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lunedì 15 luglio 2013

Bravo, Israel.


di  A. Lalomia

Ha fatto bene Giorgio Israel a condannare in modo deciso le amenità di Calderoli riguardanti il ministro dell'integrazione.

Qualche tempo fa io ho pubblicato, su questo stesso blog, un post piuttosto critico sulla Kyenge  1  e ritengo di avere ancora qualcosa da rimproverarle.  Ma da qui ad usare i toni di Calderoli, ce ne passa.
D'altronde, come fa notare  "La Stampa"  di oggi,  l'esponente leghista è finito sulla prima pagina di "Bild", con un commento davvero poco lusinghiero.  Di Calderoli, definito "senza cervello" e "perdente", si ricorda l'altra 'gaffe'  razzista del 2006, quando definì la nazionale di calcio francese piena di "negri, musulmani e comunisti". 
Per la verità, il vice-presidente del Senato è passato alla cronaca anche per altre provocazioni: per esempio, quella della maglietta antislamica indossata nel febbraio 2006, che provocò una durissima reazione libica e le sue dimissioni da ministro per le Riforme Istituzionali.  
Malgrado i numerosi inviti a dimettersi dalla carica di vicepresidente del Senato, il politico leghista ha già fatto sapere che non ha alcuna intenzione di fare un passo del genere, forte anche del regolamento di Palazzo Madama 2, aggiungendo comunque di essersi scusato personalmente con il ministro.  A quanto pare, però, anche altri, oltre a lui, mostrano nei confronti della Kyenge un atteggiamento pregiudizialmente ostile, senza rendersi conto, forse, dei risvolti di carattere legale che certi atti e discorsi potrebbero avere.  
Di seguito, una serie di video sulla vicenda.














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Note  

1  Il pensiero del ministro Kyenge sullo Ius soli e sul reato di immigrazione clandestina.

2  In base a questo regolamento, infatti, né il presidente, né i componenti dell'ufficio di presidenza, sono sfiduciabili.  Un caso analogo si era già presentato nella scorsa legislatura, quando la leghista Rosy Mauro rimase in carica come vice-presidente del Senato nonostante i reiterati inviti  (anche da parte del suo movimento) a dimettersi.