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giovedì 20 ottobre 2011

Devianza disciplinare studentesca e pistole Taser: un appello ai parlamentari.





di A. Lalomia
Con l'apertura dell'anno scolastico, si è ripresentato puntualmente il tema del contenimento della devianza disciplinare degli allievi, una devianza che si esprime in una molteplicità di aspetti, non sempre adeguatamente valutati  (1).
Qui vorrei occuparmi soprattutto dei comportamenti di particolare inciviltà, quelli che impediscono il regolare svolgimento dell'attività didattica e appesantiscono ancora di più un lavoro, quello del docente, già abbastanza oneroso.
In alcune scuole gli episodi di bullismo, di teppismo o di vera e propria delinquenza degli alunni, sono fin troppo frequenti e siccome la normativa in proposito non è univoca, e comunque lascia ampio spazio alla discrezionalità dei singoli istituti  (i quali spesso, per motivi legati al calo di iscrizioni, ci pensano cento volte prima di adottare misure disciplinari particolarmente dure), sarebbe il caso, secondo alcuni, che un parlamentare si interessasse del problema e presentasse una proposta di legge per introdurre nelle nostre scuole le pistole Taser  (2).
Queste pistole in altri paesi (a partire dagli Stati Uniti, dal Regno Unito e dalla Spagna) sono già usate da anni, oltre che per autodifesa personale, dalle forze dell'ordine, con risultati di indubbia efficacia.  Il numero di vittime, tra i responsabili di reati, è calato in modo drastico, proprio perché l'individuo viene soltanto immobilizzato dalla scarica elettrica dell'arma e può tranquillamente essere arrestato senza ulteriori danni alle cose e alle persone.
Per inciso, i modelli di vecchia generazione sono via via sostituiti con altri sempre più sofisticati e provvisti anche di una video-camera che filma l'incidente, a tutela del poliziotto e della persona, che ovviamente potrebbe avviare un'azione giudiziaria nei confronti delle forze dell'ordine.
È proprio per gli indubbi vantaggi che presentano questi strumenti, che in altri stati le pistole Taser, con opportune modifiche, sono state introdotte da qualche tempo anche nelle scuole, sostituendo sistemi di repressione forse più cruenti della devianza disciplinare degli allievi.
Al riguardo, vale la pena ricordare che in alcune aree geografiche (soprattutto africane e asiatiche)  le bacchettate sulle mani e altre forme particolarmente dure di contenimento dell'indisciplina da parte degli studenti rappresentano quasi la norma.  Nel Regno Unito, poi, si ricorre da tempo all'aula  'Guantanamo', un nome che è tutto un programma e di recente il Segretario all'Istruzione Michael Gove ha varato un piano di potenziamento dei controlli e delle sanzioni disciplinari che dovrebbe riportare un clima di serenità dentro le scuole britanniche e che lascia carta bianca ai docenti  (v. il mio post del 5-10-11:  "Studenti, condotta e sanzioni disciplinari. Una notizia sorprendente.".
La vendita di queste pistole  (ma esiste anche la versione fucile), negli USA e in altri stati è libera: non è necessario il porto d'armi, proprio perché non sono armi da fuoco, e tutti possono acquistarle e utilizzarle, al posto di altri sistemi di autodifesa, comprese le pistole tradizionali  (anche quelle di grosso calibro, capaci di perforare una corazza).
Da noi, invece, non è possibile neanche introdurle nel Paese, e comunque sono equiparate a tutti gli effetti alle armi da fuoco.
Ecco perché, secondo diversi commentatori, sarebbe auspicabile che un deputato o un senatore si facesse carico della questione, presentando un provvedimento ad hoc.
Ritengo superfluo sottolineare che l'uso di queste pistole da parte dei docenti per reagire a fenomeni di delinquenza particolarmente gravi dovrà essere accompagnato da una condivisione, da parte di tutti i docenti stessi, di comuni parametri di valutazione della condotta degli allievi e di risposta nei confronti dei genitori, che quasi sempre negano la possibilità che i loro pargoletti possano aver commesso atti delinquenziali.
Spesso, infatti, un ragazzo che viene considerato incivile o addirittura teppista da alcuni docenti è giudicato semplicemente come  'vivace'  da altri, rendendo così vano il lavoro di recupero della scuola e garantendo al ragazzo stesso quell'impunità che forse egli neanche si aspetta.
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Note
(1)  La tendenza alla ribellione è insita in molti giovani ed è il frutto della scarsa maturazione di quell'area cerebrale che presiede al controllo degli impulsi e alla valutazione del rischio e che raggiunge il suo pieno sviluppo soltanto tra i 22 e i 25 anni  (anche se naturalmente esistono eccezioni).  Questo comunque non significa che un ragazzo possa comportarsi a scuola come gli pare, offendendo e aggredendo docenti e allievi, distruggendo  (o rubando)  materiale didattico e commettendo altri atti sicuramente criminali e penalmente rilevanti.

(2)  www.taser.com .
La sede della Taser in Arizona.
L'azienda, fondata nel 1991, viene considerata la più importante del settore.  È quotata al NASDAQ ed ha anche una Fondazione omonima, che sostiene le famiglie dei poliziotti uccisi in servizio.


Di seguito, l'indirizzo:
Taser International Inc
17800 North 85th Street
Scottsdale, AZ 85255-6311, United States  
(480) 991-0797
Esistono molti siti che si occupano di questi dispositivi, che peraltro sono usati anche da alcuni reparti militari.
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mercoledì 5 ottobre 2011

Studenti, condotta e sanzioni disciplinari. Una notizia sorprendente.

Michael Gove
di A. Lalomia
Ho letto con estremo interesse  la notizia  secondo cui in Inghilterra una percentuale considerevole di genitori intervistati  (quasi il 50 %)  dall' "Independent" è favorevole alla reintroduzione delle sanzioni corporali nelle scuole.
Gli stessi studenti  (circa il 20 %)  si sono dimostrati d'accordo.
Non solo: secondo il sondaggio, il 93 % dei genitori, così come il 68 % degli allievi, sono convinti che ai docenti debbano essere conferiti maggiori poteri nella repressione della devianza disciplinare studentesca.
Il divieto risale al 1984, quando si decise che questo tipo di sanzioni doveva considerarsi degradante per gli allievi ed era in conflitto con la legislazione europea  sui diritti umani.
Evidentemente, molte cose sono cambiate da allora.
Soprattutto, è mutato l'atteggiamento di quanti giudicano gli atti di inciviltà degli studenti  (con episodi di autentico teppismo criminale)  dei veri e propri attentati alla scuola, a chi ci lavora e a chi la frequenta animato dalla volontà di seguire le lezioni con profitto e che quindi questi atti vanno repressi in modo molto più energico di quanto non sia stato fatto fino ad oggi, con meno chiacchiere e più fatti concreti.
Il sondaggio arriva proprio nel momento in cui il Segretario per l'Istruzione,  Michael Gove,  ha varato un piano per migliorare la disciplina nelle scuole, con l'obiettivo di insegnare ai ragazzi  "who's boss".
Sulla disciplina in ambito scolastico, cfr. la documentazione presente in questo blog  ("Materiale didattico" e "Articoli e saggi sulla scuola e sull'università")  e soprattutto:
A. Lalomia, "Bullismo. La parola agli allievi."  (scaricabile gratuitamente tramite Google);
A. Lalomia, "Bulllismo. Una soluzione convincente e da imitare.";
A. Lalomia, "Bullismo. "Il coraggio di denunciare.";
A. Lalomia, "Abbigliamento adeguato e disciplina a scuola. Il caso di Trieste.".