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domenica 6 settembre 2015

Edilizia scolastica. Davvero tutto a posto ?


Ancora un esempio che dimostra quanto grande sia, purtroppo, la distanza tra la realtà scolastica e certe dichiarazioni ufficiali.
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 Gildo Marcelli
«Farò l'elemosina al semaforo per poter aprire la scuola del mio paese». Gildo Marcelli ha preparato la fascia tricolore e domattina sarà all'incrocio di Albiano d'Ivrea per raccogliere i 30mila euro che servono per aggiustare il tetto dell'elementare del paese eporediese di quasi 2mila abitanti.

Un tetto da rifare, la scorsa settimana parte della lamiera di copertura è caduta a terra e dopo il sopralluogo dell'ufficio tecnico hanno scoperto che i listelli sono marci e da sostituire. O si interviene o il 14 settembre gli 80 bambini della scuola non potranno iniziare le lezioni è stato l'aut aut dei tecnici. Autorizzare i lavori però vuol dire sforare il patto di stabilità e ricevere meno finanziamenti statali: «Ma io la scuola non la chiudo. Di questo potete star sicuri – chiarisce il primo cittadino – Ho fatto un'ordinanza d'urgenza e affidato l'intervento a un'impresa solo che ora non so come pagarla. Se lo faccio mi puniscono». Nei giorni scorsi ha scritto una lettera al presidente del Consiglio, Matteo Renzi, e al ministro dell'Istruzione Stefania Giannini, e tutte le istituzioni, ma non è arrivata nessuna risposta: «Questa è la disperata richiesta d'aiuto di un sindaco di un piccolo paese che avrebbe anche le risorse, ma non può spenderle – aggiunge Marcelli – le Regioni e le grandi città, Roma o Torino, sforano dal patto, ma a noi non lo permettono». Il suo comune ha un credito di 150 mila euro con il Piemonte e della metà con l'ex provincia, ma i trasferimenti non sono mai arrivati: «Io ho anticipato quei soldi e se mi arrivassero avremmo ossigeno per fare i lavori, mentre quest'anno abbiamo incassato 9mila euro che sono stati tutti usati per le piccole manutenzioni».

Il sindaco ha scelto di far fare comunque i lavori, ma ora non sa bene come pagare la società: «Ci ho messo la faccia e rischio di rimetterci. Loro devono dare lo stipendio ai dipendenti, ma io avevo messo la faccia anche con i miei concittadini e la scuola non potevo chiuderla. Spero che qualcuno mi aiuti. Noi sindaci dei piccoli paesi facciamo di tutto per mantenere il livello dei servizi, ma non so davvero più cosa inventarmi. Sono sempre stato di centro sinistra, ma ora sono così deluso che non so se li voterò più. L'unica che mi ha detto qualcosa è l'assessore Pentenero, ma dice che girerà la mia lettera al ministro. Peccato che l'abbia già fatto e nessuno risponda, intanto però l'inizio della scuola si avvicina». E così il sindaco ha autorizzato i lavori e ora farà l'elemosina per pagarli: «I bambini entreranno in un edificio sicuro e faranno lezione e se nessuno ci aiuterà pagheremo le conseguenze, ma voglio che tutti sappiamo cosa ci sta facendo lo Stato».

Jacopo Ricca, "Chiederò l'elemosina per riparare il tetto della scuola del mio paese", "la Repubblica" (Torino), 6-09-15.