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mercoledì 1 ottobre 2014

Un sepolcro che potrebbe innescare un nuovo conflitto.

Il mausoleo del nonno del fondatore dell’Impero ottomano, Suleiman Shah. potrebbe innescare l’intervento turco in Siria. La tomba si trova su un’isoletta in mezzo all’Eufrate, in territorio siriano, a pochi chilometri dal confine turco. Dal 1921 è sorvegliato dai soldati di Ankara, in seguito a un accordo con i francesi, allora potenza coloniale in Siria, poi mantenuto da Damasco. 

Suleiman Shah (1178 – 1236) era il nonno di Osman I, fondatore dell’Impero ottomano. Il suo mausoleo è finito fuori dai confini turchi dopo la spartizione dell’Impero, alla fine della Prima guerra mondiale. Ma per i turchi ha un valore sacro e ispira i più forti sentimenti nazionalistici. 

Nel caos della guerra civile l’isoletta sull’Eufrate è finita al centro degli scontri fra ribelli e regime di Assad, e fra ribelli moderati e islamisti. Ora l’Isis controlla il territorio circostante. Secondo il quotidiano di Isnabul «Taraf», durante le trattative per il rilascio dei 49 ostaggi turchi a Mosul, l’Isis avrebbe chiesto il ritiro della piccola guarnigione turca dal mausoleo. 

Il governo di Erdogan ha duramente respinto le insinuazioni che era pronto a ritirare i soldati. Ma la situazione attorno al mausoleo non è chiara. L’unica cosa sicura è che se dovesse essere violata la tomba di Suleiman per Ankara sarebbe un casus belli fortissimo. O anche un’ottima scusa per dare il via all’intervento in territorio siriano che si sta facendo sempre più probabile.