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sabato 10 dicembre 2011

Giorgio Israel: una giusta indignazione.

di A. Lalomia
Giorgio Israel ha recentemente richiamato l’attenzione dei suoi lettori su un fumetto pubblicato qualche giorno prima su una rivista per ragazzi.  L’A. non ha commentato il testo  (quantomeno non subito)  anche se la sua legittima disapprovazione è apparsa del tutto evidente sin dall’inizio. D’altronde, dalle reazioni del pubblico, è emersa chiaramente  la terribile caduta di stile  (per non parlar d’altro)  in cui sono incappati i redattori e la direzione del periodico  (1).
In effetti, quel fumetto, oltre ad essere di una stupidità senza limiti, è rozzo, squallido, sguaiato, osceno, tragicamente antieducativo.  Fa credere all’opinione pubblica che tutti i docenti italiani siano rappresentati da un mentecatto che viene presentato come un insegnante di Filosofia il quale mercanteggia la sua cultura con una scommessa da bassifondi, e che l’intera popolazione studentesca debba identificarsi con gli zombie che si prendono gioco di lui e che gli rivolgono domande degne soltanto del loro stato di pitecantropi  (ma definirli così è troppo generoso).
Non escludo che nella scuola italiana possano esistere situazioni in cui l’immagine di docenti e allievi sia fortemente inquinata da comportamenti incompatibili con il loro ruolo e con l'ambiente in cui trascorrono una parte rilevante della loro giornata  (2).
Credo però che la maggioranza dei docenti e degli allievi sia di ben altro spessore etico ed intellettuale e che debba quindi ritenersi offesa da una rappresentazione così becera.
Se questo è vero, spero allora che professori e ragazzi facciano sentire la loro protesta in modo civile ma fermo e vigoroso, inviando al suddetto giornale e-mail di disapprovazione e invitandolo a trattare i temi riguardanti la scuola in modo meno triviale, senza incoraggiare negli allievi atteggiamenti denigratori, villani, che minano alle basi ogni armonico rapporto sociale.
Con buona pace di quanti hanno relegato l'episodio a manifestazione marginale del cattivo gusto imperante, io credo invece che Giorgio Israel abbia fatto benissimo a soffermarsi su questo caso, perché non bisogna mai sottovalutare l’impatto che possono produrre, soprattutto su menti giovanili particolarmente predisposte, messaggi considerati ormai innocui, ma in realtà devastanti. L'assuefazione alla volgarità e all'ignoranza è quanto di peggio possa capitare a chi dovrebbe porsi l'obiettivo di educare i giovani, oltre che di trasmettere loro nozioni.
Quando si reclamano più dignità e riconoscimenti per gli insegnanti, non bisogna mai dimenticare che i primi a dover dare l’esempio devono essere proprio i docenti.  
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Note
(1)  Qualche lettore, però, un po' troppo frettolosamente, ha cercato di minimizzare l’episodio, considerandolo quasi normale, visti i tempi.

(2)  E d’altronde, io stesso, di tanto in tanto, mi permetto di segnalarlo.