Un terzo della popolazione italiana non ha mai usato Internet. Mentre milioni di persone chattano su Whatsapp, postano foto su Facebook, studiano, lavorano e magari leggono articoli come questo, in Italia uno su tre è tagliato fuori, per scelta o mancanza di opportunità. Questo è il dato appena diffuso da Eurostat, l’Istituto Europeo di statistica che ha analizzato la penetrazione del web nei Paesi della Comunità per l’anno che volge al termine.
Sono quasi due terzi (65 per cento) gli europei tra 16 e 74 anni che accedono quotidianamente a Internet, un numero più che raddoppiato rispetto al 2006, mentre si è più che dimezzata la percentuale di chi non ha mai usato Internet (18 per cento, contro un obiettivo minimo stabilito dall’Agenda Digitale Europea del 15 per cento).
L’Italia è tra gli ultimi posti, con il maggior numero di persone che non si sono mai connesse (32 per cento), superata solo da Romania (39 per cento) Bulgaria (37 per cento) e Grecia (33 per cento). All’altro estremo della classifica, sono quasi tutti connessi i cittadini della Danimarca (solo il 3 per cento non ha mai usato internet), Lussemburgo (4 per cento), Olanda (5 per cento), Finlandia, Svezia e Gran Bretagna (6 per cento).
L’Eurostat non solo dice che siamo molto al di sotto della media Ue per il numero di utenti quotidiani, ma racconta impietosamente che anche il tasso di miglioramento dell'Italia è inferiore agli altri. In Europa, infatti, gli utenti quotidiani sono più che raddoppiati rispetto al 2006, passando dal 31 per cento al 65 per cento, mentre in Italia la percentuale è passata dal 29 a 58 per cento. In Europa si è più che dimezzato il numero di chi non ha mai navigato online (dal 43 per cento al 18 per cento), in Italia è solo diminuito: dal 59 per cento del 2006 al 32 di oggi. Rispetto allo scorso anno, la situazione è solo leggermente migliorata, visto che la percentuale di chi non aveva mai avuto accesso a Internet nel 2013 era del 34 per cento. E ricordiamo che i dati Eurostat si riferiscono alla popolazione attiva: i numeri sono migliori per quanto riguarda i giovani (ma anche qui siamo indietro rispetto alla Ue), mentre è immaginabile che tra gli anziani la percentuale di chi non utilizza Internet aumenti ancora.
L’Italia è più indietro anche nell’utilizzo del cloud, che è in grande ascesa specie tra i giovani (nella fascia di età 16-24 anni lo usa il 35 per cento in Europa, da noi solo il 28 per cento).
Ecco perché quando parliamo di digital divide, di diseguaglianza tra chi al web può accedere e chi invece non può, non dobbiamo pensare soltanto ai Paesi emergenti o a popoli che vivono in condizioni disagiate. C’è molto lavoro da fare per Renzi e il suo governo, c’è bisogno di informazione, infrastrutture, opportunità, iniziative: non bastano proclami, convegni e incarichi dai titoli altisonanti.