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domenica 27 luglio 2014

Israele ha il diritto di esistere ?


di  A. Lalomia

Ogni  volta che Israele è costretto a intraprendere azioni militari particolarmente impegnative (con risvolti drammatici per intere comunità palestinesi), bisognerebbe ricordare la situazione di perenne minaccia che grava su ogni cittadino di quel Paese. Razzi, missili, colpi di mortaio, da anni partono quasi ogni giorno dalla Striscia di Gaza -ma anche da altre località ai suoi confini, a cominciare dal sud del Libano- e colpiscono indiscriminatamente lavoratori, mamme, giovani, anziani, bambini, insomma tutti coloro i quali hanno l'unico torto di essere ebrei  (ma in realtà le vittime sono anche di altre religioni, compresa quella musulmana).  Per non parlare degli attentati terroristici compiuti da kamikaze, che vengono poi celebrati come martiri ed eroi dalle frange più oltranziste del mondo arabo.
Non dev'essere bello vivere sotto l'incubo perenne delle bombe e dei razzi  (Al-Fajr, M-75 e J-80) che bersagliano non soltanto le località a ridosso della Striscia di Gaza o a Sud del Libano, ma anche Tel Aviv, Gerusalemme, Lod, Hedera ed arrivano fino ad Haifa. Hamas possiede vettori che possono raggiungere anche 150 km, vale a dire ogni angolo di Israele. E tanto per farsene un'idea, basterà vedere i filmati che propongo oltre.
Proprio per far fronte ad una situazione unica nella sua drammaticità, Israele si è dotato da anni di un sistema di protezione dagli attacchi delle organizzazioni terroristiche denominato "Iron Drome", costosissimo, ma assolutamente necessario per permettere al Paese di non essere cancellato davvero dalla carta geografica  (come risulta invece dalle cartine geografiche su cui studiano molti alunni palestinesi, cartine in cui Israele non compare).. Poiché di questo, appunto, si tratta: Israele deve lottare ogni giorno per la sua stessa sopravvivenza: esattamente come ai tempi del nazismo, infatti, si nega ad un intero popolo il diritto più elementare, quello di esistere.
Sarebbe bene non dimenticare mai questo scenario, prima di avviare campagne di protesta a senso unico e puntare l'indice contro questo Paese.
E sarebbe bene non dimenticare che i nemici di Israele attuano la loro politica di terrore attraverso la guerra asimmetrica, facendosi scudo dei civili palestinesi e colpendo gli Israeliani (soprattutto i centri abitati, risparmiando stranamente le basi militari, come fa notare giustamente in questa intervista lo scrittore Abraham Yehoshuada case abitate da famiglie innocenti, da scuole piene di alunni, da moschee dove sono riuniti fedeli che pregano, da ricoveri per anziani, da luoghi di cura, da centri di accoglienza gestiti dall' ONU, da mercati affollati di ignari e altrettanto incolpevoli palestinesi.
Qualunque persona di buonsenso deve auspicare l'intesa e la collaborazione tra Israeliani e Palestinesi  (in gran parte, questi ultimi, vittime di gruppi estremisti guidati da capi che si concedono ogni lusso e che li usano per i loro progetti di annientamento del popolo ebraico); ma qualunque persona di buon senso non può non sostenere le ragioni di Israele  -unica democrazia in un contesto geografico caratterizzato da regimi dittatoriali e comunque poco liberali-  nel rivendicare il diritto ad esistere.