Il Presidente dell'UCEI, Renzo Gattegna. |
di A. Lalomia
L’Unione delle Comunità Ebraiche in Italia (UCEI), in una mozione approvata all’unanimità nel Consiglio di domenica 28 ottobre 2012, ha dichiarato Rodolfo Graziani figura “non degna di memoria” e tantomeno “di onori” 1 .
Il sacrario a Graziani. |
Nello
stesso documento, si condanna l’utilizzo di denaro pubblico per costruire
il sacrario di Affile, di cui si chiede “fermamente la demolizione”.
Si
tratta di un’importante -e pienamente
condivisibile- decisione, perché esprime
con grande risolutezza il giusto sdegno nei confronti di un personaggio che
è stato accusato in sede internazionale per crimini di guerra e nel nostro Paese è
stato condannato ad una pena detentiva di diciannove anni, ridotti poi a due grazie
all’amnistia.
Ma al di là della
condanna morale e storica del soggetto, ciò che risulta più intollerabile,
nella costruzione del sacrario di Affile, è proprio il ricorso al denaro pubblico, in
particolare della regione Lazio (con uno stanziamento di circa 180.000,00 €). La scelta
della regione appare ancora più ingiustificabile
quando si pensi che lo stesso ente sta procedendo
da tempo a tagli micidiali in
settori di grande rilevanza sociale, a partire da quello della sanità pubblica, con gravi ripercussioni sulla salute di quelle centinaia di migliaia di malati che non possono permettersi di pagare le cifre proibitive del settore privato.
Per non parlare degli
scandali vergognosi e della banditesca dissipazione di denaro pubblico all’interno della Regione che sono emersi proprio di recente.
Un grazie dunque
all’UCEI per aver preso posizione in modo netto su una vicenda che meriterebbe maggiore attenzione dei media italiani e una doverosa condanna da
parte di uomini di cultura e di coloro i quali credono ancora in certi valori e sono
convinti della necessità di non dimenticare.
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Note
2 In genere Graziani viene ricordato per le efferatezze
commesse nelle nostre colonie, a danno soprattutto delle popolazioni
locali (tanto spietate che a un certo punto
Mussolini lo rimosse dal suo incarico).
In realtà, egli ha svolto anche un ruolo di primo piano nella Repubblica di Salò, collaborando attivamente con i nazisti e macchiandosi di crimini che
meritavano l’ergastolo. Un personaggio
indifendibile, pronto a compiere massacri, ma nello stesso tempo
fermissimo nel non assumersi le sue responsabilità e a scaricarle sugli
altri. Non per nulla la United Nations War Crime Commission lo collocò al primo posto
nella lista dei criminali di guerra italiani. Ma Graziani merita disprezzo anche perché, con la sua bestiale ferocia, ha squalificato l'intero colonialismo italiano e ha creato un atteggiamento mentale di totale chiusura verso un momento così importante della nostra storia contemporanea. Il colonialismo italiano non è fatto soltanto di rapine, di stragi e di razzismo, e quindi meriterebbe, quantomeno in taluni suoi aspetti, una valutazione più
equilibrata e comunque libera da pregiudizi e da luoghi comuni. Si veda ad esempio il video (il primo riportato oltre) su Asmara, definita da molti la più bella città africana, grazie alle molteplici, eleganti e razionali opere architettoniche costruite dagli
italiani proprio durante la loro presenza come ‘invasori’. D’altronde, se fosse vera la tesi
secondo cui il nostro colonialismo non ha niente da invidiare, quanto a
sfruttamento e ad eccidi, a quello di altri paesi europei, non si capirebbe
come mai le Nazioni Unite, dopo il secondo conflitto mondiale, decisero di
affidare proprio all’Italia l’Amministrazione Fiduciaria della Somalia (AFIS, 1950-9). Restituire
al carnefice la vittima che le era stata strappata con la guerra ? Mi
sembra una prospettiva molto fantasiosa.
Qui sotto alcuni filmati sulle polemiche innescate dal sacrario, sul personaggio Graziani, sul colonialismo e sul fascismo. La proposta di questi video (soprattutto quelli sul fumettone hollywoodiano Leone del deserto -finanziato, non bisogna dimenticarlo, da Gheddafi, e questo spiega i suoi limiti-) o quelli in cui si procede ad una condanna senza appello del nostro colonialismo) non implica evidentemente la mia adesione alle verità che intendono trasmettere.
Qui sotto alcuni filmati sulle polemiche innescate dal sacrario, sul personaggio Graziani, sul colonialismo e sul fascismo. La proposta di questi video (soprattutto quelli sul fumettone hollywoodiano Leone del deserto -finanziato, non bisogna dimenticarlo, da Gheddafi, e questo spiega i suoi limiti-) o quelli in cui si procede ad una condanna senza appello del nostro colonialismo) non implica evidentemente la mia adesione alle verità che intendono trasmettere.