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sabato 9 dicembre 2017

Anche Trump 'grazia' un tacchino.


Martedì il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha partecipato alla sua prima cerimonia della “grazia al tacchino”, un rito a cui si prestano da diversi anni i presidenti americani e che consiste nel salvare un tacchino evitando che finisca su una tavola il giorno del Ringraziamento. Il tacchino di quest’anno si chiamava Drumstick, ed è stato graziato insieme a Wishbone: per tradizione, ne vengono graziati due, anche se soltanto uno partecipa alla cerimonia (Drumstick, in questo caso) e il secondo è di riserva. Entrambi saranno trasferiti all’università di Virginia Tech, insieme ai due graziati lo scorso anno, dove passeranno il resto della loro vita.


Trump ha tenuto il suo discorso insieme alla First Lady Melania e al figlio Barron, e ha fatto una battuta sui tacchini graziati lo scorso anno da Barack Obama, Tater e Tot: ha detto di essere stato «molto attivo nel ribaltare» le decisioni del suo predecessore, ma che è stato informato che «le grazie a Tater e Tot non possono, in nessun caso, essere revocate. Perciò, Tater e Tot, dormite tranquilli».
Il Ringraziamento si passa in famiglia con parenti e amici, mangiando piatti tradizionali tra cui zucca, mais, patate e soprattutto un tacchino ripieno. Non è chiaro quando fu introdotto per la prima volta il rito di risparmiare un tacchino alla Casa Bianca: quel che si sa è che dal 1947 la “Federazione nazionale del tacchino” regala al presidente un tacchino vivo e due ripieni. Nel 1963 John F. Kennedy decise di risparmiare il tacchino vivo, dicendo «Teniamocelo!». La cosa si ripeté nel 1987, quando Ronald Reagan decise per gioco di concedere la grazia al tacchino. Il rito divenne ufficiale con George H. W. Bush e da allora si è svolto ogni anno. I tacchini vivi regalati sono diventati due, così da averne uno per riserva: soltanto un tacchino è protagonista della cerimonia ma entrambi vengono risparmiati e trascorrono la loro vita in una fattoria.