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mercoledì 21 dicembre 2011

Divisa scolastica. Un'iniziativa eccellente.



di A. Lalomia

Qualche giorno fa alcuni media (1) hanno riportato con una certa enfasi  -come se si fosse trattato di un'azione di forza a danno di studenti e genitori-  la notizia che nell'Istituto Comprensivo di Montignoso (MS), è stato introdotto l'obbligo per gli studenti della media  "G.B Giorgini" di presentarsi in classe con una specie di divisa.
In realtà, già all'inizio di quest'a.s. (2)  la scuola balzata agli onori della cronaca aveva comunicato la decisione di adottare l'abbigliamento previsto e il fatto non aveva incontrato contestazioni, anche perché a provvedere alle spese non saranno le famiglie  (come accade altrove), ma un'azienda del territorio, il gruppo  Campolonghi, leader a livello internazionale dell'industria lapidea.  Attraverso la sua Fondazione, il Gruppo fornirà ad ogni allievo la sua tenuta scolastica, senza chiedere niente in cambio.
Non si capisce quindi dove sia lo scandalo o la decisione arbitraria e vessatoria, che alcuni giornali hanno ipotizzato dando spazio alla posizione contraria di certi genitori forse pregiudizialmente ostili, per motivi ideologici, ad ogni novità.  Tanto più che l'iniziativa ha trovato il consenso di più del 75 % degli studenti interrogati con un questionario somministrato per l'occasione.
Come ho avuto già modo di ricordare, la divisa scolastica  (ma in realtà, nel caso in questione, si tratta di un completo casual composto da una polo, una felpa e un pantalone, con il logo della scuola, creato dagli stessi allievi e ispirato al mare, alle montagne e al castello Aghinolfi, simboli di Montignoso), è uno strumento altamente democratico ed educativo, perché non solo annulla le differenze sociali, e quindi è un formidabile fattore di uguaglianza, ma ripristina, all'interno dell'ambiente scolastico, un clima di ordine, di decoro, di buon gusto, di rispetto, di appartenenza alla medesima comunità, tutti elementi che oggi sono fortemente compromessi da abbigliamenti che rappresentano spesso un insulto alla decenza e all'istituzione scolastica e da comportamenti che meriterebbero di essere sanzionati con la reclusione.
Solo chi è in malafede o razzista può continuare a sostenere la vecchia solfa che l'uniforme scolastica, peraltro tranquillamente usata in altri paesi  (a partire dal Regno Unito e dalla Francia, nonché dalle scuole inglesi e francesi presenti a Roma), costituisca una limitazione dell'individualità del ragazzo.
Iniziative come questa dovrebbero essere seguite subito da tutte le scuole italiane.
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Note
(1)  Cfr. ad esempio  "Tutti in divisa prima di Natale", che cita affermazioni quantomeno pretestuose ed ostruzionistiche del 'fronte del no'   e  "La divisa piace ai ragazzi ma il no arriva dai genitori".

(2)  V. Circolare del 20-09-11, rivolta ai genitori degli alunni della scuola media.
Di seguito la parte relativa all'abbigliamento scolastico  (pag. 3):
"Il nostro Istituto, in tutte le sue componenti, ha condiviso la scelta dell’adozione di un abbigliamento scolastico idoneo a sviluppare il senso di appartenenza senza soffocare le differenze e tanto meno lo sviluppo delle personalità, che anzi sono indirizzate a sostanziarsi di ben altri contenuti.
Si tratta di  un cammino appena iniziato da fare insieme, alunni, famiglia, scuola;  la collaborazione di tutti, la giusta considerazione di ogni punto di vista ed il rispetto delle scelte della comunità scolastica sono fondamentali per il raggiungimento degli obiettivi prefissati.
Gli alunni, pertanto, dovranno indossare  l’abbigliamento scolastico adottato da questo Istituto; per le lezioni di Educazione Fisica, si invita a fornire gli alunni di scarpe da ginnastica, maglietta e pantaloncini o tuta."