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sabato 5 ottobre 2013

La Somalia ci chiede di aiutarla. Che aspettiamo ?


 Il Presidente Hassan Sheikh Mohamud

di  A.  Lalomia

Il quotidiano  "La Stampa"  qualche giorno fa  ha pubblicato un'intervista al Presidente somalo Hassan Sheikh Mohamud.
È un documento di eccezionale importanza perché, al di là dei motivi contingenti che hanno portato il leader somalo in Italia, conferma ancora una volta il buon lavoro svolto dagli Italiani in passato in Somalia. 
Le parole del Presidente non lasciano spazio ad equivoci:   
"Storicamente l’Italia è la nazione europea che ha colonizzato la Somalia a cavallo fra XVIII e XIX secolo, è questo il motivo dei forti legami fra italiani e somali. Esiste una grande fiducia fra i due popoli. Ricorderete che nella II Guerra Mondiale l’Italia è stata una delle nazioni perdenti e all’epoca la Somalia era occupata dagli inglesi. Nonostante tutto questo, quando l’ONU chiese ai somali chi dovesse prepararli per l’indipendenza, noi abbiamo scelto l’Italia e questa è la prova della fiducia e del legame che c’è fra le due società. Così la Somalia si è preparata ad essere una nazione indipendente e per 10 anni, dal ’50 al ’60, l’ Afis, l’Amministrazione Fiduciaria Italiana della Somalia, è stata la prima organizzazione moderna creata in Somalia appunto dall’Italia. Ancora oggi in Somalia quasi tutte le leggi e gli atti giudiziari su cui si basa il paese nascono da leggi italiane. Alcune di questi sono tuttora redatti in italiano. Anche il settore della sicurezza era stato impostato dagli italiani, perciò ci sono molte somiglianze fra l’apparato di sicurezza somalo e quello italiano. Le leggi amministrative, finanziarie, regolamentari sono simili a quelle italiane, anche se negli ultimi 30 anni queste leggi non sono state aggiornate."  [Corsivo mio.]
Chissà se queste dichiarazioni basteranno per far capire a coloro i quali continuano a sostenere pedissequamente il ritornello che gli Italiani si sono comportati  -in Somalia come nelle altre colonie-  al pari delle iene, che la realtà è ben diversa e che è arrivato il momento di confinare nel retrobottega certe ideologie, che hanno fatto ormai il loro tempo.
Se gli Italiani si fossero veramente comportati come dei pirati, i Somali non avrebbero certo chiesto di aiutarli a organizzarsi come Stato indipendente, una missione che l'AFIS ha svolto con competenza, malgrado le enormi difficoltà in cui operava e gli scarsi mezzi che aveva a disposizione.
E certamente Hassan Sheikh Mohamud non avrebbe finito la sua intervista con queste parole:
"Sono due le cose che voglio dire agli italiani. La prima è che negli ultimi 22 anni molti di voi sono morti in Somalia per appoggiare i somali ed è per questo, che a nome di tutti i somali, vorrei porgere le mie condoglianze a quelle famiglie italiane che hanno perso i loro cari in Somalia, che hanno perso la loro libertà in Somalia, spinti da un unico scopo: aiutarci. Ci spiace molto. L’altro messaggio che vorrei condividere con gli italiani è questo: guardateci, siamo di nuovo qui, dopo 22 anni torniamo in Italia e guardiamo a voi italiani e al vostro governo perché ci appoggi. Nessuno è nella condizione e nella posizione migliore per aiutarci. Questo grazie alla conoscenza, al legame culturale e a quello storico che ci lega. Oggi l’Italia può di nuovo tornare a ricostruire lo stato somalo, così come è stata l’Italia ad aiutarci a crearlo 60 anni fa. C’è una nuova possibilità e vi chiediamo di farlo, per dar modo ai somali di risollevarsi.".   [Corsivo mio.]
Di seguito un filmato relativo all'incontro tra il Presidente della Repubblica Federale Somala con il Premier Letta  (18 settembre 2013).




Nell'incontro Sheikh Mohamud esprime gratitudine ufficiale all'Italia per il supporto che le ha dato e rinnova la richiesta di aiuto e di collaborazione. 
Mi auguro che l'appello non sia destinato a perdersi nel vuoto, perché la Somalia merita non soltanto di essere sostenuta, ma dovrebbe essere considerata un Paese fratello, al quale prestare un'attenzione che va ben oltre le tradizionali forme di cooperazione.
Mi sembra utile presentare altri video, relativi sempre alla recente visita di Sheihk Mohamud ; all'interesse che nel nostro Paese esiste per la lingua somala  (soprattutto nell'Università di Roma Tre) ; all'Amministrazione Fiduciaria della Somalia da parte dell'Italia; ai ricordi degli italiani che hanno vissuto in quello splendido Paese; al ritorno dei parà  (una trentina)  a Mogadiscio vent'anni dopo l'agguato del 2 luglio 1993  ("Check Point Pasta"), con compiti di addestramento delle truppe locali.  Chiudono la serie altri video su importanti incontri del Presidente Sheihk Mohamud, a conferma dell'attenzione e della stima che la comunità internazionale mostra nei suoi confronti.