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domenica 29 gennaio 2012

Ancora sulla politica di promozione della lingua italiana all'estero.

 Il Ministro degli Esteri Giulio Terzi
di  A. Lalomia

In un post di qualche giorno fa, sottoponevo ai lettori l’appello al Ministro degli Esteri Giulio Terzi di non procedere alla privatizzazione dei corsi di italiano all’estero, per un serie di motivi che ho evidenziato.
Sono lieto di constatare che anche altri, ai vertici della nostra diplomazia  -a parte il ministro Terzi, particolarmente attivo, soprattutto in qualità di ambasciatore, nel sostegno dell’italianità nel mondo-,  abbiano ritenuto di prendere posizione sul modo in cui il nostro Paese  -attraverso le sue strutture pubbliche, con speciale riguardo agli Istituti Italiani di Cultura-  procede alla promozione della nostra immagine, quantomeno in quei paesi in cui esistono già le premesse per un rafforzamento della nostra presenza culturale.
 Il Console Generale Alessandro Motta
Qui vorrei citare almeno l’intervista  che il Console Generale italiano di Chicago, Alessandro Motta, ha rilasciato a i-Italy, perché mi sembra particolarmente rappresentativa del modo lucido e concreto con cui lo Stato può affrontare la questione, senza assumersi ulteriori impegni finanziari.
È un'intervista di cui bisognerebbe tener conto, in vista di un potenziamento delle nostre istituzioni culturali all’estero.
Se è vero  (come si afferma)  che l’italiano è la quarta lingua straniera più studiata al mondo e che viene considerata anche nei paesi più ricchi  (iniziando proprio dagli Stati Uniti)  uno strumento di promozione sociale  -che permette quindi di accedere ad incarichi di responsabilità, gratificanti e ben retribuiti-  credo che da parte del nostro Paese si debbano compiere tutti gli sforzi necessari per non deludere le aspettative di quanti si accostano con interesse, entusiasmo e fiducia allo studio della nostra lingua e della nostra cultura.

sabato 28 gennaio 2012

Franco Cardini a Roma.

di  A. Lalomia

Ricordo ai lettori che il 2 febbraio 2012 alle 17,00, nella sala capitolare del Chiostro di Santa Maria sopra Minerva  (Piazza della Minerva 38 Roma), Franco Cardini parteciperà alla presentazione del numero della rivista "La Porta d'Oriente" dedicato alla storia dell'orientalismo. 
Ingresso libero.
Un altro evento da non perdere.

Franco Cardini presenta a Bari "Il Turco a Vienna".




di A. Lalomia

Mercoledì 1° febbraio 2012, alle 18:30, presso la libreria Laterza di Bari  (Via Sparano, 136), Franco Cardini presenterà il suo ultimo libro, "Il Turco a Vienna. Storia del grande assedio del 1683.".
Interverranno anche Luigi Quaranta e Raffaele Girardi.
Un appuntamento da non mancare.

sabato 21 gennaio 2012

Pietro Citati e il giornalismo.


di  A. Lalomia

In questo video,  Pietro Citati 1 parla della sua esperienza di giornalista e dei preziosi insegnamenti che ne ha ricavato per la produzione di opere che lo hanno reso uno dei più grandi e amati maestri della critica letteraria, anche se preferisce chiamare i suoi testi "libri" e non saggi.
Vorrei integrare il filmato con alcune citazioni tratte dal suo sito   2, che danno la misura anche della sua disarmante sincerità.
"Da quando ho iniziato a scrivere libri, verso i quarant'anni, ho sempre provato una grande passione nel narrare.
Scrivere un libro è completamente diverso da scrivere un saggio: nel saggio ci vuole brillantezza, una certa rapidità nel colpire l'attenzione del lettore; nel libro conta la costruzione, l'abilità consiste nel mantenere desta l'attenzione nell'arco di un numero anche elevato di pagine.  Ci vuole una certa tensione romanzesca applicata alla critica. Un libro che coglie nel segno dev'essere letto con piacere e abbandonato malvolentieri."
 La penna dell'A.
"Nei miei libri c'è sempre una fusione fra vita e interpretazione dell'opera. Racconto la vita, ma non tutta la vita: la seguo fino al momento in cui una persona ordinaria cambia e diventa scrittore, il momento in cui scatta qualcosa in lui.
Cerco di capire il segreto di questa metamorfosi di un uomo qualunque - fino ad allora un mondano, un ufficiale o un impiegato - che a un certo punto si trasforma in uno scrittore: a partire da quel momento, il mio libro diventa un'interpretazione dei libri che hanno scritto."
"I miei libri derivano da grandi amori giovanili. Poi passano almeno vent'anni fra la prima idea e la realizzazione del libro. Prima la metto da parte, penso di non essere abbastanza capace, la rimando, poi la realizzo dopo tanto tempo."
"I libri li scrivo a penna. Il 'Proust', ad esempio, l'ho poi dettato e passato a una copisteria che l'ha ribattuto. Sogno un computer a cui poter dettare tutto."a  
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Note
1  Cfr. anche  "Pietro Citati e Giacomo Leopardi", su questo stesso blog.   
2  www.pietrocitati.net/ .

lunedì 16 gennaio 2012

Tommaso di Carpegna Falconieri presenta a Roma "Medioevo militante".


di  A. Lalomia

Ricordo ai lettori che il giorno 20-01-12, a Roma, presso la libreria "Punto Einaudi"  di Via Labicana 1 , Tommaso di Carpegna Falconieri presenterà la sua ultima, impegnativa opera,  “Medioevo militante. La politica di oggi alle prese con barbari e crociati."  (v. le pagine dei  “Libri consigliati”  e degli  “Eventi culturali” di questo blog).
Un’occasione da non mancare, per l’accuratezza e la passione con cui il giovane ma già autorevole docente dell'Università di Urbino 2   ricostruisce con sicura efficacia la fitta trama di rapporti che corrono tra l’età medievale che è oggetto di indagine degli storici, da una parte; e l’immagine artefatta, demagogica e strumentale del Medioevo  (da fantasy da video-game, per intenderci)  che viene proposta da anni, soprattutto da alcuni movimenti politici, per catturare il consenso di un pubblico già prevenuto ideologicamente e comunque poco disposto ad accostarsi in modo scientifico ad una realtà, quella medievale appunto, che richiede rigore metodologico e capacità interpretative e di giudizio di un certo livello, dall’altra.
La fortuna del volume è testimoniata tra l’altro dall’eccezionale numero di recensioni, tutte decisamente favorevoli, con cui il testo è stato accolto dalla critica sin dai primi giorni della sua apparizione nelle librerie.  Merito anche di una prosa ben calibrata, elegante e scorrevole. Tommaso di Carpegna Falconieri sa scrivere  (il che, sia detto senza alcuno spirito polemico per gli storici di professione, non sempre è scontato), conquista l’attenzione del lettore e lo ‘costringe’ a seguirlo attraverso una narrazione dei fatti che sembra romanzesca, ma che in realtà è profondamente improntata a severi criteri scientifici.
L’ A. è riuscito a far comprendere in modo lucido l’inganno che si cela dietro il revival del Medioevo dei nostri giorni, l'ondata di medievalismo che si è abbattuta sull'Italia  (ma non solo)  attraverso uno spregiudicato processo di mercificazione dell’età di mezzo.  L'uso politico e mercantile del Medioevo  (sostenuto dall'attiva connivenza di certi media)  ha creato troppe volte una visione stereotipata e dicotomica di quell'epoca, da baraccone, di cartapesta, da sagra paesana, capace di rafforzare i pregiudizi e gli incubi di taluni e di alimentare la fantasia di chi chiede soltanto prodotti di facile ed immediato consumo, densi di luoghi comuni, di folklore, di archetipi saccheggiati dal più abusato e truculento armamentario dell’immaginario collettivo.
I fruitori di questo patch-work variopinto a cui viene ridotto spesso l’età di mezzo, alla fine non riescono neppure a concepire l’idea che il vero Medioevo sia distante mille miglia da quello che viene loro ammannito, che sia, cioè, un’epoca di intensa spiritualità, di studi profondi, di scoperte scientifiche, di innovazioni tecnologiche che hanno preparato la grande e affascinante stagione del Rinascimento.
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Note
1   Roma, Via Labicana 114, 00184tel. 06-6875043. E-mail: canio.milano@libero.it.
L'appuntamento è per le 19,30. Interverranno l'A. e Marco Brando. 

2   Si veda ad esempio la sua pagina personale sul portale dell’Università di Urbino, che riporta una bibliografia degna di un decano universitario.  Alcuni dei saggi sono scaricabili liberamente.

domenica 15 gennaio 2012

150 anni di storia attraverso le invenzioni e le scoperte del genio italiano.

di  A. Lalomia


Presso l' Istituto Italiano di Cultura di New York è stata allestita una mostra dedicata alla scienza e alle invenzioni italiane, dal titolo "150 years of Italian Genius-Innovation Changing the World" .
Un modo decisamente originale e concreto per celebrare il 150° anniversario dell'Unità e per far conoscere la straordinaria grandiosità del genio italiano, troppe volte ignorato nel nostro Paese 1  o messo in secondo piano da imprenditori stranieri che si sono appropriati del frutto delle nostre migliori menti, senza assicurare loro alcun compenso 2 .
Vista l'eccezionale richiesta da parte del pubblico  -che conferma la validità e la fortuna dell'iniziativa-  la data di chiusura dell'esposizione, inizialmente fissata al 27-01-12, è stata posticipata al 3-02-12.
Di seguito il video realizzato da i-Italy:


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Note
1 V. ad esempio il seguente filmato, prodotto sempre da i-Italy:


Cfr. anche la nota successiva.
2  A parte la note vicende di Antonio Meucci e di Alessandro Cruto, bisognerebbe aggiungere almeno un caso dei nostri giorni, e cioè quello di Fabrizio Capobianco, che ha inventato il cloud computing, peraltro in una forma più sofisticata di quella che in genere si conosce. 
Trattato con sufficienza in Italia, Capobianco decide di tornare negli Stati Uniti  (dove si era perfezionato nei laboratori HP di Palo Alto)  e lì fonda Funambol, che è diventata un'azienda di portata mondiale, con trenta milioni di $ di venture capital e in continua espansione. 

sabato 14 gennaio 2012

Roberto Saviano a New York. Il video.

di  A. Lalomia


In un post  di qualche giorno fa, davo notizia della conferenza che Roberto Saviano e Nouriel Roubini hanno tenuto l' 8-12-11 presso il Dipartimento di Italianistica della New York University.
Visto che alcuni hanno trovato difficoltà nel reperirlo, sono lieto di proporre ai lettori del blog il video dell’incontro con sottotitoli in italiano  (quando a parlare è un anglofono)   e in inglese   (quando parla Saviano).


Sull’evento esiste un altro video, ma più lungo e completamente in inglese, a parte quando parla
Saviano.  Propongo anche questo.


Ritengo comunque che il primo filmato si presti molto di più ad un uso didattico.
Da notare che nel suo intervento Roubini spara a zero sul precedente governo  -e soprattutto sull'ex premier-  con frasi che non lasciano spazio ad equivoci.
Sul tema, cfr. anche Robert Viscusi, "Saviano's Eyes".

mercoledì 11 gennaio 2012

Alessandro Barbero. Come pensava un cavaliere del Medioevo: Jean de Joinville.


di  A. Lalomia

La terza puntata del ciclo di lezioni sul Medioevo svolte da Alessandro Barbero qualche mese fa a Sarzana, durante il Festival della Mente.
Per l'occasione, riflettori puntati su Jean de Joinville  (1224-1317),  cavaliere  e siniscalco dalla profonda religiosità al servizio di Luigi IX  1  .       
Protagonista di imprese epiche in Terrasanta durante la settima crociata  (1248-54), Joinville è autore di un libro di memorie, citato quasi sempre come  "Histoire de Saint Louis", dall'intento agiografico e malgrado ciò fonte primaria per lo studio della vita del re santo e del periodo in cui questi visse. 
Un ulteriore tassello di quel formidabile mosaico sull’età di mezzo con cui Barbero si pone tra i più autorevoli esperti  della materia. 


 Jean de Joinville offre il suo libro
a Luigi, Re di Navarra, futuro Luigi X.







Luigi IX parte per la settima crociata.



Qui una versione francese del libro.
Qui una traduzione italiana dell'opera.
Qui, invece, un sito su Luigi IX.
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Note
1  1215-70.  Nel 1226, alla scomparsa del padre, Luigi VIII, ereditò la corona  di Francia, ma venne affidato alla tutela della madre, Bianca di Castiglia, fino al 1242  (in alcuni testi, comunque, si parla del 1236).  Prese parte alla settima  (1248-54)  e  all'ottava crociata  (1270), durante la quale morì di peste mentre stava assediando Tunisi.  Canonizzato nel 1297 da Bonifacio VIII.  V. la scheda biografica e l'approfondimento sulla  "Treccani".


2   Alle crociate, Barbero ha dedicato tra l'altro, nel 2009, il saggio  "Benedette guerre. Crociate e Jihad"pp. 102, Laterza, Bari 2009 (Saggi Tascabili Laterza), € 10,00.  Qui  un brano del volumetto.

Franco Cardini: ripensare lo sciopero.

di  A. Lalomia

Condivido pienamente quanto Franco Cardini ha espresso circa il recente sciopero nelle ferrovie nell'articolo  "Per una nuova strategia dello sciopero"  apparso ieri sul suo blog.
Un articolo che considero magistrale, per la lucidità delle argomentazioni, la concretezza delle proposte e la chiarezza del linguaggio.
Riporto soltanto l'inizio  (tanto per far capire a chi considera Cardini un 'fascista' come stanno veramente le cose)  e la conclusione.
"Cari Compagni,
permettete a un lavoratore come Voi, che non ha una "storia di sinistra" ma che si sente da sempre socialista, di rivolgersi a Voi con questo vecchio, glorioso vocativo di "Compagni", oggi così imbarazzante e démodé." [...]  "Cari Compagni, lo sciopero è un'arma di lotta sindacale sacrosanta: ma proprio per questo bisogna che tutti (a cominciar dagli scioperanti) la usino col massimo rispetto. Uno sciopero che danneggia soltanto i lavoratori, che non nuoce in nulla ai datori di lavoro e che lascia intatti i privilegi di chi già ne gode, non è soltanto inefficace: è infame. Nelle settimane scorse, ho avuto modo di assistere in Francia ad altre forme di lotta. Per esempio i  lavoratori dei musei in sciopero vanno regolarmente al lavoro, tengono aperte le loro sedi,  ma sospendono i controlli dei biglietti e la gente entra gratis. Dinanzi a situazioni del genere i datori di lavoro, pubblici o privati che siano, accusano sul serio il colpo: e le perdite da loro subìte sono ben più pesanti di quelle degli scioperanti che ci perdono il salario quotidiano pur prestando comunque la loro opera di custodia e di controllo delle opere esposte. Una bella prova di spirito civico e d'impegno sociale. Non ritenete, cari Compagni, che anche nel nostro paese sia il caso di passare a forme di lotta meno generiche, meno autolesionistiche, più efficaci e più dure? Saluti ad auguri d'un buon 2011." 

martedì 10 gennaio 2012

Alessandro Barbero. Come pensava un mercante del Medioevo: Dino Compagni.




di  A. Lalomia

La seconda puntata del ciclo di lezioni sul Medioevo di Alessandro Barbero al Festival della Mente dello scorso anno.
Questa volta, al centro della sua brillante ricostruzione storica, è Dino Compagni  (circa 1246-1324)  mercante  e politic1  fiorentino vissuto al tempo di Dante, della battaglia di Campaldino, di Giano della Bella e degli  "Ordinamenti di Giustizia", di Enrico VII, degli scontri tra guelfi e ghibellini, del conflitto tra Cerchi e Donati, di Bonifacio VIII, di Carlo di Valois, della Cattività Avignonese.
Un altro, affascinante affresco dell'età di mezzo, con sottili ed argute allusioni alla realtà politica italiana di fine estate 2011 2 .

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Note
1 Qui l'ampia biografia di Dino Compagni sul "Dizionario Biografico degli Italiani"  (vol. 27, 1982).
Qui, invece, una versione in PDF della sua opera più importante, la  "Cronica delle cose occorrenti ne' tempi suoi", a cura di G. Luzzatto, per i tipi della Einaudi.

2
  I riferimenti all'ex premier a volte sono abbastanza espliciti, ma vengono presentati con garbo e pacata ironia  ("Io sto parlando della Firenze di fine del Duecento.").

lunedì 9 gennaio 2012

Alessandro Barbero. Come pensava un frate del Medioevo: Salimbene da Parma.



di  A. Lalomia

Alessandro Barbero parla di Salimbene de Adam, meglio noto come Salimbene da Parma (1221-88), frate francescano autore di una  "Cronica"  di circa mille pagine, nel corso dell'ottava edizione del Festival della Mente di Sarzana  (2011).
La prima puntata di una serie di lezioni magistrali sul Medioevo, ampie, ricche di precisi riferimenti storici e di riflessioni acute ed avvincenti.
Per una sintesi, v. l'articolo dello stesso Barbero sulla "Stampa" del 19-08-11  (qui anche con una raffigurazione di Salimbene).
Qui una versione della "Cronica".

domenica 8 gennaio 2012

Pietro Citati e Giacomo Leopardi.



di  A. Lalomia

Credo di fare cosa gradita ai lettori del blog, soprattutto a quelli che mi hanno espresso direttamente tale desiderio, proponendo un magnifico video in cui Pietro Citati presenta, nel modo affascinante ed erudito che gli è proprio, la vita e il pensiero di Giacomo Leopardi.
Ricordo che a Leopardi Citati ha dedicato tra l'altro il volume  "Leopardi", pp. 444, Mondadori, Milano 2010, € 22,00 (ISBN: 978880460325), che ha vinto nel 2011 il Premio De Sanctis per la Saggistica.
Qui per la lettura di alcune pagine del libro.

Il film della settimana: "Il Gattopardo".






Vorrei proporre ai miei lettori una serie di pellicole che hanno segnato in modo particolarmente incisivo la storia della cinematografia.
Vista la ricorrenza  (anche se appena trascorsa)  del 150° anniversario dell'Unità, mi è sembrato opportuno iniziare con  "Il Gattopardo", di Luchino Visconti.
Tratto dal celebre romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa  (1896-1957), il film rappresenta un autentico capolavoro del cinema.

Ultimo aggiornamento del video:  24-06-17.

Luchino Visconti

                        
                           Giuseppe Tomasi di Lampedusa

giovedì 5 gennaio 2012

Sprechi e ruberie nella P.A. . La denuncia del Sen. Mario Baldassarri.

 Mario Baldassarri e Franco Modigliani.


di A. Lalomia

Il Sen. Mario Baldassarri, nel corso di due recenti interviste 1 , ha fornito dati impressionanti sugli sprechi e sulla corruzione che esistono nella P.A. .
Sono cifre che in parte si conoscevano: in parte, appunto, perché l'entità del fenomeno rappresentato dall'economista di FLI è assolutamente spaventosa 2
Si tratta di uno scandalo dalle dimensioni colossali, da incubo: tra sprechi e illeciti di vario genere, lo Stato perde almeno una cinquantina di miliardi di € l'anno, soldi che potrebbero essere impiegati per sanare il debito pubblico  (senza imporre ulteriori sacrifici alle categorie meno fortunate)  e per ridare slancio all'economia.
A questo punto, però, sorge spontanea una domanda: come mai, di fronte a denunce così precise, che non lasciano spazio ad equivoci, gli organi competenti, a partire dalla Magistratura, finora non hanno agito  (a parte qualche raro caso) ?
In Italia non dovrebbe esistere l'obbligatorietà dell'azione penale ?
La risposta a questo interrogativo, forse, la dà lo stesso Sen. Baldassarri : "Perché il nodo è politico: significa tagliare il brodo di coltura di 300 mila persone che si nasconde e prospera nella zona grigia che sta tra politica, economia e affari.".
La situazione denunciata con vigore dal Sen. Baldassarri introduce inoltre pesanti ipoteche sull'operato del ministro della F.P. del precedente governo, il quale si vantava di aver moralizzato il settore, autorizzando verifiche che avrebbero dovuto impedire ogni tipo di reato e di sprechi.  Ha qualcosa da rispondere, questo ministro, o preferisce rimanere zitto e continuare a pensare che il vero problema della P.A. sono i fannulloni e i finti malati  (anche quelli che si recano sul posto di lavoro pur potendo rimanere a casa) ?

                                                                                    Mario Baldassarri commenta
                                                                                    il voto di fiducia al Governo Monti.
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2  "Con Piero Giarda eravamo nella commissione tecnica della spesa pubblica 25 anni fa e già allora scoprimmo che una penna Bic poteva costare da 300 a 3000 lire. I veri costi della politica non sono negli stipendi o nel numero dei Parlamentari. Se impostassimo un taglio di metà dei loro stipendi e del numero di deputati e senatori risparmieremmo 450 milioni di euro all’anno. Invece ne buttiamo altrove 45 miliardi. Sono questi i costi della politica veri. " [...] "Ci sono 40-50 miliardi di euro rubati ogni anno attraverso specifiche voci della spesa pubblica. Se si ci limiterà a tagliare gli stipendi dei parlamentari senza agire su queste ruberie, i cittadini continueranno ad essere presi in giro."  ("La Stampa")

Alessandro Barbero: lezione di storia in un liceo della Svizzera italiana.

 La biblioteca del "Liceo Cantonale Lugano 1".
di A. Lalomia

Vorrei proporre ai lettori del blog un video con una suggestiva lezione di Storia dal tema  "Cittadini e barbari"  tenuta lo scorso anno da Alessandro Barbero  (docente di Storia Medievale all'Università degli Studi del Piemonte Orientale)  presso il "Liceo Cantonale di Lugano 1".  Moderatore Fabio Pusterla.
L'incontro  -per il suo alto valore culturale-  dovrebbe essere preso ad esempio da molte scuole superiori italiane, che spesso sprecano i loro pochi soldi in progetti di modesta  (se non addirittura scarsa)  efficacia didattica.

martedì 3 gennaio 2012

I "Canti" di Giacomo Leopardi tra i cento libri 2011 scelti dal New York Times.



di  A. Lalomia

Anche lo scorso anno il New York Times ha proposto la lista dei 100 libri più importanti  ("100 Notable Books of  2011").
Nell'elenco, al sesto posto  (e prima di Stephen King, in decima posizione con il suo  "11/22/63")  figura un italiano, l'unico della graduatoria, che però, per la sua statura, ne vale più di cento.  È Giacomo Leopardi, i cui  "Canti"  sono stati tradotti e commentati in inglese (con testo originale a fronte)  da Jonathan Galassi  per la  Farrar, Straus & Giroux, una delle maggiori case editrici di New York (pp. 498,  $ 25 paperback,  $ 35 rilegato), di cui lo stesso Galassi è  presidente. 
Qui la pagina dell'editore dedicata al libro su Leopardi.
L’opera è stata accolta dalla critica statunitense in modo decisamente lusinghiero, a partire proprio dal NYT 1 , che la propone ai lettori con queste parole:  "With this English translation, Leopardi may at last become as important to American literature as Rilke or Baudelaire.", anche se l’accostamento mi sembra un po’ azzardato, vista la superiorità del nostro poeta 2  rispetto agli altri due nomi.
Molto opportunamente, il volume è stato presentato anche in alcuni istituti italiani di cultura attivi nei paesi anglofoni.  Si veda ad esempio l’ Istituto Italiano di cultura di Toronto.
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Note

1  Peter Campion, "The solitary life".
V. anche l'ampio articolo di Robert Pogue Harrison, "The Magic of Leopardi", su "The New York Review of Books"  (una traduzione parziale del testo si trova sul sito della "Dante Alighieri" di Ottawa).
Cfr. inoltre la recensione di Michael Dirda sul Washington Post, le cui parole sono riportate sulla copertina dell'opera. Il  “New Yorker”, poi, gli ha dedicato un vero saggio.
A fronte di un'accoglienza così calorosa, viene da chiedersi come mai sia passato tanto tempo dalla prima edizione della raccolta, avvenuta nel lontano 1887.

           Jonathan Galassi parla dei "Canti" 
di Giacomo Leopardi alla New York Society Library.

                                                                     Jonathan Galassi e Joachim Sartorious 
                                                           discutono sui  "Canti" di Giacomo Leopardi.

Ho sempre giudicato riduttivo definire Leopardi soltanto “poeta”, vista l'eccezionale qualità della sua produzione in prosa.  Le  "Operette morali", secondo me, sono uno dei capolavori letterari di tutti i tempi. Per non parlare dello "Zibaldone" e dell'epistolario. Il termine  “poeta”  viene usato soltanto per comodità.


Contro la privatizzazione dei corsi di italiano all'estero.




di  A. Lalomia

Da anni, ormai, sono a favore di una politica di liberalizzazioni in settori anche importanti della nostra economia, per  affrancarla dalla cappa dei monopoli invadenti e dello statalismo parassitario che lo ha oppresso per decenni  (frustrando le legittime ambizioni dei cervelli che sono stati costretti ad espatriare)  e per consentire al Paese di far fronte agli obblighi che la finanza internazionale  -e la sciagurata adozione dell'Euro-  richiedono  (ma forse bisognerebbe scrivere "ci impongono").
Ritengo però che esistano comparti in cui lo Stato non possa e non debba abdicare alla sua leadership.
Uno di questi settori è quello dell'istruzione, in cui la presenza pubblica deve senz'altro essere tallonata dalle iniziative dei privati  -inserendosi in un regime di concorrenza leale ma serrata, per offrire servizi sempre migliori agli utenti-   ma deve continuare a conservare un ruolo strategico, di primaria importanza.  E questo soprattutto per impedire che la scuola si trasformi in una specie di azienda, dove la preoccupazione maggiore diventa l'accumulo di competenze professionali finalizzate all'immediato, al profitto, dimenticando il profilo educativo, pedagogico, di affinamento della personalità dell'allievo, di costruzione della sua coscienza etica, che l'istituzione scolastica deve porsi.  La scuola pubblica, naturalmente, può e deve anche pensare alle logiche di mercato, ma tale finalità non deve sovrapporsi agli altri compiti che ho appena esposto.
Ecco perché mi sento di sottoporre ai lettori del blog l'appello rivolto al Ministro degli Affari Esteri di non procedere alla privatizzazione dei corsi di lingua e cultura italiana all'estero, una proposta avanzata dal Sen. Claudio Micheloni   e  dall'On. Franco Narducci, entrambi del PD  (e la circostanza non può non sollevare un notevole stupore, anche se la  FLCGIL ha preso duramente posizione sul tema).
Un appello che forse non cadrà nel vuoto, visto l'impegno che il ministro Terzi ha dimostrato in passato nella meritoria opera di valorizzazione e diffusione della nostra lingua e della nostra cultura nei paesi in cui ha prestato servizio come ambasciatore, e soprattutto negli Stati Uniti .  Da persona sensibile a questi e ad altri temi  (a partire dal rispetto dei diritti umani),  il ministro potrebbe senz’altro accogliere l’invito e promuovere le idee per vitalizzare, in un regime in cui venga lasciato un doveroso spazio ai privati  (sempre per garantire, appunto, la concorrenza), un settore che dovrebbe proiettare nel mondo l’immagine dell’Italia e in grado di rispondere in modo concreto all'enorme domanda di apprendimento della nostra lingua in diverse aree geografiche.
Contro la mercificazione del sapere, della conoscenza come mezzo spregiudicato e senza scrupoli di profitto e di arricchimento, soprattutto in un Paese come l’Italia dove manca una vera e propria cultura d’azienda a livello nazionale (le eccezioni riguardano le PMI, malgrado siano le più colpite dalla crisi economica), l’iniziativa mi sembra inserirsi egregiamente in un contesto di buone pratiche che dovrebbero essere sempre più diffuse.
Qui la pagina del MAE sulle scuole italiane all'estero.
Qui, invece, la testimonianza di una docente di lingua italiana in California che lamenta la scarsa attenzione del nostro Paese nel sostenere la cultura nazionale all'estero.

lunedì 2 gennaio 2012

Messaggio di fine anno del Presidente della Repubblica.



di  A. Lalomia

Vorrei iniziare questo nuovo anno con il  discorso che il Presidente della Repubblica ha rivolto al Paese al termine del 2011
Un messaggio accorato, ricco di temi su cui varrebbe la pena riflettere, anche in ambito scolastico.
Un invito, soprattutto, alla fiducia, espresso più volte e con cui si chiude il discorso "Lasciatemi dunque ripetere : la fiducia in noi stessi è il solido fondamento su cui possiamo costruire, con spirito di coesione, con senso dello stare insieme di fronte alle difficoltà, dello stare insieme nella comunità nazionale come nella famiglia.
E allora apriamoci così al nuovo anno : facciamone una grande occasione, un grande banco di prova, per il cambiamento e il nuovo balzo in avanti di cui ha bisogno l'Italia.". 

Qui il video.