Franco Cardini |
Il 15-12-11 "La Repubblica" ha pubblicato un articolo di Carlo Bonini in cui, commentando il terribile episodio di Firenze di due giorni prima, Franco Cardini è stato accomunato agli ispiratori ideologici del gesto compiuto dal cinquantenne pistoiese che poi si è tolto la vita, un episodio su cui peraltro lo storico fiorentino era già intervenuto lo stesso 13-12-11.
Cardini ha risposto al quotidiano fondato da Eugenio Scalfari con un testo (riportato anche sul suo sito) (1) che merita di essere letto integralmente, perché dimostra l'onestà intellettuale di quello che viene giudicato -e a ragione- il nostro massimo medievalista vivente (2) .
Si può anche non essere d'accordo con il passato politico di Cardini, ma certo tra la sua precisa ricostruzione dei fatti e la sua coerenza di intellettuale 'non organico' e anzi 'fuori dal coro', scomodo, il suo orgoglio di militante alla perenne e appassionata ricerca di un progetto politico che stenta a realizzarsi, il suo modo elegante ma nello stesso tempo fermo di rispondere ad accuse pretestuose, da una parte, e l'improvvida, maldestra, quasi provocatoria iniziativa di "Repubblica", corre un abisso, che il secondo quotidiano nazionale rischia di pagare pesantemente sul piano della credibilità.
Carlo Bonini |
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Note
(1) La ricostruzione del suo passato politico è poi proseguita con toni quasi epici e con una sincerità e un candore disarmanti, attraverso un altro articolo, "Contro tutti i tartufi (nel senso di Molière). Amarcord di un "cattivo Maestro.", di cui vorrei riportare almeno un paio di passi:
"Il nostro sogno e la nostra mèta consistevano nella liberazione della fantasia e al tempo stesso nella conciliazione metapolitica di tradizionalismo etico-storico-antropologico, socialità e patriottismo europeista. Quel che volevamo, era la costruzione di un disegno che traducesse in termini politici una sintesi di Donoso Cortès, Tolkien ed Ezra Pound. Un sogno impossibile? Molto probabilmente sì. ". [...] "Il mio destino è di aver scelto giovanissimo un partito che mi andava stretto e di non averne poi trovato più nessun altro, restandone privo da ormai quasi mezzo secolo. Eppure ho sofferto questa privazione: non mi ci sono mai abituato perché rimango un uomo disperatamente di parte, un fazioso feroce come il mio concittadino Alighieri. Il mio partito, la mia Isola-Che-Non-C'è, l'ho visto balenare qua e là nella storia, nei luoghi e nei contesti più ossimoricamente improbabili e contraddittori: sulla piana di Roncaglia nel 1154, a Montaperti nel 1260, in Vandea tra 1792 e 1793, tra il Palazzo d'Inverno e Piazza San Sepolcro fra 1917 e 1921, pochi mesi d'estate nella Spagna del '36, qua e là nelle sierras attorno al “Che” ".
La replica di Cardini alla "Repubblica" è riprodotta anche su altri siti, per esempio quello di "Futuro e libertà", che fa saggiamente notare come la criminalizzazione di "[...] personaggi di tale levatura intellettuale equivale a una sorta di caccia alle streghe fuori tempo massimo che va condannata senza riserve.".
V. anche il comunicato stampa del 19-12-11 dell'Associazione "Identità Europea", di cui Cardini è fondatore e presidente emerito (sua è anche la scheda in cui viene presentata l'Associazione). In questo comunicato, molto opportunamente, si ricorda come “ […] il magistero storico e culturale di Franco Cardini, nel quale noi tutti ci siamo formati, è sempre stato fortemente improntato ad uno spirito di comprensione e cooperazione tra le culture e le religioni, in quanto tale contrario ad ogni stupida ipotesi o propaganda di “scontro di civiltà”, pur nella sincera memoria, non discriminatoria o esclusivista, dell’identità europea come forgiata nei secoli della sua plurale storia comune.”.
E in effetti l’iniziativa della “Repubblica” nei confronti di Cardini, a parte quanto scritto sopra, è fuori luogo e dimostra una scarsa conoscenza del pensiero e dell’attività dello storico fiorentino (al di là dei meriti che vengono attribuiti al quotidiano romano e al suo incauto giornalista). Cardini, infatti, da anni ormai, più che di xenofobia o di razzismo, viene accusato semmai di essere filo-islamico e comunque di voler rivedere i rapporti tra Europa e mondo musulmano in una prospettiva troppo favorevole a quest'ultimo.
Per una dettagliata analisi del pensiero politico di Cardini, rimando al materiale presente nell' archivio del suo sito, materiale che dimostra la molteplicità degli interessi dell'A. e la sua profonda tensione morale nei confronti dei maggiori problemi della nostra epoca.
E in effetti l’iniziativa della “Repubblica” nei confronti di Cardini, a parte quanto scritto sopra, è fuori luogo e dimostra una scarsa conoscenza del pensiero e dell’attività dello storico fiorentino (al di là dei meriti che vengono attribuiti al quotidiano romano e al suo incauto giornalista). Cardini, infatti, da anni ormai, più che di xenofobia o di razzismo, viene accusato semmai di essere filo-islamico e comunque di voler rivedere i rapporti tra Europa e mondo musulmano in una prospettiva troppo favorevole a quest'ultimo.
Lo storico fiorentino, inoltre, ha invitato alla cautela circa la matrice islamica degli attentati dell'11-09-01, mettendo in dubbio l'esistenza di Al-Qaeda e ha criticato più volte quella che definisce
"l' aggressione " americana sia in Iraq che in Afghanistan, schierandosi decisamente contro la partecipazione dei nostri soldati alla guerra in quello scacchiere.
Da leggere anche l’ articolo che ha dedicato alla strage compiuta in Norvegia nel luglio 2011 da Anders Behring Breivik."l' aggressione " americana sia in Iraq che in Afghanistan, schierandosi decisamente contro la partecipazione dei nostri soldati alla guerra in quello scacchiere.
Per una dettagliata analisi del pensiero politico di Cardini, rimando al materiale presente nell' archivio del suo sito, materiale che dimostra la molteplicità degli interessi dell'A. e la sua profonda tensione morale nei confronti dei maggiori problemi della nostra epoca.
(2) Cfr. tra l'altro la sezione "Libri consigliati" di questo blog, dove viene segnalato il suo ultimo, poderoso volume (quasi ottocento pagine; qui l'indice dell'opera), "Il Turco aVienna. Storia del grande assedio del 1683.", a cui "La Repubblica" ha dedicato poco più di un trafiletto, anche se lusinghiero.
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