di A. Lalomia
Anche lo scorso anno il New York Times ha proposto la lista dei 100 libri più importanti ("100 Notable Books of 2011").
Nell'elenco, al sesto posto (e prima di Stephen King, in decima posizione con il suo "11/22/63") figura un italiano, l'unico della graduatoria, che però, per la sua statura, ne vale più di cento. È Giacomo Leopardi, i cui "Canti" sono stati tradotti e commentati in inglese (con testo originale a fronte) da Jonathan Galassi per la Farrar, Straus & Giroux, una delle maggiori case editrici di New York (pp. 498, $ 25 paperback, $ 35 rilegato), di cui lo stesso Galassi è presidente.
Qui la pagina dell'editore dedicata al libro su Leopardi.
L’opera è stata accolta dalla critica statunitense in modo decisamente lusinghiero, a partire proprio dal NYT 1 , che la propone ai lettori con queste parole: "With this English translation, Leopardi may at last become as important to American literature as Rilke or Baudelaire.", anche se l’accostamento mi sembra un po’ azzardato, vista la superiorità del nostro poeta 2 rispetto agli altri due nomi.
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Note
1 Peter Campion, "The solitary life".
V. anche l'ampio articolo di Robert Pogue Harrison, "The Magic of Leopardi", su "The New York Review of Books" (una traduzione parziale del testo si trova sul sito della "Dante Alighieri" di Ottawa).
Cfr. inoltre la recensione di Michael Dirda sul Washington Post, le cui parole sono riportate sulla copertina dell'opera. Il “New Yorker”, poi, gli ha dedicato un vero saggio.
V. anche l'ampio articolo di Robert Pogue Harrison, "The Magic of Leopardi", su "The New York Review of Books" (una traduzione parziale del testo si trova sul sito della "Dante Alighieri" di Ottawa).
Cfr. inoltre la recensione di Michael Dirda sul Washington Post, le cui parole sono riportate sulla copertina dell'opera. Il “New Yorker”, poi, gli ha dedicato un vero saggio.
A fronte di un'accoglienza così calorosa, viene da chiedersi come mai sia passato tanto tempo dalla prima edizione della raccolta, avvenuta nel lontano 1887.
Jonathan Galassi parla dei "Canti"
di Giacomo Leopardi alla New York Society Library.
Jonathan Galassi e Joachim Sartorious
discutono sui "Canti" di Giacomo Leopardi.
2 Ho sempre giudicato riduttivo definire Leopardi soltanto “poeta”, vista l'eccezionale qualità della sua produzione in prosa. Le "Operette morali", secondo me, sono uno dei capolavori letterari di tutti i tempi. Per non parlare dello "Zibaldone" e dell'epistolario. Il termine “poeta” viene usato soltanto per comodità.