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mercoledì 14 dicembre 2011

Roma e i taxi. Un articolo condivisibile.

Enzo Raisi
di A. Lalomia 


In passato mi sono occupato più di una volta del tema indicato nel titolo di questo post, anche per proporre qualcosa di concreto a favore di quei docenti che a causa delle loro condizioni di salute non possono spostarsi in modo normale in città  (1). Ecco perché sono d'accordo con Enzo Raisi, che nell'articolo publicato il 13-12-11 su "Libertiamo" ha messo in evidenza la scarsa lungimiranza della politica condotta dai tassisti romani.
In una città caotica come Roma, con servizi di trasporto pubblici inadeguati, l'uso del taxi  (a prezzi ovviamente ragionevoli), potrebbe rappresentare una valida soluzione per cercare di sopravvivere allo stress da spostamenti (anche per piccoli percorsi)  e per restituire finalmente ai disabili la possibilità di muoversi in modo relativamente autonomo.
È  incredibile che i tassisti capitolini non si rendano conto che continuando a difendere ad oltranza le loro posizioni di rendita non solo penalizzano la città  (e soprattutto le categorie più disagiate), ma non fanno neanche i loro interessi, visto che abbassando le tariffe avrebbero più clienti  (2).
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Note

(2)  "Anziché opporsi ad un allineamento delle regole italiane a quelle delle società più avanzate e dinamiche del pianeta, sarebbe auspicabile che gli attuali tassisti raccogliessero la sfida della concorrenza, accettando magari di diventare piccoli imprenditori proprietari di tre, quattro o dieci automobili condotte da giovani oggi disoccupati"  (Enzo Raisi).