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lunedì 22 luglio 2013

Giovani italiani che fuggono dal loro Paese.



di  A. Lalomia

Vorrei proporre ai lettori la testimonianza di un giovane genio italiano dell'informatica di diciannove anni, Andrea Stroppa.  Collaboratore dell' "Huffington Post" , malgrado la valanga di riconoscimenti che gli sono giunti dai centri di ricerca e di applicazione più qualificati di mezzo mondo  -così come dai media-  il ragazzo non riesce a tradurre in pratica la sua invenzione, a causa del muro di gomma rappresentato dai nostri apparati amministrativi. L'unica alternativa che gli rimane, quindi, è quella di andarsene all'estero.
L'attuale premier si è impegnato a combattere seriamente la fuga dei cervelli e ha assicurato un piano che dovrebbe favorire il rientro di almeno una parte di quelle centinaia di migliaia di giovani italiani che negli ultimi anni sono stati costretti a trovare lavoro fuori dall'Italia.  Una situazione incredibile, indegna di un paese civile: lo scorso anno gli espatriati tra i venti e i quarant'anni sono stati più di 35.000  Ma si tratta di una cifra al ribasso, perché dà conto soltanto di quelli che si sono registrati all'Anagrafe Residenti Italiani all'Estero  (AIRE).  Molti degli espatriati scelgono il Regno Unito, la Germania e gli Stati Uniti, perché offrono maggiori opportunità.
L'unica nota confortante è che parecchi di loro riescono, sia pure dopo qualche tempo, ad inserirsi perfettamente nel mercato del lavoro e a raggiungere incarichi di prestigio e ben retribuiti.  Numerosi, tra l'altro, i giovani scienziati italiani che fanno registrare all'estero i loro brevetti, privando così il nostro Paese di una risorsa di inestimabile valore.  D'altra parte, i giovani talenti che sono stati costretti a emigrare non hanno alcuna intenzione di tornare nella loro terra definitivamente.  
Una storia vecchia, si direbbe, se si pensa soltanto a Guglielmo Marconi, costretto anche lui a brevettare nel Regno Unito la sua invenzione.
Qui  il manifesto per combattere il fenomeno dell'espatrio giovanile, che priva l'Italia delle sue migliori energie, nell'indifferenza di quanti dovrebbero affrontare seriamente il problema, al di là dei discorsi di circostanza e delle promesse.
Di seguito, una serie di video sull'argomento.