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sabato 28 aprile 2012

Le angosce di Günther Grass e la realtà dei fatti.


di  A. Lalomia

Tra i tanti commenti sull’infelice  ‘poesia’  di Günther Grass, vorrei citare almeno quelli di Giulio Meotti  1 , Federico Orlando 2  e Abraham Yehoshua .  Credo che rappresentino le migliori risposte  4  alle parole in libertà di un personaggio che, pur potendo vantare dei meriti letterari, si trova ormai nel pieno della sua decadenza.  
Grass afferma di non essere antisemita e, anzi, di guardare al popolo israeliano con simpatia.  Sarà, ma avrebbe quantomeno dovuto riflettere sul fatto che pubblicando quel testo  (alla vigilia di Pasqua, un dettaglio non trascurabile)  portava acqua al mulino dei nemici di Israele  (e infatti, la prima a lodare ufficialmente il  suo ‘poema’  è stata proprio Teheran, per bocca del vice-ministro della cultura) e di quanti sostengono l’equazione  Israele = ebrei = nemici dell’umanità. 
Ma c’è un aspetto della questione che mi sembra ancora più rilevante e che merita di essere esaminato, e riguarda quello che alla fine della seconda guerra mondiale ha coinvolto l'intera Germania ed è all'origine del suo smembramento: mi riferisco a quella che è stata definita ‘la colpa dei Tedeschi’, l'accusa cioè che è stata lanciata contro un intero popolo di essere responsabile, diretto o indiretto, di uno dei maggiori genocidi dell'intera storia dell'umanità.
Prima di rendere pubblici quei  ‘versi’, lo scrittore di Danzica  avrebbe dovuto ricordare che i Tedeschi  -tutti i Tedeschi non ebrei  (con alcune nobili eccezioni)-  hanno ancora oggi un debito quantomeno morale nei confronti del mondo ebraico, un debito che dovrebbe suggerire loro maggiore prudenza quando affrontano certi temi 5 .  Tanto più se chi si erge a giudice di Israele, emettendo ridicole sentenze, ha tenuto celato per decenni il suo passato di volontario nelle Waffen SS.
 Scheda di prigionia di Grass, da cui risulta l'unità militare di appartenenza 
Oltretutto, la scelta dello scrittore tedesco dimostra uno scarso senso delle circostanze, perché, a parte quanto ho scritto sopra, Israele sta subendo da anni ormai, in modo sempre più virulento, la minaccia di un attacco ABC iraniano e sul suo territorio piovono ad un ritmo sempre più terrificante missili, razzi e altri ordigni lanciati da organizzazioni terroristiche che non riconoscono alla nazione ebraica neppure il diritto ad esistere.
Anziché chiedersi se sia giusto che un intero popolo si veda continuamente negato questo diritto; anziché chiedersi se sia normale che milioni di persone siano costrette a vivere giorno dopo giorno con l’incubo di diventare il bersaglio di attentati terroristici; anziché chiedersi perché mai centinaia di migliaia di studenti iraniani e arabi debbano studiare la Geografia su cartine e manuali scolastici  (finanziati in parte dalla UE)  dove Israele neppure compare; anziché chiedersi se sia legittimo che l’Iran   -ma anche alcuni stati arabi e diverse bande terroristiche legate al fondamentalismo islamico e finanziate da Teheran-  proclamino da decenni che la Shoah è  “un’invenzione dell'entità sionista”  e nel contempo minaccino di annientare Israele ; anziché chiedersi se sia eticamente giustificabile che in certe università iraniane  (ma non solo)  si tengano corsi sulla jahad, dove vengono insegnate ad aspiranti  kamikaze le tecniche più sofisticate per arrecare i maggiori danni possibili ad Israele;  anziché chiedersi a che tipo di moralità rispondano canzoni come When we die as martyrs, della band musicale “Birds of Paradise”, dove i bambini vengono invitati a trasformarsi in shahid  (terroristi suicidi) per la ‘liberazione della Palestina’ 6anziché chiedersi quali città europee  (magari tedesche)  potrebbero rientrare tra gli obiettivi del piano nucleare iraniano, che prevede la dotazione di un arsenale con missili a lunga gittata; anziché chiedersi perché mai 
 Missili balistici iraniani
tanti iraniani abbiano preferito l'esilio e non si stanchino di denunciare gli orrori perpretati da Ahmadinajad e dai mullah; anziché chiedersi se in Iran potrebbe parlare con la stessa piena libertà che viene assicurata in Germania e nei paesi democratici; anziché chiedersi tutto questo  (ed altro che si potrebbe aggiungere),  Grass si sente in obbligo di farci sapere che si sente  ‘angosciato’  per le atomiche israeliane, atomiche che Gerusalemme, a differenza di altri paesi con regimi dittatoriali e comunque illiberali, non si è mai vantata di possedere  (né tanto meno ha mai minacciato nessuno, come fa invece di continuo il regime degli ayatollah).  
Il pensiero delle atomiche con la stella di David non lo fa dormire, perché è convinto che queste armi rappresentino una grave minaccia per la pace. Tutto il resto non conta.
Ognuno è libero di avere le sue nevrosi  (nel rispetto della libertà degli altri, però).  Questo diritto spetta anche a Grass. 
Ma per favore, si astenga dall’imporci maldestri e patetici stravolgimenti del passato storico e della realtà.

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Note
In italiano : Günter Grass dalla A alla Z: chi lo attacca, chi lo difende  (Nel 2001, allo Spiegel, Grass aveva già detto che lo stato ebraico doveva semplicemente sparire:"Anche l’essersi insediato in terra palestinese è un atto criminale. Non soltanto deve finire la politica degli insediamenti, ma bisogna proprio che Israele se ne vada. Altrimenti in quella parte di mondo non vi sarà mai pace”. Paul Spiegel, allora presidente della comunità ebraica tedesca, replicò che “se si osservano da vicino le parole di Grass il suo messaggio è: Israele deve sparire." ”) Scrittori dell’odio .  In quest'ultimo pezzo, Meotti sottolinea puntualmente le posizioni antisemite di altri premi Nobel per la letteratura, a cominciare da Sartre.




Ma potrei citarne ancora, per esempio  L'ex nazista contro Israele  e altri che comunque si possono leggere su  Informazione corretta . Così come potrei ricordare i risultati di sondaggi effettuati tra i connazionali di Grass, che smentiscono clamorosamente le sue affermazioni. V. ad esempio  Poll: Germans disagree with Gunter Grass on Israel threat, secondo cui quasi il 50 % dei Tedeschi è convinto che la vera minaccia per la pace sia rappresentata dall'Iran, contro appena il 18 %  che la pensa come Grass.  Infine, potrei accennare anche al ruolo che Grass, il quale dichiara di essere stato vittima della DDR, ha svolto come punto di riferimento della Stasi per reprimere la dissidenza nella Germania dell'Est  (al riguardo, v. Günter Grass agente involontario della Stasi comunista.  Per inciso, Grass si era dichiarato contrario all'unificazione del 1989, perché, secondo lui, il processo avrebbe penalizzato la Germania Orientale, che evidentemente considerava superiore a quella dell'Ovest, capitalista e  (neanche a precisarlo, per un 'progressista' come lui)  corrotta.

Su una cosa, comunque, lo scrittore tedesco ha ragione: e cioè sul divieto di entrare in Israele che il ministro degli Interni Eli Yishai ha annunciato nei suoi confronti, un divieto per cui ha protestato  (e non si capisce perché, visto che nel 1971, dopo essere stato contestato vivacemente durante la  "Settimana della cultura tedesca"  svoltasi a Gerusalemme, aveva giurato di non mettere più piede in Israele).   È vero che lo stesso divieto era stato adottato contro Kurt Waldheim  (peraltro anche da parte degli Stati Uniti), ma nel caso di Grass si potrebbe fare uno strappo alla regola.  Ad una condizione, però: e cioè che Grass, dopo il suo ingresso in territorio israeliano, dovrebbe essere obbligato a vivere per almeno una settimana nelle località più esposte agli attacchi terroristici, quelle dove la sirena suona più volte al giorno per invitare la popolazione a correre nei rifugi, quelle dove civili innocenti rischiano di essere massacrati ad ogni istante dallo scoppio di missili, razzi, bombe.  Chissà, forse, dopo aver vissuto in un clima così  ‘rilassato', potrebbe imparare a riflettere, prima di aprire bocca.
  
 In realtà, il discorso riguarda anche gli Austriaci.  Basti pensare al caso di Kurt Waldheim,
segretario generale dell'ONU per due mandati  (dal 1972 al 1981)  e dal 1986 al 1992 presidente della Repubblica austriaca, malgrado fossero già emerse le prove della sua adesione al nazismo e della sua presenza in formazioni militari tedesche responsabili di massacri indiscriminati tra la popolazione civile, in particolare nei Balcani.  Alle accuse rispose che aveva soltanto eseguito degli ordini e non venne mai processato.
Tra i due casi esiste comunque una certa differenza, perché anche se la scelta di Grass di arruolarsi volontario proprio in un reparto delle SS specializzato nei rastrellamenti e nella pulizia etnica non ha giustificazione che tenga, tale scelta va inquadrata in un contesto storico preciso: essendo nato nel 1927, Grass ha subìto in pieno il processo di indottrinamento del regime, è stato plasmato dalla propaganda nazista, per cui non stupisce che sia diventato un fanatico, un automa agli ordini della macchina di sterminio.  D’altronde, l’età in cui si è arruolato non è indicativa della maturità del soggetto, anzi  (senza nulla togliere, però, alla gravità della sua scelta). Waldheim, invece, era nato nel 1918, per cui quando entrò nel reparto della Wehrmacht che compì atrocità da Tribunale Internazionale per Crimini di Guerra, era già adulto e quindi in grado di capire perfettamente quello che stava facendo

6  


 Bambino palestinese addestrato per un'azione terroristica suicida
 Kamikaze palestinesi
Cfr.  anche  Giorgio Israel.  Una comprensibile irritazione.
V. anche questi altri filmati, che descrivono soprattutto le condizioni di terrore in cui sono costretti a vivere gli Israeliani  -a cominciare da quelli di Sderot-  a causa degli attacchi terroristici condotti da Hamas e da altre bande:
















 














                                                 



Filmato sul nucleare iraniano


Un altro video sul nucleare iraniano

Infine, vorrei proporre anche questo filmato, dove Magdi Cristiano Allam, riflettendo sulla grande lezione di civiltà che Israele ha offerto al mondo intero a proposito della vicenda di Gilad Shalid, conclude con l'auspicio che in quella tormentata area del Medio Oriente Israeliani e palestinesi possano vivere finalmente in pace, senza odio né violenze :