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domenica 9 agosto 2015

Hiroshima e i sensi di colpa.

 L'equipaggio dell'Enola Gay
di  A. Lalomia

Vorrei proporre una serie di video relativi ad interviste rilasciate dagli uomini che componevano l'equipaggio dell'Enola Gay, il bombardiere B29 statunitense che il 6 agosto 1945 sganciò la bomba atomica su Hiroshima. Sono documenti di rara importanza storica e confermano ancora una volta quale miniera d'oro rappresenti il web per chi voglia condurre delle ricerche senza spostarsi da casa.  




 Paul Tibbits
Questi filmati hanno provocato qualche polemica, perché i protagonisti non solo non provano alcun rimorso o ripensamento per la loro azione, ma, anzi, sono quasi orgogliosi di aver compiuto il loro dovere fino in fondo. Come disse il comandante dell'Enola Gay, il colonnello Paul Tibbets in un'intervista al "Guardian" nel 2002, la bomba aveva accorciato il conflitto e quindi aveva risparmiato altre vite: «I knew we did the right thing because when I knew we'd be doing that I thought, yes, we're going to kill a lot of people, but by God we're going to save a lot of lives. We won't have to invade [Japan] ».  
Personalmente non credo che ci si debba stupire di atteggiamenti che qualcuno, invece, considera disinvolti. Chi si scandalizza dimentica che gli uomini che rispondono alle domande di tali interviste hanno preso parte a furiosi combattimenti e hanno verificato di persona fino a che punto potesse spingersi il fanatismo dei giapponesi.  
E dimentica anche che, secondo calcoli dello Stato Maggiore americano, la resistenza giapponese sarebbe stata così accanita che le forze armate statunitensi, per sconfiggere definitivamente il nemico, avrebbero dovuto subire centinaia di migliaia di altre vittime.         Un prezzo che si riteneva, giustamente, troppo alto.
D'altra parte, è fuori di dubbio che tra le decine di migliaia di vittime del bombardamento di Hiroshima  (a cui bisogna aggiungere cifre altrettanto drammatiche per l'apocalisse su Nagasaki), si contassero numerosi quanto inermi e innocenti giapponesi, la cui unica colpa era quella di trovarsi in quel luogo, quel giorno.
Così come è fuori di dubbio che se H. Truman avesse rispettato la decisione di F.D. Roosevelt di lanciare sì le bombe, ma su aree deserte e comunque quasi disabitate, gli Stati Uniti non avrebbero guadagnato il triste primato di unico paese che finora ha usato questi spaventosi ordigni.
A ben vedere comunque, come è emerso dagli studi condotti negli ultimi anni sull'intero progetto, sembra ormai certo che anche gli ordini di Truman siano stati disattesi, nel suo caso dai vertici militari, se è vero che il bombardamento di Nagasaki  (9 agosto 1945) avvenne senza che egli fosse informato preventivamente.  Un fatto che lo irritò a tal punto da impartire ordini tassativi di non prendere mai più iniziative del genere senza il suo consenso.
Dopo i filmati con le interviste all'equipaggio, vengono proposti altri video e articoli sul Progetto Manhattan, sugli effetti dei bombardamenti su Hiroshima e Nagasaki, sulle controversie nella catena di comando, sugli esperimenti nucleari fino agli Anni Novanta, sulle cerimonie a Hiroshima e Nagasaki per ricordare quel tragico giorno e filmati sulla guerra nel Pacifico:



















 






































Atomica, morto l'ultimo aviatore che bombardò Hiroshima, "Il Messaggero", 30 luglio 

2015.