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sabato 5 settembre 2015

Una scuola pubblica bilingue.

Impareranno a tradurre Seneca e Aristotele come gli altri liceali. Dovranno conoscere i versi di Dante e di Montale, la storia del Ventennio e la pittura di Leonardo. Con una differenza: gli studenti faranno lezione in inglese.


È la rivoluzione scolastica del Tito Livio di Milano, Il primo liceo classico statale che diventa bilingue, dove tutte le materie  -  dal latino alla matematica  -  vengono spiegate in lingua inglese. Il modello di riferimento è quello del Politecnico: nell'ateneo milanese dove studiano più di 40mila universitari fra aspiranti architetti, designer e ingegneri, da quest'anno quasi tutti i corsi di laurea specialistica hanno abbandonato l'italiano. "Abbiamo capito che il futuro è lì  -  spiega la preside del liceo Amanda Ferrario  -  per questo abbiamo deciso di fare una scommessa: importare il loro esempio in una scuola superiore, per la prima volta pubblica e non privata".

I passaggi per trasformare il più tradizionale dei licei in una scuola bilingue non sono pochi e comportano più di un ostacolo. Uno su tutti: reperire insegnanti che siano in grado di padroneggiare l'inglese a tal punto da sostenere lezioni, preparare e correggere compiti in classe, interrogare gli alunni. Il centralissimo liceo meneghino, a due passi dall'università Cattolica, la soluzione l'ha trovata senza andare troppo lontano: a cominciare dai prossimi giorni, per due anni di fila, più della metà dei professori che già lavorano nella scuola frequenterà ogni settimana corsi intensivi di perfezionamento, di conversazione e scrittura.

La risposta degli insegnanti è stata inaspettata, assicura la dirigente: hanno bussato alla porta della presidenza in trenta per autocandidarsi, su cinquanta nomi che compaiono all'interno dell'organico. Docenti di greco e di storia dell'arte, di filosofia e di scienze. Dovranno raggiungere come minimo una certificazione di livello "b1" per poter far parte del nuovo programma di lezioni.

La loro formazione è affidata allo Shenker, lo stesso istituto che ha seguito i docenti del Politecnico nella sua (controversa) mutazione di lingua. Una convenzione firmata dal liceo permette alla scuola di poter usufruire per i primi due anni di insegnanti madrelingua a titolo gratuito. Sono quelli necessari per mettere in moto gli ingranaggi e partire. Tra i banchi ci saranno gli studenti che oggi sono iscritti in prima. "Non c'è nulla di obbligatorio", assicura la scuola: verranno garantite classi con i tradizionali corsi in italiano per gli alunni che lo vorranno. Dai primi sondaggi fatti con le famiglie, però, il timore è che il numero di richieste sia tale da non riuscire ad avere posto per tutti, almeno all'inizio.

Tra due anni si parte quindi con i liceali di terza e l'obiettivo è portarli a sostenere anche l'esame di Stato in inglese. Ed è questo un altro passaggio necessario per trasformare il Tito Livio in una vera scuola bilingue: riuscire a ottenere che il diploma conseguito in Italia valga anche in Gran Bretagna. Il corrispettivo dell'Esabac francese. "Deve esserci un accordo bilaterale fra i due Paesi  -  precisa Ferrario  -  è un iter abbastanza lungo ma abbiamo avviato le procedure con il Ministero e contiamo di avere tutte le carte in regola".
T. De Giorgio, "Qui il futuro è bilingue."  A Milano il primo liceo pubblico dove si studia in inglese", "la Repubblica", 1-09-15.