Per The Interview è stato un weekend da leoni. Soprattutto online. Nei primi tre giorni di distribuzione americana, la controversa commedia che racconta il tentativo di assassinare il leader della Corea del Nord Kim Jong-un ha raccolto 3 milioni di dollari in sala e 15 milioni su Internet. Un exploit digitale che, secondo diversi commentatori, potrebbe spingere gli studios cinematografici a modificare la politica di distribuzione dei loro nuovi film.
Il lancio di The Interview è stato eccezionale, per diverse ragioni: dalle polemiche che lo hanno preceduto, tra attacchi di hacker e tensioni politiche internazionali, alle modalità in cui la Sony Pictures ha deciso di effettuarlo. Il film è stato infatti distribuito il giorno di Natale, contemporaneamente nei cinema e online. Un caso più unico che raro per le produzioni di Hollywood, dove vige ancora il sistema a finestre (prima in sala, poi su dvd, infine in tv e su Web).
In sala si è però partiti con l’handicap: il film è stato distribuito in poco più di trecento copie, il dieci per cento di quelle previste prima che scoppiasse il finimondo mediatico. Quasi tutte le grandi catene multiplex si sono tirate indietro e a proiettarlo sono stati soprattutto piccoli schermi indipendenti. Così si spiega il risultato abbastanza striminzito – 3 milioni di dollari – nonostante il film abbia fatto registrare il sold out quasi ovunque (le stime per una distribuzione “normale” erano di circa 20 milioni di dollari).
Online è avvenuto l’esatto contrario. Ricevuta una risposta negativa da parte di iTunes, a cui – secondo il New York Times – Sony Pictures aveva offerto l’esclusiva, lo studio ha deciso di distribuire il film su diverse grandi piattaforme come YouTube, Google Play Movies e il network della Xbox, oltre che su un sito proprietario. Nei primi tre giorni di disponibilità – da giovedì 25 a sabato 27 – il film ha raccolto su Internet 15 milioni di dollari. Secondo la casa di produzione,The Interview è stato visto in streaming o scaricato negli Stati Uniti e in Canada oltre due milioni di volte, diventando il maggior successo online nella storia dello studio.
A ciò si aggiunge la dimensione parallela di BitTorrent. Le stime dei download sul principale network P2P parlano di 200,000 copie pirata scaricate nelle prime dieci ore dopo la distribuzione online, 750,000 nelle venti ore e 1,5 milioni nei due giorni. Secondo il sito specializzato TorrentFreak si tratta di numeri interessanti, in linea con quelli generati da un blockbuster medio su BitTorrent, ma niente di particolarmente straordinario. In molti si sono precipitati a scaricare il film per curiosità dopo tutte le polemiche dei giorni scorsi, ma non sembra essersi innescato un meccanismo particolarmente forte di passaparola.
Lo stesso profitto complessivo registrato da The Interview nel weekend, 18 milioni di dollari, è buono ma ben lontano dai valori top. Tanto per fare un paragone, in un’annata piuttosto fiacca come il 2014, un film come Guardians of the Galaxy ha comunque raccolto oltre 332 milioni di dollari solo nei cinema degli Stati Uniti. The Interview ha insomma ancora un lungo cammino davanti prima di rientrare almeno del budget speso per la sua realizzazione (stimato intorno ai 44 milioni di dollari).
Più che per i guadagni complessivi, il film sta diventando un interessante caso di studio per commentatori, addetti ai lavori e analisti di Hollywood. La simultanea distribuzione online ha accelerato diversi processi, compresi quelli sui social network (domenica i due protagonisti James Franco e Seth Rogen e il co-regista Evan Goldberg, hanno guardato e commentato il film in diretta su Internet, in formato livetweeting . Dopo le iniziali titubanze, dal 28 dicembre anche Apple lo ha reso disponibile sugli scaffali virtuali di iTunes: una mossa che probabilmente contribuirà ad aumentare la distanza tra il fatturato online e quello in sala.
L’esperimento di lancio contemporaneo di The Interview tra sala e web, del tutto imprevisto, ne precede un altro che invece è già fissato da tempo. Il 28 agosto 2015 il servizio streaming Netflix lancerà contemporaneamente sugli schermi Imax e sul suo sito il sequel di La tigre e il dragone. Anche in quel caso c’entra l’Estremo Oriente (il film sarà diretto dal maestro cinese di film d’arti marziali Yuen Woo-ping), ma per il momento non sono annunciati terremoti geopolitici o attacchi informatici.
Luca Castelli, La rivoluzione di “The Interview”: sold out in sala, ma i soldi arrivano dal web, "La Stampa", 30-12-14.