Sono anni che insisto sull'importanza del sonno nella vita quotidiana e sull'assoluta insensatezza di fare entrare i ragazzi a scuola prima delle nove del mattino, obbligandoli di fatto a sonnecchiare sui banchi per almeno le prime due ore di attività didattica (a meno che non abbiano Educazione Fisica). Ho accolto quindi con grande favore i risultati della ricerca condotta dall' American Academy of Pediatricians, risultati che ribadiscono quanto già affermato, per esempio, dalla Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale nel 2011 .
Sull'argomento riporto un articolo della "Stampa" di ieri (corsivo mio).
Qui per il testo sul portale dell' AAP.
------------------------------------
E’ uno di momenti più complicati nella giornata di ogni genitore: svegliare i figli adolescenti la mattina, perché arrivino in tempo a scuola. Sbagliamo tutto o quasi, però, secondo l’American Academy of Pediatricians (AAP), perché la strategia da adottare non è quella delle secchiate d’acqua, ma piuttosto quella di ritardare l’orario d’inizio delle lezioni.
Il sonno è prezioso, e nella nostra società lo spazio che gli concediamo diminuisce in continuazione, per giovani e adulti. Nel caso degli adolescenti, però, privarli delle otto o nove ore necessarie di riposo significa compromettere la loro salute fisica e mentale, e di conseguenza le prestazioni scolastiche.
L’Adolescent Sleep Working Group della AAP ha appena condotto uno studio in materia, da cui risulta che la mancanza di sonno contribuisce a problemi come l’obesità, il diabete, e anche i problemi umorali e comportamentali. Inoltre spinge all’uso di sostanze come caffé, tabacco e alcool. Dunque non si tratta solo di un problema di rendimento accademico, ma di salute.
Il rimedio sembrerebbe ovvio: mandare i figli a letto prima. Non è così facile, però, e non solo perché vogliono restare svegli a farsi gli affari propri. Il problema, secondo l’AAP, è fisiologico: i mutamenti che avvengono nel corpo durante l’adolescenza cambiano anche i ritmi della stanchezza. I giovani in questo periodo della loro vita sono portati ad andare a letto più tardi perché il loro fisico lo richiede, e di conseguenza si svegliano più tardi la mattina. Tirarli giù a forza significa solo privarli del riposo necessario, perché tanto poi la notte successiva non andranno comunque a dormire prima, perché il loro corpo si stanca con una velocità diversa da quella dell’infanzia.
Lo studio dell’AAP dimostra che anche mezzora di sonno in più fa la differenza, tanto nel rendimento scolastico, quanto nella salute e nell’umore. Non solo, ma i ragazzi che restano a letto più a lungo la mattina, sono poi portati anche ad andarci prima la sera. Secondo i pediatri americani, quindi, la soluzione del problema è chiara: la scuola non dovrebbe mai cominciare prima delle 8,30 del mattino, o magari anche una mezzora più tardi. Gli effetti fisici e mentali sarebbero così positivi, da superare nettamente quello che si perderebbe invece rinunciando a qualche minuto di lezione in più.
Il problema andrebbe posto anche per gli adulti, che dormendo poco spingono il cervello ad invecchiare più in fretta, ma qui ci sono gli obblighi professionali a creare dei limiti difficili da superare. Secondo un altro studio pubblicato dal Wall Street Journal, la città dove si dorme meno è Tokyo, con 5,44 ore in media al giorno; la più pigra invece è Melbourne, con 6,58 ore. In entrambi i casi, quindi, si riposa meno delle sette ore che i medici consigliano come minimo indispensabile per gli adulti. Mosca è la città che si alza più tardi dal letto, in media alle 8,08, ma è anche quella che va a dormire più tardi, e quindi i suoi abitanti sono privati del sonno necessario come tutti gli altri.