Mohammed è il nome più popolare tra i neonati in Gran Bretagna. Quando gli inglesi lo hanno saputo dai giornali, hanno cominciato a inondare i siti web di commenti. «L’Inghilterra è finita», annotava mestamente un lettore. «Come ha potuto il governo lasciare che accadesse?» si domandava un altro. Dopo pochi minuti, l’«Independent» è stato costretto a chiudere il suo blog, perché le reazioni, incredule e sgomente, stavano diventando impubblicabili.
Tra le notizie del weekend, è stata certamente la più inattesa. Ci doveva essere un errore da qualche parte, non era possibile che nomi tradizionalmente british, come Oliver e Jack, avessero lasciato il passo al nome più diffuso nel mondo islamico. L’annuncio era stato dato dal sito BabyCentre.co.uk, che aveva chiesto a 56.157 coppie che avevano avuto un figlio nel 2014 quale nome gli avessero dato. Mohammed è risultato largamente al primo posto. Il risultato della ricerca sembrava però essere smentito dai dati dell’Ons, l’ufficio nazionale di statistica, che indicava Oliver ancora saldamente al comando. Il contrasto tra i due risultati è stato risolto in poche ore: BabyCentre aveva ragione.
Il nome del Profeta ha una decina di varianti. In Pakistan è Muhammad, in Africa Muhammed, in Arabia Mohammed, in Iran e Afghanistan Mohammad. I burocratici dell’ufficio di statistica hanno considerato queste varianti come nomi diversi. Per loro, tra i preferiti per i neonati inglesi, Muhammad era al 15° posto, Mohammed al 23° e Mohammad al 57°. In questo modo, Oliver poteva mantenere con onore il primo posto. BabyCentre ha invece giustamente considerato che le varianti andavano considerate un unico nome, il più popolare nel 2014 in Gran Bretagna.
Secondo gli esperti non c’è da stupirsi: Mohammed è il primo nome anche in luoghi impensabili come Oslo e Israele. Ogni famiglia musulmana chiama infatti in questo modo il primo figlio maschio, dandogli poi un secondo nome con il quale è di solito conosciuto, come avviene ad esempio per due ex Presidenti egiziani: Muhammad Hosni Mubarak e Muhammad Anwar Sadat. Sarah Redshaw, direttrice di baby Centre, ha detto al «Guardian»: «I nostri dati mostrano la diversità della struttura sociale della Gran Bretagna, così come si è sviluppata negli ultimi anni. Rispetto al 2013, Mohammed è salito dal 27° posto al primo e nella classifica sono entrati anche nomi indiani come Aarav».
I musulmani rappresentano solo il 4% della popolazione britannica, ma diventeranno l’8% entro il 2030 e forse anche prima. Nomi come Omar, Ali e Ibrahim sono per la prima volta tra i primi 100, dove compaiono anche sempre più nomi femminili come Nur (29° posto) e Maryam, salita dal 59° al 35°.
E i vecchi nomi della tradizione inglese? La famiglia reale non sembra più un esempio da seguire. Charlie (6°) e Harry (7°) hanno perso tre posizioni, William è sceso al 12° posto e George addirittura al 18°. Oliver e Jack resistono al secondo e terzo posto, ma non c’è più un collante nazionale che difenda le vecchie tradizioni. La scelta è ondivaga, dipende dalle mode e dalle celebrità. Vanno forte i nomi dei figli dei Beckham, Romeo (+ 67%) e Cruz (+ 400%). Quelli di «Breaking Bad», come Skyler, Jesse e Walter, e quelli di «Game of Thrones», come Emilia. Ci sono molte novità stravaganti, Wren, Indigo, Genesis, Prince e Apollo, ma anche una invasione di nomi biblici come Noah, Jacob, Joshua, Ethan, dovuta al revival di film a tema religioso. A Londra è appena uscito «Exodus: dei e re» di Ridley Scott: Moses e Ramses sono pronti a entrare in classifica, ma per battere Mohammed ci vorrà ben altro.
Vittorio Sabadin, Londra, finita l’era degli Oliver: il nome più diffuso è Mohammed, "La Stampa", 3-12-14.