di A. Lalomia
Vorrei sottoporre nuovamente all’attenzione dei lettori -e in particolare dei docenti- il volume Voci dal lager. Diari e lettere di deportati politici.1943-1945., di Mario Avagliano e Marco Palmieri, Einaudi 2012, di cui ho parlato altre volte su questo blog 1 .
Il libro 2 è uscito da pochi mesi, ma ha già incontrato un notevole favore da parte della critica e del pubblico, grazie anche al fitto calendario di presentazioni in diverse località italiane 3 . D’altra parte, queste presentazioni avrebbero un peso relativo se il volume non disponesse di certi requisiti, requisiti che non solo possiede, ma che gli hanno già permesso di diventare un sicuro punto di riferimento non soltanto per gli storici, ma anche per la comunità di docenti ed educatori.
Ho scritto comunità di docenti ed educatori, perché a me sembra che l’opera possa essere utilizzata efficacemente in ambito scolastico, per l’insegnamento sia della Storia (come appare ovvio), che di altre discipline (penso ad esempio a Italiano, Religione e Diritto).
Ci si lamenta spesso che molti dei nostri ragazzi non conoscono la storia (il che purtroppo è vero); si dimentica però di aggiungere che, forse, uno dei motivi principali di questa lacuna nasce dal fatto che questi stessi allievi non si sentono coinvolti più di tanto dall’approccio con i manuali scolastici, anche di quelli più prestigiosi 4 .
Questa tesi parrebbe confermata dal fatto che, in genere, gli studenti leggono più volentieri le pagine del manuale riservate ai documenti e alle fonti, piuttosto che le ricostruzioni degli autori del testo. Non credo che si tratti di diffidenza nei confronti di chi ha scritto il manuale; forse, anche in questo caso, entrano in gioco quelle dinamiche psicologiche giovanili per cui il ragazzo vuole arrivare da solo, senza sentirsi ‘costretto’ da qualcuno, a conoscere un episodio o un personaggio e a formulare un giudizio in merito. Se questo è vero, allora ritengo che il volume di Avagliano-Palmieri offra agli studenti proprio ciò che essi cercano: una cronaca dal vivo, testimonianze di prima mano, senza alcuna intermediazione 5 , materiale da cui estrarre i tasselli per comporre, da soli, appunto, il mosaico su uno dei periodi più cupi della storia, quello della seconda guerra mondiale, con la lunga serie di atrocità e di orrori che hanno pochi riscontri nel passato.
Diari, lettere, biglietti, messaggi, frasi annotate su frammenti di fogli lanciati al mondo dalle tradotte che portano i reclusi nei lager, nella speranza che qualcuno li raccolga, appelli abbozzati furtivamente per lasciare una traccia di sé, prima di essere privati di ogni aspetto di umanità: è questa la documentazione su cui si fonda il libro. Un'opera costruita con intelligenza e passione, che reca un contributo fondamentale alla conoscenza di un periodo storico mai sufficientemente indagato.
Le scritture private delle vittime della repressione diventano una specie di romanzo corale, un’antologia degli oppressi, dei resistenti, di chi non si è piegato alle angherie e ha lottato per la libertà, sostenuto da una tensione etica e ideale che lo porta a ribadire con fermezza il valore della sua scelta, a confortare parenti ed amici, a rassicurarli sulle sue condizioni e sul suo futuro. Non mancano comunque le pagine con frasi particolarmente toccanti, dalle quali trapelano con pudore destini condannati al calvario e all’annientamento.
Una protesta non violenta (perché i protagonisti non ricorsero all’uso delle armi), ma ferma, senza compromessi o patteggiamenti. Il rifiuto della collaborazione con la dittatura rappresenta anche un modo per il recupero dell'identità nazionale, per riacquistare quell’orgoglio di sentirsi veri Italiani che era stato oltraggiato troppe volte dalla dittatura fascista, soprattutto dopo la sua sottomissione all’alleato nazista.
Storditi -e spesso nauseati- da un mondo che offre loro ben pochi esempi di virtù, i giovani che credono ancora in certi valori sono alla perenne ricerca di modelli con cui identificarsi. E in questo libro li trovano.
Il coraggio, l’amore per un ideale spinto fino al sacrificio di sé sono ciò che molti ragazzi chiedono di più; e il racconto di episodi attraverso le parole dei protagonisti è ciò che li colpisce maggiormente e li spinge nello stesso tempo a studiare e ad approfondire temi e percorsi che altrimenti affronterebbero svogliatamente o metterebbero da parte.
Non per nulla, da tempo ormai, diverse scuole hanno avviato una serie di incontri con i sopravvissuti dei lager e con quanti, in regimi dittatoriali e comunque antidemocratici, hanno pagato a caro prezzo il loro impegno per la libertà, per la difesa dei diritti umani e civili, per la loro fede politica democratica, ma anche religiosa, subendo la discriminazione, il confino, la prigione, la violenza fisica.
Avagliano e Palmieri, con un lavoro da certosini e animati da una sensibilità e da una modestia che rende ai ragazzi la loro impresa ancora più apprezzabile, dopo aver accumulato e organizzato un’imponente quantità di materiale, si sono messi da parte e hanno lasciato la parola alle vittime, a quanti, altrimenti, sarebbero stati dimenticati per sempre, travolti nel vortice della storia, senza lasciar traccia alcuna delle loro esperienze terribili.
Il recupero di micro-storie 6 , di vicende anche minime, che unite insieme formano però un grandioso e tragico quadro di dolente umanità, rappresenta il merito maggiore di questo volume.
Ma il libro si pone anche come un baluardo, una specie di antidoto, contro i vecchi e i nuovi
negazionismi, contro l’oblio, i compromessi, l’abulia; come un doveroso tributo verso quell’umanità senza nome e senza volto, quasi sempre trascurata, esclusa dai libri di storia, ma che non ha dimenticato l’imperativo categorico kantiano, che non ha barattato la coscienza con la sicurezza personale e il proprio futuro.
Un grazie, dunque, ai due autori, per aver finalmente conferito piena dignità di studio ad una documentazione spesso ignorata e comunque ritenuta perlopiù di secondaria importanza; per aver sottratto al silenzio e all’anonimato vicende personali e collettive di grande significato storico e morale; per aver iniziato a colmare un vuoto di memoria e di conoscenza su un periodo cruciale del nostro passato, che merita comunque di essere indagato ancora.
E grazie anche per aver presentato modelli di comportamento, gli oppositori politici, i quali, pur consapevoli dei rischi a cui andavano incontro, non hanno esitato a prendere posizione contro la dittatura e hanno pagato spesso con la vita per le loro idee e per il loro coraggio. Una grande lezione morale, in un momento in cui l’impegno civile e politico giovanile su temi universalmente condivisi rappresenta sempre di più un evento raro.
È per questi motivi, appunto, che mi sento di suggerire ai docenti di Storia e di altre materie
l’inserimento del volume all’interno dell’elenco dei libri di testo per il prossimo anno scolastico (una procedura che in alcuni istituti -per esempio di Milano, Rimini e Bologna- è già iniziata) e di rivolgere alle biblioteche scolastiche l'invito ad acquistare alcune copie dell’opera, sia sotto forma cartacea, che in versione e-book.
Tanto più che, per la sua importanza, il volume è stato paragonato alle Lettere di condannati a morte della Resistenza italiana e alle Lettere di condannati a morte della Resistenza europea (e non è forse un caso che la Casa editrice sia la stessa), ossia a due classici presenti da anni in quasi tutte le biblioteche d’istituto (quantomeno a partire dalle medie).
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Note
1 V. la pagina “Libri consigliati” di questo blog, dove si trovano link ad altri post sul volume.
2 Il terzo scritto in comune per la stessa casa editrice, dopo Gli internati militari italiani.,
pp. LXVI, 338, € 20,00, Einaudi 2009 e Gli ebrei sotto la persecuzione in Italia. Diari e lettere. 1938-45., pp. LXXXII, 390, € 15,00, Einaudi 2011.
L'A. collabora a diverse testate giornalistiche ed è direttore responsabile di Cavanotizie e Nocera Notizie.
3 Il volume è già alla seconda edizione, ma, a fronte delle numerose richieste, si sta già pensando alla terza.
Alcune presentazioni si trovano anche sotto forma di video. V. ad esempio : Mario Avagliano presenta a Roma Voci dal lager. Al materiale presente su quel post, vorrei aggiungere altri due documenti. Il primo riguarda un filmato con la presentazione del libro presso il liceo "Severi" di Salerno , con intervista ad Avagliano; il secondo si riferisce invece all'intervista che Radio Colonia ha fatto a Marco Palmieri.
4 Come quelli della Casa Editrice Zanichelli, che cercano, ricorrendo anche ad un poderoso apparato iconografico, di sollecitare l’interesse e l’impegno degli studenti. V. anche la pagina "Manualistica scolastica" di questo blog.
Alcune presentazioni si trovano anche sotto forma di video. V. ad esempio : Mario Avagliano presenta a Roma Voci dal lager. Al materiale presente su quel post, vorrei aggiungere altri due documenti. Il primo riguarda un filmato con la presentazione del libro presso il liceo "Severi" di Salerno , con intervista ad Avagliano; il secondo si riferisce invece all'intervista che Radio Colonia ha fatto a Marco Palmieri.
4 Come quelli della Casa Editrice Zanichelli, che cercano, ricorrendo anche ad un poderoso apparato iconografico, di sollecitare l’interesse e l’impegno degli studenti. V. anche la pagina "Manualistica scolastica" di questo blog.
5 A parte il capitolo introduttivo e le sintetiche ma precise schede a piè di pagina.
6 Questo recupero è reso possibile anche grazie alla meritoria iniziativa della Casa Editrice Marlin, che ha dedicato un’intera collana, diretta da Mario Avagliano e da Marco Palmieri, alla ricerca e alla pubblicazione di materiale documentario a cui in genere gli storici non attribuiscono particolare rilievo.