di A. Lalomia
In questo video, Pietro Citati 1 parla della sua esperienza di giornalista e dei preziosi insegnamenti che ne ha ricavato per la produzione di opere che lo hanno reso uno dei più grandi e amati maestri della critica letteraria, anche se preferisce chiamare i suoi testi "libri" e non saggi.
Vorrei integrare il filmato con alcune citazioni tratte dal suo sito 2, che danno la misura anche della sua disarmante sincerità.
"Da quando ho iniziato a scrivere libri, verso i quarant'anni, ho sempre provato una grande passione nel narrare.
Scrivere un libro è completamente diverso da scrivere un saggio: nel saggio ci vuole brillantezza, una certa rapidità nel colpire l'attenzione del lettore; nel libro conta la costruzione, l'abilità consiste nel mantenere desta l'attenzione nell'arco di un numero anche elevato di pagine. Ci vuole una certa tensione romanzesca applicata alla critica. Un libro che coglie nel segno dev'essere letto con piacere e abbandonato malvolentieri."
La penna dell'A. |
Cerco di capire il segreto di questa metamorfosi di un uomo qualunque - fino ad allora un mondano, un ufficiale o un impiegato - che a un certo punto si trasforma in uno scrittore: a partire da quel momento, il mio libro diventa un'interpretazione dei libri che hanno scritto."
"I miei libri derivano da grandi amori giovanili. Poi passano almeno vent'anni fra la prima idea e la realizzazione del libro. Prima la metto da parte, penso di non essere abbastanza capace, la rimando, poi la realizzo dopo tanto tempo."
"I libri li scrivo a penna. Il 'Proust', ad esempio, l'ho poi dettato e passato a una copisteria che l'ha ribattuto. Sogno un computer a cui poter dettare tutto."a
------------------------
Note
1 Cfr. anche "Pietro Citati e Giacomo Leopardi", su questo stesso blog.
2 www.pietrocitati.net/ .
1 Cfr. anche "Pietro Citati e Giacomo Leopardi", su questo stesso blog.
2 www.pietrocitati.net/ .