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lunedì 19 marzo 2012

La visita di Mario Monti negli Stati Uniti.

di  A. Lalomia

In occasione della visita di Mario Monti negli Stati Uniti agli inizi di febbraio, i-italy ha realizzato due video: il primo, diffuso pochi giorni dopo l’arrivo in America, si riferisce al discorso che il premier ha tenuto nel Consolato Generale di New York durante  l'incontro con la comunità italiana ed italo-americana.  Presenti il nuovo Ambasciatore italiano a Washington, Claudio Bisogniero; il Ministro degli Affari Esteri, Giulio Terzi di Sant'agata (in precedenza Ambasciatore proprio negli Stati Uniti); il Console Generale di New YorkNatalia Quintavalle; e decine di esponenti della comunità.
Il discorso è in versione integrale, ma soltanto in italiano, come risulta dal documento riportato di seguito:

  


L'altro filmato, invece, reso pubblico alla fine di febbraio, è più lungo.  Ha i sottotitoli in inglese quando a parlare è un italiano  -e viceversa-, riporta solo alcuni passi del discorso del premier, ma in compenso è integrato con numerose interviste ad importanti esponenti della comunità italiana ed italo-americana  (compresi dei magistrati).
È questo:  


Si possono notare alcuni elementi in comune nelle dichiarazioni degli intervistati:
la profonda stima che mostrano per il premier, considerato in grado di ridare all'Italia l'immagine di grande nazione che il precedente governo aveva appannato;
la gioia di essere rappresentati da una personalità così prestigiosa;
la consapevolezza che dal futuro dell'Italia dipende il futuro dell'Europa, un’area ritenuta  dagli Stati Uniti strategica;
il grande risalto che i media americani hanno assegnato alla visita e alla svolta impressa dal nuovo governo  .
Competenza, integrità, esperienza, serietà, pacatezza, forza morale, efficienza, affidabilità: sono questi i meriti maggiori di Monti che emergono dalle interviste.
Insomma, secondo gli intervistati, il nostro Presidente del Consiglio ha ribaltato l’immagine negativa a livello internazionale che l’Italia aveva fino a qualche mese fa, restituendole quella dignità, quel rispetto, quella leadership che merita di avere.  Ha ridato agli Italiani la fierezza di appartenere ad un grande Paese, con un passato di civiltà a cui guarda il mondo intero.
Di seguito riporto alcune frasi delle interviste che mi sembrano particolarmente significative:
“È bilanciato in tutto … nulla in eccesso. Credo che i governi debbano iniziare a funzionare così: gli eccessi non vanno bene.  Qui abbiamo finalmente qualcuno che può bilanciare le cose e ne sono molto orgoglioso.”  (Steve Acunto, Vice Console onorario d'Italia.)
“Grazie a lui e al suo governo l’Italia è tornata sui binari giusti, da cui non avrebbe mai dovuto scendere.”  (Stefano Albertini, Direttore della Casa Italiana Zerilli-Marimò di New York.)
 “È  la prima volta che il rappresentante del governo italiano viene visto non soltanto come testimonial del suo paese, ma addirittura di tutta l’Europa.”  (Claudio Angelini, Presidente della Società  Dante Alighieri di New York.)
“Il futuro dell’Europa dipende dal futuro dell’Italia.” (David Freedberg, Direttore della Italian Academy, Columbia University.)
“Sono molto felice di vedere qui stasera in America un fantastico diplomatico […] Gli Stati Uniti si imperniano sull’Europa e sull’Italia in particolare. Sono felice di essere qui e gli augurerò di far bene.” (Eugene L. Nardelli, della New York State Supreme Court.)
 “Siamo tutti molto felici che il Presidente Monti abbia preso le redini dell’Italia.” (Luois Tallarini, Presidente della Columbus Citizen Foundation.)
 “Un grande abbraccio da parte della comunità italo-americana, che guarda a lui come un vero leader e ripone nella sua persona speranze e aspettative.”   (Anthony Tamburri, Preside del John D.  Calandra Italian American Institute, Queens College, CUNY.)
 “Non esistono istituzioni, ma esistono gli uomini che creano le istituzioni. Da quando è  venuto Mario Monti, da quando abbiamo Draghi alla BCE, l’immagine dell’Italia e l’affidabilità dell’Italia sono completamente cambiate.” (Riccardo Viale, Direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di New York.)
Tutti gli intervistati manifestano fiducia nell’attuale esecutivo e si dicono certi che, grazie appunto alle capacità del premier, il governo riuscirà a risanare non soltanto la situazione economico-finanziaria dell'Italia, ma dell'intera Europa, un risultato che non potrà non produrre effetti benefici sugli Stati Uniti, visto che l'Europa, come fanno osservare esplicitamente alcuni intervistati  (per esempio Mario Cuomo, già governatore democratico, per tre mandati consecutivi, dello Stato di New York),  riveste un'importanza fondamentale per gli USA.
Molti sottolineano il grande calore, l’entusiasmo, il sincero affetto, quasi, con cui il premier è stato accolto nelle varie sedi degli Stati Uniti che ha visitato  (Casa Bianca; NYSE) .
Insomma, questo secondo filmato è da vedere e rivedere, perché fa sentire ancora più orgogliosi di essere veri Italiani, dopo le deplorevoli cadute di stile che buona parte della comunità internazionale aveva dovuto riscontrare nel precedente governo e che peraltro aveva un po’ frettolosamente attribuito all'intero Paese.
Per finire, vorrei proporre anche il video in cui Obama e Monti, il 9 febbraio 2012, riferiscono alla stampa sull'incontro che hanno appena avuto. Il Presidente degli Stati Uniti esalta il lavoro svolto dal premier, esprime il suo grande apprezzamento nei confronti dell’attuale governo ("... io penso che i rapporti tra Italia e Stati Uniti non sono mai stati più forti di adesso, io personalmente ho grande fiducia nei confronti del primo ministro, della sua leadership e della sua capacità di ... guidare l'Italia in questo periodo molto difficile, di stabilizzare la situazione economica ... . Con queste riforme strutturali non c'è ragione per cui il futuro dell'Italia non debba essere straordinariamente brillante.") e formula giudizi molto lusinghieri sul nostro Paese  (ricordando tra l'altro il  "legame profondo e speciale con il popolo italiano"  e  il  “talento straordinario”  degli Italiani).  
Vorrei sottolineare il fatto che nella parte conclusiva del filmato, Monti comunica ad Obama, in inglese, il suo desiderio di parlare in italiano, cosa che fa senz’altro (da notare che il Presidente degli Stati Uniti non conosce la nostra lingua e non ha quindi alcuna possibilità di capire le parole di Monti, visto che accanto a lui non ci sono interpreti).
Si tratta di una scelta molto rara in un incontro di tale livello. Sembra quasi che il premier abbia voluto, in questo modo, rispondere alle accuse che gli vengono rivolte frequentemente in Italia di privilegiare l’inglese rispetto all’italiano.  Quasi a voler ribadire l’eccezionalità della decisione di Monti di parlare in italiano, Obama, proprio in chiusura, fa una battuta amichevole, che suscita il garbato sorriso dei presenti (“Mi sono dimenticato la traduzione ..., ma insomma, magari più tardi, potrete ascoltare la traduzione.”).
Qui sotto il video soltanto in inglese
   

mentre qui, invece, lo stesso filmato con la traduzione simultanea


Questi filmati, a parte il loro valore politico e storico, costituiscono secondo me dei formidabili sussidi didattici, da usare non soltanto per l’insegnamento dell’inglese  (in particolare nella sua variante americana). In più, aspetto certo non trascurabile, sono a costo zero.
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Note
1  Un’attenzione che è proseguita anche dopo la visita.  Al riguardo, vorrei citare almeno la scelta di "Time" di dedicare la copertina inserita in apertura di questo post  (numero del 20 Febbraio 2012: vol. 179, N. 7)  di tre delle quattro edizioni  (e precisamente quelle destinate all’Europa-Medio Oriente-Africa, all’Asia e al Sud Pacifico)  proprio a Mario Monti, presentato come l'uomo che potrebbe salvare l'Europa dal collasso finanziario  (l’edizione per gli Stati Uniti ha una copertina diversa, come si può vedere accanto).
L’articolo di Michael Schuman, poi, reca un titolo che in genere si riserva soltanto ai grandi della Terra  ("Why Mario Monti Is the Most Important Man in Europe")  e inizia con parole quasi epiche:  "At first glance, it seems impossible that the fate of the world economy rests in Mario Monti's hands. The Prime Minister of Italy has the aura of a gentlemanly grandfather — the polite demeanor, the soft voice, the smiling eyes — not the tough taskmaster Italy so desperately needs to escape its dangerous and protracted debt crisis. Monti, 68, speaks in the long, precise, jargon-laden sentences of an academic economist, which he was only four months ago.".
Un bel cambiamento, rispetto alle copertine e alle frasi con cui le più autorevoli riviste internazionali mettevano alla gogna il precedente capo del governo  (e in definitiva l'intera Italia, considerata colpevole di essersi affidata a lui). Lo stesso "Time", alla fine di novembre 2011, in due delle tre edizioni per l'estero (Europa-Medio Oriente-Africa e Sud Pacifico) aveva piazzato l'ex premier in copertina, con un titolo tutt'altro che elogiativo   ("The man behind the world's most dangerous economy .").

2  È indubbio che alla base delle accoglienze quasi trionfali e dei giudizi lusinghieri che Monti ha ricevuto durante la visita, ci sia anche la constatazione che il premier ha finalmente riportato la politica estera italiana nel suo solco tradizionale, caratterizzato soprattutto dalla stretta e storica alleanza con gli Stati Uniti.  Un’alleanza che il precedente esecutivo aveva snobbato  (con la legittima irritazione dei nostri più importanti alleati), preferendo puntare su tre aree non propriamente democratiche e, anzi, potenzialmente ostili agli USA, e cioè Mosca, Pechino e Tripoli. E l'insistere, da parte di media e di politici americani di prestigio, su termini e locuzioni come compostezza, decoro, lealtà, intelligenza, preparazione, riferiti a Monti e al suo governo, costituiscono il segno tangibile, quasi, del severo giudizio della Casa Bianca verso il precedente esecutivo, da cui Washington aveva preso le distanze già mesi prima delle sue dimissioni.  Purtroppo, a fare le spese di comportamenti indifendibili sul piano etico e politico, sono stati anche quei ministri e parlamentari dell ex maggioranza che si qualificano invece per la sobrietà di linguaggio, il rigore dei costumi, la correttezza che mostrano nellimpegno politico, la disponibilità ad affrontare i problemi del Paese in una prospettiva bipartisan.
Peraltro, alcuni commentatori si chiedono quanto il pensiero politico ed economico di Monti coincida con quello di Obama, in particolare in materia di lotta allo strapotere delle banche e alla volontà di quest'ultimo di introdurre una patrimoniale  (richiesta anche da alcuni grandi magnati statunitensi, a partire da Warren Buffett). Inoltre, proseguono, non bisognerebbe mai dimenticare che Monti deve buona parte della sua celebrità al fatto di essere stato scelto, per la nomina a commissario europeo (1994), proprio dal capo del precedente governo, ossia Berlusconi  (anche se successivamente confermato da D'Alema, nel 1999).