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mercoledì 30 novembre 2011

Un popolo di analfabeti ? Risponde Tullio De Mauro.

Tullio De Mauro

di A. Lalomia
                                                                                                   Tullio De Mauro viene ritenuto uno dei nostri linguisti più famosi, per cui, quando parla, fa notizia.
Ebbene, i dati che ha fornito durante l'incontro  "Leggere e sapere: la scuola degli Italiani", svoltosi a Firenze il 27-11-11  (1), sembrerebbero confermare la domanda posta nel titolo di questo post.
In particolare, secondo De Mauro, meno del 30 % degli Italiani è provvisto degli strumenti necessari per esprimersi correttamente nella nostra lingua. 
Più del 70 % della popolazione non raggiunge neppure il livello minimo di lettura e comprensione di un testo in italiano di media difficoltà, mentre il 5 % non comprende neanche lettere e cifre.
C'è poi un 33% di Italiani  "che sa leggere, ma riesce a decifrare solo testi di primo livello su una scala di cinque ed è a forte rischio di regressione nell'analfabetismo, un ulteriore 33% si ferma a testi di secondo livello. Non più del 20% possiede le competenze minime per orientarsi e risolvere, attraverso l'uso appropriato della lingua italiana, situazioni complesse e problemi della vita sociale quotidiana. Ce lo dicono due recenti studi internazionali, ma qui da noi nessuno sembra voler sentire''.
Un quadro allarmante, insomma, reso ancora più drammatico, secondo l’ex ministro dell’Istruzione, dall'indifferenza di buona parte del mondo politico a questo tema.
Secondo De Mauro, il fenomeno è da collegare alla debolezza economica dell'Italia, una debolezza che "risale fino all'inizio degli anni Novanta''.
Come dire, insomma, che ad essere responsabili di questo disastro sono stati sia i governi di centro-destra che quelli di centro-sinistra, visto che in questo periodo il Paese è stato guidato da entrambi gli schieramenti  (2).
D’altra parte, secondo alcuni commentatori, la documentazione fornita da De Mauro non aggiunge molto a quanto si conosceva già.
Altri  -e tra questi soprattutto Giorgio Israel, con l’articolo  "De Mauro, l'oracolo che non fa autocritica"  (3)-   evidenziano soprattutto le ‘amnesie’ del linguista, tenuto conto del fatto che lo stesso, oltre ad essere stato ministro della P.I. , ha fatto propri  -e continua a sostenere-  principi valutativi in ambito scolastico che mal si addicono con il miglioramento dei livelli di conoscenze e di competenze degli allievi e che purtroppo rappresentano ancora oggi punti di riferimento per molti docenti.
E in effetti, è difficile non convenire con Israel, quando si apprende di studenti promossi in Italiano i quali si esprimono in un idioma del tutto improbabile, greve e penoso  (4).
Un dato comunque sembra certo: e cioè che l’Italia continua a rimanere uno dei paesi con un numero di lettori abituali decisamente basso, a fronte di un uso schizofrenico della televisione e dei cellulari.  La maggior parte degli Italiani non legge e si accontenta di apprendere fatti e notizie  (spesso pilotati politicamente)  dai canali televisivi o dalla radio, riservando buona parte del loro tempo libero a seguire programmi che non solo non migliorano le loro conoscenze e il loro spirito critico, ma li fa regredire a livelli di ebetismo programmatico, riducendoli a masse di iloti senza coscienza. E la cosa terribile è che sembrano felici dello stato in cui si trovano.
Insomma, uno scenario da romanzo distopico, da “Brave New World” o da "1984", per intenderci.
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Giorgio Israel
Note
(1)  V. l'articolo "Rischio analfabetismo: solo il 29 per cento degli Italiani padroneggia la lingua".


(2)  Con una maggiore durata, comunque, di quelli di centro-destra.
De Mauro è stato ministro della P.I. dall'aprile 2000 al giugno 2001, nel secondo governo Amato.  Qui  l'elenco dei ministri dell'Istruzione dell'Italia repubblicana.  Cfr. anche la pagina  dedicata all'argomento su questo stesso blog.  Su Giorgio Israel, v. la pagina , sempre su questo blog, che contiene alcuni dei suoi articoli. Per il resto, rimando al suo blog, uno strumento prezioso soprattutto per quanti si occupano di didattica e di educazione in generale.

(3)  "ll prodotto ideale della «media minima» di De Mauro è quel mio studente che fece una prova scritta corretta sul piano matematico ma redatta in un italiano indecente. Non capiva neppure perché mai dessi un voto migliore a chi, oltre ad aver ottenuto il risultato, aveva spiegato in modo chiaro e corretto il senso dei passaggi logici compiuti.".


(4)  Sto parlando di ragazzi italofoni, non di stranieri.  Spesso, però, la promozione è imposta dal DS durante il Consiglio di Classe di giugno  (magari con il voto contrario del docente di Italiano)  per ragioni che non è molto difficile comprendere  (al riguardo, cfr. comunque anche "Ogni diplomato costa allo Stato 129 mila euro"). Sul tema della scrittura a scuola  (ma non solo), si veda ad esempio http://blog.mestierediscrivere.com/  e il mio   "Insegnare a scrivere attraverso i commenti".