Il 24 febbraio 1836, 180 anni fa, nacque a Boston Winslow Homer, considerato tra i più importanti pittori americani del Diciannovesimo secolo se non il più importante. Homer era figlio di Henrietta Benson, una pittrice dilettante appassionata di acquerelli, e di Charles Savage Homer, un imprenditore che importava materiale da ferramenta; nel corso della sua vita dipinse illustrazioni di guerra, paesaggi e scene di vita quotidiana.
Fu sua madre a insegnare a Homer le prime cose sulla pittura: dopo un’infanzia passata a Cambridge, in Massachusetts, Homer si trasferì prima a Boston, dove cominciò a lavorare in una litografia, e poi a New York nel 1859, dove continuò a lavorare in una litografia e prese lezioni di pittura ad olio. Dopo qualche anno a New York, Homer smise con la litografia e diventò un illustratore, e nel 1861 Harper’s Weekly – una rivista di politica e attualità che dedicava ampio spazio alle illustrazioni – lo mandò al fronte per realizzare dei disegni della Guerra civile americana per il giornale. Nel suo periodo come illustratore di guerra, Homer cominciò a interessarsi ad alcuni temi che sarebbero diventati tipici della sua produzione successiva: i suoi soggetti erano spesso le donne e i bambini che non combattevano direttamente, ma che subivano le conseguenze della guerra nella vita di tutti i giorni. Trasformò alcuni dei suoi in disegni di guerra in dipinti, che riuscì ad esporre a New York ottenendo critiche positive e cominciando a farsi conoscere.
Negli anni Sessanta e Settanta dell’Ottocento Homer si affermò come pittore, mentre continuava a lavorare come illustratore per mantenersi. Viveva a New York, ma si spostava spesso per dipingere en plain air (cioè dal vivo, una tecnica che nacque in quegli anni e si diffuse soprattutto tra gli Impressionisti francesi) soggetti rurali, montuosi e marittimi, in Massachusetts, nel New Jersey, nello stato di New York e in New Hampshire. Nel 1866 visse per dieci mesi a Parigi e in altre città della Francia, per conoscere meglio gli Impressionisti e i loro quadri, con i quali condivideva molti temi e elementi stilistici: secondo i critici, però, Homer in quel momento aveva già sviluppato autonomamente la propria identità artistica, e non subì quindi direttamente l’influenza dei pittori francesi suoi contemporanei. Una passione che Homer condivideva con gli Impressionisti, ad esempio, era quella per le stampe e le illustrazioni francesi, di cui erano grandi estimatori e conoscitori anche Éduard Manet e Claude Monet. Come gli Impressionisti, poi, Homer era affascinato dalle serie di quadri sugli stessi soggetti e dalla semplificazione delle forme. Lo stile di Homer, tuttavia, era più simile a quello dei grandi pittori realisti francesi, della generazione precedente agli Impressionisti, come Gustave Courbet e Jean-François Millet.
All’inizio degli anni Settanta Homer cominciò anche a lavorare con gli acquerelli: i suoi quadri dipinti con questa tecnica ebbero grande successo, e Homer poté, intorno al 1875, smettere di fare l’illustratore per mantenersi. Ormai era tra i pittori più affermati negli Stati Uniti, famoso per i suoi quadri di donne al lavoro, di bambini impegnati a giocare e in generale di scene di vita quotidiana. Nello stesso periodo tornò anche in Virginia, dove già era stato durante la guerra, per dipingere dei quadri sulle condizioni di vita degli afroamericani dopo l’abolizione della schiavitù, avvenuta un decennio prima. All’inizio degli anni Ottanta viaggiò in Inghilterra, dove visse per quasi due anni e dove dipinse scene di vita quotidiana dei pescatori e – di nuovo – delle donne e dei bambini di un piccolo villaggio costiero vicino al confine con la Scozia. Tornato negli Stati Uniti, nel 1883 si trasferì a Prouts Neck, nel Maine, dove visse fino alla sua morte dipingendo soprattutto acquerelli: Homer non si sposò mai, e visse solo per la maggior parte della sua vita. Amava l’isolamento e la solitudine, e negli ultimi anni della sua vita si dedicò nei suoi quadri al rapporto tra gli abitanti delle città sul mare e l’oceano, per poi escludere progressivamente la presenza umana dai suoi dipinti. I suoi ultimi lavori, con i quali Homer voleva indagare la potenza e il fascino del mare, furono molto apprezzati dai suoi contemporanei e sono ancora oggi tra i suoi più famosi. Morì nel 1910, a 74 anni.