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domenica 29 gennaio 2012

Ancora sulla politica di promozione della lingua italiana all'estero.

 Il Ministro degli Esteri Giulio Terzi
di  A. Lalomia

In un post di qualche giorno fa, sottoponevo ai lettori l’appello al Ministro degli Esteri Giulio Terzi di non procedere alla privatizzazione dei corsi di italiano all’estero, per un serie di motivi che ho evidenziato.
Sono lieto di constatare che anche altri, ai vertici della nostra diplomazia  -a parte il ministro Terzi, particolarmente attivo, soprattutto in qualità di ambasciatore, nel sostegno dell’italianità nel mondo-,  abbiano ritenuto di prendere posizione sul modo in cui il nostro Paese  -attraverso le sue strutture pubbliche, con speciale riguardo agli Istituti Italiani di Cultura-  procede alla promozione della nostra immagine, quantomeno in quei paesi in cui esistono già le premesse per un rafforzamento della nostra presenza culturale.
 Il Console Generale Alessandro Motta
Qui vorrei citare almeno l’intervista  che il Console Generale italiano di Chicago, Alessandro Motta, ha rilasciato a i-Italy, perché mi sembra particolarmente rappresentativa del modo lucido e concreto con cui lo Stato può affrontare la questione, senza assumersi ulteriori impegni finanziari.
È un'intervista di cui bisognerebbe tener conto, in vista di un potenziamento delle nostre istituzioni culturali all’estero.
Se è vero  (come si afferma)  che l’italiano è la quarta lingua straniera più studiata al mondo e che viene considerata anche nei paesi più ricchi  (iniziando proprio dagli Stati Uniti)  uno strumento di promozione sociale  -che permette quindi di accedere ad incarichi di responsabilità, gratificanti e ben retribuiti-  credo che da parte del nostro Paese si debbano compiere tutti gli sforzi necessari per non deludere le aspettative di quanti si accostano con interesse, entusiasmo e fiducia allo studio della nostra lingua e della nostra cultura.