Un modello di divisa scolastica svizzera |
Uniforme con i microchip, per ora solo a livello sperimentale, in una scuola brasiliana, per controllare che gli studenti non marinino la scuola.
Entro il 2013 tutti i 43.000 allievi
tra i 4 e i 14 anni dell'istituto Vitoria da Conquista di Rio saranno però dotati di una
'divisa intelligente',
con un chip sulla manica, che avviserà i genitori, tramite un SMS, dell'avvenuto ingresso a
scuola dei propri figli, di un ritardo o dell'eventuale assenza.
Credo che si tratti di un’iniziativa da segnalare, anche perché, ad
accoglierla in modo favorevole, non sono solo i genitori (ovviamente
entusiasti dell'idea), ma gli stessi
alunni.
Una conferma di più, come ho avuto modo di evidenziare altre volte 1 , che la decenza e il rigore -se ben calibrati e proposti magari in versione
tecnologica- trovano consenso anche tra gli studenti, molti dei quali,
contrariamente a quanto si pensa, sono per la legalità, l'ordine, la disciplina, il rispetto delle regole e non hanno intenzione di farsi condizionare dall'inciviltà e dalla violenza dei loro
coetanei 2 .
Ma la notizia è importante anche perché mostra quanta attenzione
prestino, sia pure in un contesto geopolitico così diverso dal nostro, per
la divisa scolastica, vista giustamente come elemento
di uguaglianza, come mezzo per annullare le differenze sociali, come strumento di pulizia, di decoro, di compostezza, di civiltà.
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1 Cfr. ad esempio il
materiale presente nella sezione "Bullismo e altre forme di devianza giovanile studentesca" di questo blog. Per inciso, vorrei sottolineare che un mio post sulla pistola Taser, risulta letto con particolare frequenza, come emerge dall’elenco dei
“Preferiti” .
2 Un’inciviltà e una violenza che talvolta possono anche essere il frutto, sia pure indiretto, di atteggiamenti troppo tolleranti dei professori. Quando si fa chiamare dall’allievo con il proprio nome di battesimo e si fa dare del tu
dallo stesso, il docente, oltre a dimostrare di non conoscere i suoi doveri più elementari, sollecita nel ragazzo un senso di uguaglianza che ai suoi occhi
pone il professore al suo stesso livello, da trattare quindi senza quel rispetto che
dovrebbe rappresentare la base di un corretto rapporto tra docente e
discente.