Cerca nel blog

sabato 17 gennaio 2015

Nessun limite alla libertà dei media ?

Dopo alcuni giorni segnati solo da sconcerto e dall’emozione, anche in Francia si comincia a riflettere in modo più approfondito su ciò che è accaduto. Molto interessante, e originale, la risposta che il grande intellettuale bulgaro naturalizzato francese Tzvetan Todorov ha dato a un’intervista su «La Croix» uscita il 14 gennaio. «La libertà di espressione pubblica, o libertà dei media, non è un valore inalienabile, intoccabile o non negoziabile, come si è detto molto in questi ultimi giorni» perché «una libertà senza limiti non può essere legittima».
Lo Stato democratico — continua il filosofo intervistato da Céline Rouden — «è l’espressione della volontà popolare, così come un protettore delle libertà individuali, tra cui la libertà di stampa. Deve dunque difendere anche altri valori, come la sicurezza dei cittadini, la pace civile tra di essi, la giustizia, l’eguale dignità di tutti. Questi valori esercitano un effetto di limitazione gli uni sugli altri. La politica dello Stato è sempre un compromesso tra questi valori».
E la libertà di stampa, continua Todorov, è anche un potere; «ebbene, in democrazia, nessun potere senza limiti può essere legittimo. Non dimentichiamo che il giornale dell’antisemita Édouard Drumont, alla fine del XIX secolo, si chiamava “La libre parole”: la libertà, per lui, consisteva nel poter parlare male degli ebrei. Molto più vicini a noi, i partiti xenofobi in Europa si richiamano alla libertà di stampa per poter dire impunemente tutto il male che pensano dei musulmani che vivono nel loro Paese. Questo fine non era assente nei primi autori delle caricature del Profeta, in Danimarca: provocando l’indignazione della popolazione musulmana, volevano rivelare al grande pubblico l’intolleranza di quella popolazione».
Bisognerebbe interrogarsi sempre, quando si difende la libertà di stampa, sul rapporto di potere tra colui che la esercita e colui che la subisce, conclude l’autore di I nemici intimi della democrazia. «Drumont  attaccava una minoranza (gli ebrei) già discriminata e godeva dell’appoggio della maggioranza. Edward Snowden, che ha rivelato, grazie alla stampa, le derive illegali delle agenzie di sorveglianza negli Stati Uniti, è un individuo isolato che ha messo sotto accusa il governo del suo Paese. Sono due casi diversi».

Articolo tratto dall’Osservatore Romano