvertire gli esseri umani del futuro remoto di non avvicinarsi troppo.
Come possiamo farlo tenendo conto che nessun linguaggio scritto e nessuna lingua della storia è mai durata per così tanto tempo?

Non si può escludere che fra centomila anni l’umanità potrebbe essersi estinta, oppure aver subito una forte involuzione tecnologica ed essere tornata all’età del bronzo. Per questo né gli alfabeti né le lingue attuali vanno bene e nemmeno i simboli che comunemente associamo al concetto di pericolo, visto che nel tempo potrebbero cambiare significato. In un video Vox ha riassunto le riflessioni fatte dagli scienziati su questo tema dagli anni Sessanta a oggi. Una delle idee per risolvere il problema, pensata dai filosofi François Bastide e Paolo Fabbri nel 1984, era basata sull’uso di gatti modificati geneticamente per illuminarsi in presenza di oggetti radioattivi.

Il problema di comunicare con chi ci sarà tra centomila anni, "Il Post", 26-01-18. 

giovedì 25 gennaio 2018

I progetti ambiziosi di Elon Musk per il futuro.


Tesla ha annunciato il nuovo piano di retribuzione per il suo CEO, Elon Musk, e prevede obiettivi estremamente ambiziosi. Musk sarà pagato solo se Tesla – il più importante e promettente produttore di auto elettriche negli Stati Uniti – raggiungerà un valore di mercato enorme, che nello scenario più ottimistico prevede i 650 miliardi di dollari nel prossimo decennio. Se non ci riuscirà, Musk non riceverà nemmeno un centesimo dall’azienda che ha contribuito a fondare e a portare agli attuali successi.
L’annuncio di Tesla è stato diffuso martedì 23 gennaio, con un’anticipazione sul New York Times, e mette fine a mesi di ipotesi sul futuro di Musk al suo interno. Tempo fa Musk disse di voler rimanere a capo dell’azienda fino alla messa in vendita della Model 3, la prima auto elettrica prodotta da Tesla pensata per il mercato di massa e della quale è iniziata da poco la produzione su larga scala, seppure con ritardi e imprevisti che stanno allungando i tempi di consegna. Nel 2014 Musk cambiò versione, dicendo di essere interessato a rimanere più a lungo a seconda dell’andamento delle vendite e dell’azienda in generale. Con l’uscita della Model 3 molti analisti erano tornati a chiedersi che cosa volesse fare il CEO di Tesla, e infine hanno avuto una risposta.

mercoledì 24 gennaio 2018

Festa grande per i lettori della casa editrice Adelphi.


Dal 16 gennaio al 15 febbraio i libri della casa editrice Adelphi sono scontati del 25 per cento, sul sito, nelle librerie e sui rivenditori online. Lo sconto è previsto dalla legge Levi sui libri del 2011, che stabilisce che non possa superare il 25 per cento del prezzo di copertina, e che consente a ogni editore di protrarlo non più di un mese l’anno e mai a dicembre (quello in cui si vendono più libri per i regali delle feste). È quindi una buona occasione per comprare qualche grande classico o qualche nuova chicca di Adelphi, uno degli editori italiani più raffinati nei contenuti ed eleganti nella grafica.

lunedì 22 gennaio 2018

I mini-droni protagonisti delle guerre future.


Oltre due milioni di visualizzazioni in poche settimane, considerando solamente il canale YouTube. Sono questi i numeri ottenuti da Slaughterbots, il cortometraggio prodotto e distribuito da Future of Life, un’organizzazione sostenuta anche da Elon Musk e Stephen Hawking.
La scena shock arriva dopo 5 minuti dall’inizio colpendo dritto al cuore l’immaginazione di chi, fino a quel punto, credeva solo di assistere a un’affascinante presentazione commerciale di un CEO della Silicon Valley. Dal bagagliaio di un van esce uno sciame di mini droni, grandi quanto il palmo di una mano.

Con chi ti saresti alleato durante la seconda guerra mondiale ?


Col senno di poi è facile giudicare le azioni e le scelte delle persone che hanno vissuto in altri periodi storici, ma mettersi davvero nei loro panni non è semplice perché non avremmo mai potuto essere noi stessi, quelli che siamo oggi, con le idee che abbiamo oggi, se fossimo nati cinquanta, cento o cinquecento anni fa, dato che il contesto storico influenza necessariamente la personalità delle persone. Con questa consapevolezza Pierre Bayard, professore di letteratura francese all’Università di Parigi VIII e psicoanalista, ha fatto una specie di esperimento mentale per provare a capire come si sarebbe comportato se fosse stato un giovane uomo durante la Seconda guerra mondiale, da che parte sarebbe stato e come avrebbe agito. L’esperimento è un saggio, intitolato Sarei stato carnefice o ribelle? e da poco pubblicato in Italia da Sellerio, tradotto da Andrea Inzerillo.

Come prima cosa Bayard – che ha 64 anni – ha costruito la personalità di un proprio “personaggio delegato”: non un suo doppio ma qualcuno con «caratteristiche intellettuali, sociali e psicologiche» simili alle sue, per poi metterlo nel contesto delle Francia durante la Seconda guerra mondiale e immaginare la sua vita in quella situazione. Per costruire questo personaggio Bayard si è basato su tre cose: su alcuni principi psicologici sui comportamenti collettivi e individuali in periodi di crisi; sui comportamenti avuti da lui stesso nel corso della sua vita in momenti drammatici; sulla storia dei suoi familiari vivi all’epoca e in particolare di suo padre, con cui condivideva molte caratteristiche intellettuali.
Per il suo personaggio Bayard ha scelto la stessa data di nascita di suo padre, nel gennaio del 1922. Una volta definite le caratteristiche di questo personaggio e il suo “punto di partenza” nel 1939, anno di inizio della guerra mondiale, Bayard immagina passo dopo passo le sue scelte e le sue azioni basandosi su varie testimonianze dell’epoca, oltre che sul proprio carattere e su riflessioni psicologiche.
Pubblichiamo di seguito un capitolo della seconda parte del libro, che fa capire il metodo che Bayard ha usato per immaginare il suo personaggio delegato: in questo caso si è basato sull’autobiografia di un combattente della Resistenza che aveva 19 anni nel 1940 per capire che tipo di reazioni avrebbe avuto all’armistizio tra Francia e Germania firmato il 22 giugno di quell’anno.
                                                                          

sabato 20 gennaio 2018

La Svezia si prepara alla guerra ?


La Svezia ha annunciato che nel 2018 distribuirà a 4,7 milioni di famiglie svedesi degli opuscoli contenenti istruzioni su cosa fare in caso di guerra. Gli opuscoli, che secondo il quotidiano locale Aftonbladet verranno consegnati tra maggio e giugno, spiegheranno come prendere parte alla “difesa totale” in caso di conflitto e come garantirsi continuo accesso ad acqua, cibo e riscaldamento. La decisione di stamparli e distribuirli, ha detto il governo svedese, è stata presa a causa delle crescenti minacce alla sicurezza nazionale emerse negli ultimi anni, soprattutto alla sempre maggiore aggressività della Russia fuori dai suoi confini.

domenica 14 gennaio 2018

Il sonno come antidoto contro l'ansia e la depressione.


Dormire otto ore per notte fa bene alla salute e non solo a quella del corpo. Uno studio appena pubblicato sul "Journal of Behavior Therapy and Experimental Psychiatry" da Meredith Coles e Jacob Nota, della Binghamton University, nello stato di New York, dimostra infatti che un sonno inferiore alle otto ore raccomandate dai medici è correlato a una maggiore difficoltà a evitare pensieri negativi e intrusivi.

I ricercatori hanno registrato i cicli e la durata complessiva del sonno in un gruppo di soggetti con un alto livello di pensieri negativi ripetitivi, che sono la manifestazione di quella che gli psicologi definiscono "ruminazione ansiosa". Ai soggetti sono state poi presentate alcune immagini in grado di scatenare una risposta emotiva, mentre un sistema automatico tracciava i loro movimenti oculari.



Coles e Nota hanno così scoperto che la mancanza di sonno o la sua cattiva qualità erano associate a una notevole difficoltà del soggetto a distogliere l’attenzione dalle informazioni negative contenute nelle immagini. Una possibile interpretazione di questa correlazione è che un sonno inadeguato contribuisca a rendere il soggetto più esposto alla ruminazione ansiosa e alla fissazione su preoccupazioni e pensieri negativi.

"Le persone coinvolte nello studio hanno mostrato alcune tendenze ad avere pensieri negativi ossessivi, e l'elevato livello di questi pensieri negativi rende loro difficile distogliere l'attenzione dagli stimoli negativi a cui li abbiamo esposti", ha spiegato Coles. "Mentre in condizioni normali le persone sono in grado di ricevere informazioni negative e andare avanti, i partecipanti allo studio hanno dimostrato di avere notevoli dei problemi a ignorarle".

Il dato emerso è di notevole importanza, 


poiché si ritiene che i pensieri negativi ossessivi siano una componente importante in diversi tipi di disturbi psicologici.


"Col tempo ci siamo convinti che l'aspetto della mancanza di sonno abbia un ruolo fondamentale: i pensieri negativi e ripetitivi sono rilevanti per esempio nell’ansia e nella depressione”, ha aggiunto Coles. “Il nostro studio è innovativo poiché indaga per la prima volta la connessione tra la deprivazione di sonno e i meccanismi neuropsicologici che ci consentono di ignorare i pensieri negativi”.

Si tratta in ogni caso di risultati preliminari. Gli autori ritengono infatti che occorreranno ulteriori studi per indagare a fondo la questione e per verificare in particolare se la mancanza di sonno è correlata solo all’insorgere di ansia e depressione oppure se contribuisce a mantere un disturbo già in atto. Se la teoria di Coles e colleghi fosse corretta, lo studio potrebbe aprire la strada a trattamenti psicologici che comprendano anche cicli di sonno più salutari


Le fissazioni ansiose di chi dorme poco o male, "Le Scienze", 9-01-18.

"J'Accuse...!" : 120 anni fa.


Dunque erano in sette. C’era una signora delle pulizie, un colpevole, un innocente, un indagatore, un sabotatore, un dilettante e un romanziere. Poi un inverno gelido, i malanni di due vecchi che si rivelarono decisivi e un paio di determinanti cadute da cavallo: la prima rivelatoria, la seconda definitiva. Ma anche una parata di graduati, dove però sarebbe stato l’ultimo della fila, un solerte tirapiedi, a rivelarsi risolutivo. E perfino un cronista, chiamato il Tigre, che si sarebbe fatto Primo Ministro. Con un universo intero dietro di loro, composto da politici, falsari, spie, nobili, eroi e vittime. Una umanità divorata dalle apparenze, dal potere, dalla verità, dall’orgoglio, dallo zelo o dalla coscienza. Un mondo che, dopo questa storia, il più incredibile giallo dei tempi moderni, sarebbe cambiato per sempre. Senza cambiare nulla.

lunedì 8 gennaio 2018

Il contributo degli italo-americani allo sforzo bellico statunitense.

Americani di origine italiana parlano del loro contributo alla liberazione del loro antico Paese.